LA STORIA

1981 - Live

Un altro dissapore creatosi all'interno del gruppo riguarda il rientro , forzatamente richiesto da Joe Strummer, di Bernie Rhodes quale manager della band.
Con Bernie a suo fianco Joe vede aumentare il proprio potere nel gruppo , che si trova ad avere di nuovo una figura in grado di occuparsi del lato finanziario che in questo momento, nonostante i successi, risulta essere piuttosto delicato. L'incrinato equilibrio interno del gruppo non inficia però minimamente le esibizioni live. I concerti si mantengono sempre a livello di eccellenza.
Il maxi tour che segue l'uscita di Sandinista si aggiunge ad un elenco già lungo di prodezze dal vivo.
Di una settimana di concerti al Bonds di New York (fine maggio-inizi giugno 1981) si parla addirittura in termini di leggenda.

Insomma, il mito continua a crescere e si fa incalzante, quantomeno dal punto di vista dell'immagine pubblica. I Clash suonano ormai in luoghi con capienza media di 15.000 persone, segnale di una grande popolarità cresciuta enormemente anche aldilà di Inghilterra e States.
Il tour della band in Italia approda con due date : il 21/5/81 a Milano al Vigorelli (presente !) ed il 23/5/81 a Firenze allo Stadio Comunale. Il concerto era preceduto da un intro musicale di Ennio Morricone (!) che sfumava lasciando spazio all'ingresso dei nostri che attaccavano superbamente con London Calling. Migliaia di teste che saltavano sull'incalzare del ritmo ipnotico della musica e della voce roca di Joe Strummer . (Great ! Pelle d'oca al solo ricordo.)

Successivamente vengono riprese a strappi le registrazioni di nuove canzoni, anche a causa della tossicodipendenza di Topper Headon giunta ormai a livelli molto gravi. In studio Joe cerca di far passare, riuscendovi in parte, la propria idea di un ritorno musicale a suoni più diretti, tesi a recuperare il suono delle radici, più viscerale e meno calcolato.
Mick è invece orientato a proseguire la strada tracciata da Sandinista.
Paul abbraccia quasi sempre le tesi di Joe ed ascolta sempre più spesso massiccie dosi di R'n'R e rockabilly.
Le idee però non sgorgano più fluide come nel recente passato. Qualcosa nel giocattolo si è rotto. I Clash trascorrono lunghi periodi di inattività in posti esclusivi, separandosi l'uno dall'altro ed attirandosi le ire della stampa inglese che non ha mai perdonato nulla al gruppo, in quanto dallo stesso snobbata e mai considerata con stima dopo le critiche degli esordi.

Questa lotta tra la band (in particolare Joe) ed i giornali, porterà ad assumere posizioni rigide, al punto da sospendere qualsiasi accredito per i giornalisti che, se volevano recensire un concerto del gruppo , dovevano pagare il biglietto. Ovviamente la stampa britannica gliela farà pagare con articoli tendenti a screditarli agli occhi dei ragazzi.

I pezzi registrati in studio vengono mixati agli Electric Ladyland di New York, con un cambio del personale fra i tecnici e gli ingegneri del suono come voluto fortemente da Joe.
Il solco fra lui e Mick, diventa sempre più profondo. Nel novembre 1981 esce il singolo Radio Clash, rap da classifica.
Un mese dopo Topper viene arrestato all'aereoporto di Heatrow per possesso di eroina, e rilasciato su cauzione. Intuendo che le cose potevano sgretolarsi in breve tempo, Joe accelera i tempi per la realizzazione del nuovo album.


 

1982/83 - The End

Si dovrà comunque attendere il maggio 1982 per trovare Combat Rock sugli scaffali di un negozio di dischi. "Il futuro non è scritto" è l'epigrafe scelta per la copertina, quasi a voler simboleggiare l'assai incerto momento della band.

La scena è quella di sempre. Le solite divisioni fra critica inglese ed il resto del mondo e la solita grande risposta di pubblico. L'album è ben suonato anche se discontinuo, ambiguo. Al suo interno si possono trovare tre filoni : quello rock (come si diceva fortemente voluto da Joe) quello rap, quello indefinito fatto di sonorità calde e pastose. Ci sono canzoni stupende come Ghetto Defendant, Straight to Hell , Know your Rights, altre accattivanti come Red Angel Dragnet (omaggio a Scorsese/De Niro di Taxi Driver) o Atom Tan , altre ancora semplicemente belle e frizzanti come Rock the Casbah (scritta completamente da Topper Headon) e Should I Stay.. .

