THE LIBERTINES
Live in Milano, Propaganda 21/11/2002
Festa per i 25 anni di attività del Mucchio Selvaggio e di Rough Trade Records.




Riuscita celebrazione quella realizzata al Propaganda di Milano (gran bel locale, un tempo oggetto di numerosi appuntamenti live) dal Mucchio Selvaggio e Rough Trade, rivista musicale ed etichetta discografica nate entrambe nel 1977, in un periodo che per certi versi può essere definito "eroico". Il Mucchio in Italia si è caratterizzato subito come magazine originale e fuori dal coro : esso , partendo da una grande voglia di parlare di musica rock a 360° ( vi ricorderete quanto il Mucchio si prodigò nel lanciare i Gang, band apripista del nuovo rock italiano fine anni 80) , si è spinto anche nei territori della letteratura, del cinema, della società e della politica. Una rivista dalla valenza veramente importante, che nel limite del possibile è rimasta coerente con i propri principi "ispiratori", anche se questo può averne precluso una maggiore visibilità e diffusione. In ogni caso le vendite della nuova scommessa editoriale in forma settimanale sono sufficienti a tenere in piedi l'ostinata struttura (tiratura di circa 10.000 copie) che "guarda il rock con curiosità evitando le cose più scontate", come afferma il veterano direttore Max Stefani.Un mezzo miracolo in un panorama, quello italiano, che legge poco e compra poca musica (discorso al solito lungo e che affonda le radici in una carenza di cultura musicale divenuta strutturale).

Per Rough Trade vale lo stesso discorso almeno per quanto concerne il modo di "trattare" la musica rock. Dall'etichetta inglese di Geoff Travis, trasformatasi da negozio di dischi a label "alternativa", sono infatti passate band che hanno lasciato un segno nel panorama rock dell'ultimo ventennio (si pensi all'influenza degli Smiths), oltre a decine di ottime band fra le quali citiamo i dai noi amati Stiff Little Fingers oppure gli elettronici e originali Cabaret Voltaire. Adesso Travis ci prova con gli Strokes (buona, forse fin troppo, la prima) e The Libertines, gruppo di giovani londinesi prodotti dall'ex Clash Mick Jones. L'occasione offerta dal party è quindi estremamente allettante per poter dare una prima valutazione live a questa band lanciata in grande stile dai media britannici.


Arriviamo (io, Enrico e Silvio) al Propaganda intorno alle 22,30 e troviamo già una buona presenza di gente (ipotizziamo circa 300 persone), destinata a crescere di lì ad un ora. All'ingresso distribuiscono gratuitamente magliette della Rough Trade (purtroppo taglia media, buona solo per mio figlio, sich) e poster raffiguranti i Clash relativi ad un numero speciale del Mucchio Selvaggio (autunno 2001). Intorno alle 23,15 , durante la presentazione della serata da parte di un giornalista del Mucchio, "irrompono" sul palco i Libertines, che mostrano subito un Pete Doherty (uno dei frontman) parecchio "su di giri". L'attacco è con "Vertigo" il brano che apre il disco d'esordio della band (vedi alla pagina recensioni/dischi), subito inficiato (sarà una costante del concerto) dalla qualità del suono. Non abbiamo idea delle condizioni nelle quali la band ha effettuato il sound check, ma il risultato che ne esce è deprimente : voci confuse, basso quasi inesistente, suoni in genere compressi e poco "chiari". Nonostante l'handicap, il gruppo si muove con buona sicurezza anche nella successiva e grintosa "Up The Bracket", in cui l'andamento ciondolante di Doherty rischia il "clash" con l'altro chitarrista e cantante Carl Barat. A proposito : le note di merito maggiori vanno certamente a Barat con il suo lavoro "totale" alla chitarra (compresi riff e tessiture varie) ed al batterista dotato di un drumming preciso e potente. Pete Doherty ( jeans stracciati e giubbotto di pelle) è invece il "personaggio" del gruppo, dalla voce arrabbiata e dal tasso alcolico incontrollabile, a prima vista sincero nei suoi atteggiamenti punkeggianti che comprendono anche la distruzione di una chitarra dopo, l'ennesima, rottura di una corda. Incoraggiata dal pubblico la band prosegue il gig, inserendo anche due brani inediti non particolarmente esaltanti, insieme alle più note "Death on the stairs", "Time For Heroes", "Boys in the band" ,"Horrors Show" e "I Get Along", proponendo in modo efficace, energico e deciso la loro miscela di brit-rock sconfinante nel punk 77. Un bis di due canzoni chiude il set di circa un'ora scandito da diverse semi-interruzioni nate da "complicazioni tecnico-fisiche".
Giovani talentuosi ma ancora un po'acerbi, i Libertines dimostrano comunque di poter ben giocare le loro carte nello show business con evidenti possibilità di successo. Fondamentale sarà riuscire a mantenere l'unità del gruppo (i personaggi sono piuttosto "effervescenti ed eccitabili") sviluppando altresì una maggiore capacità di "gestire" tutti i momenti del concerto, senza cedimenti nè pause.
La festa è proseguita con i dj set dello stesso Geoff Travis, dei giornalisti del Mucchio Selvaggio e di Vanessa Beat (che ringraziamo per il gentile invito al party).

Mauro Zaccuri