1979:
il mito
I primi mesi del 1979 segnano profondamente i Clash. Innanzitutto la morte
di Sid Vicious (bassista dei Pistols cui dedicheranno uno storico concerto
al Music Machine) , la consapevolezza della fine del punk storico come
fenomeno musicale, lo sbarco negli States.
L'America comincia a reclamare i nostri dopo il il successo di "Give 'em
Enough Rope" . Le date americane vengono aperte con il "Pearl Harbour
Tour" e con il nuovo pezzo I'm so bored with USA . Provocazioni in puro
stile Clash. La tournèe rappresenta il definitivo salto di qualità : i
concerti sono spesso sold - out ed a vederli vanno musicisti ed attori
come John Cale e Robert De Niro.
Una esperienza molto importante che porterà anche ad un cambiamento nel
look : vengono abbandonate le vesti punk e si passa ad abiti neri alla
gangster,con Mick che si taglia i capelli stile anni cinquanta. Nel maggio
del 1979 esce l'Ep "The cost of living" con Capital Radio, Groovy Times
(ballata rock di spessore con armonica e chitarra acustica suonate da
Mick Jones !), Gates of the West, ed una grande e potente versione di
I Fought The Law di Sonny Curtis . La Cbs preme per avere il nuovo disco
. I Clash affidano la produzione a Guy Stevens, contattato da Strummer.
La collaborazione porta alla riscoperta della musica americana ed alla
registrazione di una cover come "Brand new Cadillac" (di Vince Taylor)
che finirà sul nuovo disco. Il lavoro di Stevens risulta ottimo nonostante
i suoi gravi problemi con la droga.
Proprio per questi problemi verrà affiancato da Bill Price che svolgerà
la maggior parte del lavoro .
Guy Stevens morirà successivamente, nel 1981, per overdose ; a lui il
gruppo dedicherà, all'interno del cofanetto "Clash on Broadway", la canzone
Midnight to Stevens, toccante ballata malinconica.
Prima degli ultimi ritocchi al nuovo disco, i Clash ripartono in settembre
per uno tour negli States .
Aggregati alla compagnia ci sono Mickey Gallagher (già tastierista dei
Blockheads di Ian Dury, loro grande amico) e Pennie Smith, da qui in avanti
fotografa ufficiale della band, che scatterà , in occasione del concerto
al Palladium di New York, la stupenda foto di Paul Simonon che spacca
il basso sul palco. Sarà l'immagine di copertina del nuovo lavoro.
La band ritorna a Londra per finire il mixaggio e registra Armagideon
Time, un reggae di Willie Williams. Nella lista delle canzoni viene aggiunta
all'ultimo momento Train in Vain di Mick Jones , che , per questo motivo,
non compare nella scaletta. London Calling esce come doppio album il 14/12/1979,
al prezzo di un Lp singolo . Anche se registrato in casa, London Calling
è certamente l'album "americano" dei Clash. Cominciando dalla copertina
per finire alla musica.
I nostri sciolgono le ultime riserve, dimostrano una mentalità da grande
band che riesce a dare profonda compattezza ed unitarietà ad un lavoro
che esprime differenti sapori e gusti musicali, unendo rock (London Calling
- Death or Glory - Clampdown), reggae-ska (The Guns of Brixton- Revolution
Rock-Rudie Can't Fail- Wrong 'Em Boyo), pop (Lost in the Supermarket),
swing (Jimmy Jazz) in un'unica superba proposta musicale. Nasce un vero
e proprio "Clash sound" in cui il vero filo conduttore è semplicemente
grande rock a 24 carati. London Calling è un disco che si può definire
storico, uno di quelli, e non sono tanti, nei quali è racchiuso il senso
di un epoca , la sua testimonianza, forse non soltanto musicale.
Che l'album sia uno di quelli destinati a segnare un epoca , lo si vede
dall'interesse suscitato nella stampa di tutto il mondo, anche in quella
non specificatamente musicale. Joe viene indicato come il nuovo Garcia
Lorca ed è addirittura il Times a porre l'accento sulla grandezza dei
Clash definendoli "una delle prime cinque rock band più grandi di tutti
i tempi". Il risvolto della medaglia in questa clamorosa svolta, si determinò
con l'abbandono e la contestazione dei punk "puri e non contaminati" nei
confronti della band.
I Clash sono accusati di tradimento ideologico da gruppi punk anarchici
inglesi come i Crass, mentre la lunga permanenza negli States lascia il
segno anche nelle preferenze del pubblico inglese che vota trionfalmente
i Jam come band dell'anno.
In realtà i nostri hanno semplicemente accettato di gareggiare nell'arena
del business musicale, cercando di mantenere lo spirito punk iniziale
(London Calling è un doppio che costa come un album singolo, il gruppo
partecipa a molte iniziative di solidarietà e non si smarrisce, non perde
la testa, nonostante le grandi pressioni) producendo grande ed inossidabile
rock .
Inciso personale :"London Calling" è il disco che mi ha fatto scoprire
definitivamente i Clash (avevo 17 anni ) e probabilmente un nuovo modo
di vedere la vita ( dal punto di vista sociale e politico in particolare),
oltre a far maturare in me l'idea di dover suonare in un gruppo musicale.
L'anno si chiude con la partecipazione al benefit da cui scaturirà il
disco "Concert for the people of Kampuchea" (dove i nostri sono presenti
con Armagideon Time), in pratica la prima
vera esibizione in terra d'albione da oltre un anno.