In particolare questi ultimi due pezzi segnano l'ingresso del rock nelle discoteche ed hanno un successo veramente mondiale, con gli Stati Uniti in prima fila. Al tutto però manca, per la prima volta in modo così netto, e probabilmente a causa di tutte le vicissitudini descritte, quella tensione unificante e quella concordanza di intenti netta e scandita che erano la chiave di volta dei successi precedenti. La bellezza di buona parte del disco risulta essere quasi fine a se stessa, non scalda come ai bei tempi.
Grazie ai successi commerciali di Rock the Casbah e Should I Stay .. ed agli introiti dei tour americani, la situazione finanziaria del gruppo si riassesta . Bernie Rhodes propone un altro giro di due mesi in America per sfruttare il grande responso che il pubblico tributa alla band. Rimane il grande problema della tossicodipendenza di Topper, che costringe il batterista a lasciare il gruppo proprio alla vigilia del tour.
E' una gravissima mancanza che rischia di far saltare tutto in modo fragoroso, ma Mick contatta (di nuovo !) Terry Chimes. Terry accetta, ed in solo qualche giorno prepara la scaletta di 40 pezzi (grande!) che privilegiano il vecchio materiale. Arrivati oltreoceano, girano con Don Letts il video Rock the Casbah. Joe sfoggia il suo nuovo taglio mohicano. Il successo registrato nei concerti americani è clamoroso. I Clash si scordano dei loro problemi personali, e ,come sempre dal vivo, suonano con una forza ed uno spessore musicale impressionante.
La band suonerà per cinque date consecutive al Palladium davanti a 23.000 persone a sera. Anche in patria le cose vanno piuttosto bene; "Rock the Casbah " è in testa alle classifiche ed al loro rientro
dal tour i nostri suonano al Fairy Deal di Brixton confermando ancora una volta ai ragazzi inglesi il loro amore e la loro memoria storica . La band sembra posseduta da una forza misteriosa : tutti i concerti sono eventi indimenticabili. In questo periodo tutto è stupendamente frenetico.

Non c'è neppure più tempo per le liti. Joe scompare per qualche giorno e riappare alla vigilia di un nuovo tour americano, dove il gruppo deve suonare in luoghi con capienze superiori a 15-20.000 persone, oppure replicare più volte le esibizioni nello stesso locale. (vedi ancora il Bond's di N.Y. con sedici repliche!)
Serve quindi un luogo enorme,che viene identificato nello Shea Stadium di N.Y., lo stesso dove, nel 1965, si esibirono i Beatles. I Clash suoneranno nello stadio insieme agli Who per due sere consecutive, richiamando complessivamente 130.000 persone. Successivamente i Clash partecipano
al festival della musica a Montego Bay - Jamaica , insieme ad Aretha Franklin, Jimmy Cliff, Joe Jackson…
Dopo quasi un anno vissuto a ritmi forsennati, il gruppo si prende una lunga pausa, durante la quale i conflitti latenti fra i componenti della band riemergono prepotentemente. In particolare il rapporto fra Joe e Mick si guasta in modo insanabile, i due non si parlano quasi più . La stanchezza, il peso di una vita frenetica in bilico fra compromessi, critiche, rinascite ha lasciato il segno, il germe della fine. Preso atto di questa situazione Terry Chimes lascia, di nuovo, il gruppo: "Credo che non ci fossero più le motivazioni per restare.

La situazione era poco chiara e non c'erano piani per suonare dal vivo o registrare nuovi pezzi." In nuove audizioni per reclutare un nuovo batterista viene selezionato il giovane Peter Howard, con il quale , dopo due mesi di prove, il gruppo riparte per una serie di date americane.
Ma anche dal vivo questa volta i nostri non rendono giustizia alla loro fama, sono senza mordente, quasi robotici.
L'ultimo concerto dei veri Clash si tiene nell'aprile 1983 allo US Festival. Per un certo periodo il silenzio stampa cala sui nostri . Silenzio rotto il 10/9/1983 da un comunicato nel N.M.E. :"Joe Strummer e Paul Simonon hanno deciso che Mick Jones deve lasciare il gruppo poiché si è allontanato dall'idea originale dei Clash. La band comunque, continuerà a lavorare ritornando al progetto originario".
La risposta di Mick non tarda ad arrivare "Quel che è riportato nel comunicato di Paul e Joe non corrisponde a verità. Volevo chiarire che non c'è stata mai nessuna discussione in merito alla mia cacciata dal gruppo.
Io non sento di aver tradito nessuna delle idee originali del gruppo, e continuerò a lavorare in quella direzione". Seguiranno altre dichiarazioni furiose di Joe, alle quali Mick replicherà raramente.

Così finisce l'epopea Clash, formidabile anello di congiunzione, non solo musicale in senso stretto , ma bensì anche socio-politico-culturale, tra il ciclone del punk 75-76 e la new wave dei primi anni Ottanta.
La cosa bella dei Clash è che una volta finita la storia non sono più tornati insieme, a differenza dei Pistols.

Hanno ricevuto offerte miliardarie giunte dagli Stati Uniti e, anche se continuano a circolare voci di riunione, la sensazione è che fra loro ci sia un accordo di non concedere bis. Giusto così : i Clash appartengono alla memoria di chi li ha visti allora, quando erano l'espressione stessa del punk o a , discrezione, del rock'n'roll.

Nota personale : Per quanto mi riguarda, ed in questo sono supportato anche da quanto dichiarato in seguito dal gruppo, la storia dei veri Clash finisce proprio con l'addio di Mick.
Infatti con l'estromissione di Mick Jones, i restanti Clash si ritroveranno in grande difficoltà. Torneranno in studio per registrare un nuovo album scacciacrisi, ma sarà un rimedio peggiore del male: "Cut the Crap", che uscito nel 1985, si rivelerà così mediocre e così pessimamente mixato (con basi di batteria elettronica !), che anche Joe Strummer arriverà a disconoscerlo.
Unico buon brano di tutto l'album è, a mio avviso, This is England, che se avesse avuto luce in periodi precedenti poteva risultare un pezzo di grande efficacia. Un pezzo alla Clash.


continua....