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1980: Sandinista!
L'anno si apre con un nuovo tour denominato "16 Tons Tour", in riferimento
al grosso peso che sta sulle spalle del gruppo. Durante il tour i nostri
fanno conoscenza con Mickey Dread, musicista giamaicano residente a Londra
che apre ai Clash territori inesplorati come il talk-over ed il dub.
Da questa collaborazione nasce un pezzo stupendo come Bank Robber (arriverà
al secondo posto nella classifica dei 45 giri).
Paul Simonon dirà in proposito " Mickey ci ha fatto conoscere un mondo
che avevamo solo sfiorato.
Ci ha fatto capire che i Clash avrebbero potuto suonare reggae come nessun
altro ". La maturazione del gruppo è completa : un cantante carismatico
come Joe,vero portavoce della band, un autore di grandi qualità ed ottimo
musicista come Mick, un grande e versatile bassista dal look unico come
Paul , un batterista fantastico come Topper.
La fama è talmente vasta che i nostri vengono contattati per molti progetti
(si parla di un film con Scorsese) e decidono di trasferirsi a New york
per registrare nuovi pezzi (fra i quali la cover di Eddy Grant "Police
on my back") ed entrare anche in contatto con la musica rap .
Dall'incontro con questo nuovo stile musicale molto diffuso fra i neri
dei sobborghi metropolitani di N.Y. , nascerà il pezzo Magnificent Seven
. Molti altri brani vengono registrati agli Electric Ladyland studios
di N.Y., in un periodo che, dal punto di vista creativo, non sembra avere
eguali, con le canzoni che escono praticamente a getto continuo. Finalmente,
nel maggio 1980, il gruppo torna in Inghilterra e trova un panorama molto
modificato.
Tira l'hardcore, il punk tiratissimo dei Discharge e degli Exploited .
Mentre i nostri hanno ben poco ormai a che fare con questo tipo di punk
, durante i loro concerti i nuovi punx creano sempre disordini ed incidenti
(ad Amburgo Joe fracasserà la chitarra in testa da uno skinhead).
A causa dei primi seri problemi di droga di Topper Headon, l'attività
dal vivo cessa per un periodo nel quale esce "Black Market Clash" un 10
pollici che sulla prima facciata contiene vecchi brani del primo periodo,
sulla seconda reggae di prima scelta.
Cominciano intanto le sessioni di rimixaggio dei brani registrati a N.Y.
sotto l'occhio attento di Mickey Dread e Jerry Green . Il gruppo partecipa
questa volta in modo compatto alla scelta dei brani e dei suoni , segno
di una maggiore coesione.
Paul scrive pezzi interamente suoi come con "Crooked Beat" . Dice il bassista
" sono sempre stato innamorato del reggae, ma durante le sessioni per
Sandinista era diventato una ossessione. Qualsiasi cosa suonassi diventava
reggae" .
A questo punto i Clash trattano con estrema disinvoltura reggae, punk,
soul, rap, un caleidoscopio musicale che si condenserà nella più imponente
opera rock degli ultimi vent'anni : il 12/12/1980 esce Sandinista! , triplo
album venduto a poco più del prezzo di un Lp.
Titolo e copertina della nuova fatica discografica dei nostri sono ancora
una volta programmatici : Sandinista è un album "terzaforzista" e "terzomondista",
un album "guerrigliero", nelle immagini come nei testi. Il titolo nasce
dall'adesione politica del gruppo al fronte sandinista, che nel 1979 aveva
sconfitto le truppe american-fasciste del dittatore Somoza; è una scelta
che determina grande pubblicità mondiale alla causa sandinista , in quanto
tutti i giornali che recensiscono il disco finiscono per parlare della
straordinaria rivoluzione del popolo del Nicaragua. L'album spiazza completamente
il giornalismo musicale, in particolare quello inglese.
Si passa da critiche ferocissime ad elogi sperticati. In realtà "Sandinista"
è un album costituito da 36 pezzi difficilmente catalogabili, che sfugge
alle logiche di mercato. E' un disco stupendamente variegato, suonato
e cantato benissimo ; esso probabilmente riflette il periodo di migliore
ispirazione e creatività dei nostri. Un momento magico a tutto tondo che
non riguarda solo la musica, ma anche i testi e l'immagine del gruppo
stesso.
In Sandinista il "Clash sound", che si era definitivamente realizzato
in London Calling, esplode nella sua massima espressione. Ci sono pezzi
rap come The Magnificent Seven, stupendi pezzi reggae come The Crooked
Beat e One More Time, pezzi caraibici come Let's go Crazy, walzer come
Rebel Waltz, musica dub in Junco Partner-Equaliser (fantastica)-Living
in Fame, beat in Hitsville Uk, rock potente in Somebody Got Murdered.
Di tutto, di più. Magnifici.
I Clash in questo momento sono probabilmente la più grande rock'n'roll
band del mondo. Le vendite del disco sono abbastanza consistenti, in particolare
negli Stati Uniti. Gli impegni sono frequenti (Mick Jones riesce a produrre
Ellen Foley ed anche, con ottimi risultati, i Theatre of Hate), le pressioni
sempre più forti.
Fra i componenti del gruppo, ed in particolare fra Mick e Joe, cominciano
a trasparire i primi screzi, le prime incomprensioni. In particolare Joe
soffre alcuni atteggiamenti da rockstar di Mick , la sua pignoleria al
limite del maniacale nelle registrazioni in studio che venivano considerate
di sua esclusiva competenza.
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