King's
Cross Station
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A Londra.
Finalmente. Dopo oltre 15 anni ritorniamo nel cuore della nostra musica.
Nella città che ha visto nascere il punk rock (importandone il
DNA dagli States) e la rivoluzione musicale che ne conseguì. Un
melting pot culturale unico, radice della musica contaminata, massima
espressione artistica dei Clash. Potrebbe essere catalogata come una visione
romantica della capitale britannica, ma è una visione che pensiamo
di poter condividere con molti di voi e che si basa su dati di fatto oggettivi
e concreti. Basta prendere l'underground, guardarsi intorno ed "annusare"
l'aria della città : a Londra viene suonata ogni tipo di musica,
in un normale weekend ci possono essere in programma intorno ai 100 concerti
di rock, reggae, punk, soul, folk, country, jazz. In estate poi ci sono
i festival nei parchi, negli stadi, nei pub. Insomma un delirio, un'offerta
ineguagliabile. Qualcosa da vivere assolutamente, in relazione alla musica
che si preferisce.
Un panorama che, nonostante qualche sforzo meritevole, rimane distante
anni luce da quello italiano. Prendiamone atto consapevolmente e cerchiamo,
facendo singolarmente la nostra parte, di migliorare l'approccio culturale
alla musica , che, lo ripetiamo da tempo, deve essere considerata a tutti
gli effetti ARTE , con tutte le conseguenze del caso. La storia
della musica rock insegnata alla medie ?
Shepherds
Bush Empire - 11/07/2002
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Il
Concerto
Da King's Cross (dove abbiamo la pensione) a Shepherd's Bush, con la Central
Line.Dopo un veloce doner kebab ed una stragoduta Tennents Super, arrivo
allo Shepherds Bush Empire intorno alle 21,15 , a concerto appena iniziato
(ci perdiamo Shaktar Donetsk). In tempo però per seguire la bellissima
e sempreterna "Rudie Can't Fail", cantata in coro da tutti.
Sono in compagnia di un paio di Radio Brixton (Sandro ed Antonello
- riguardo al loro live londinese della sera precedente andate alla pagina
Recensioni/Concerti )
e di un loro amico fan dei Clash , Mauro. L'incontro con l'ormai mitico
Giuseppe Rivela, il vero promoter del tutto, è rimandato all'interno
del locale. (A dire il vero però c'eravamo già salutati
qualche ora prima nel pub vicino allo Shepherds Bush, nel quale avevo
stretto la mano a Tymon Dogg, cordialissimo violinista dei Mescaleros,
ed al grande Ant di Strummersite. Causa disguidi e ritardi vari ci è
sfuggita la possibilità di seguire il check sound dei Mescaleros.
In ogni caso grazie al lavoro fotografico di Fabio, amico di Giuseppe
e residente a Londra, restano una serie di belle fotografie che testimoniano
le prove).
Lo Shepherds Bush Empire è veramente un locale coinvolgente, perfetto
per lo Strummer attuale, con il fascino del teatro (modello Brixton Academy)
ed un ottima acustica. Penso possa contenere intorno alle 1.500-2000 persone,
e questa sera è quasi tutto pieno.
Ci dirigiamo vicino al palco in zona laterale per poter scattare anche
qualche foto in posizione decente (ma scopriremo che non sarà facile
fra calca, "pogo maturo", e disturbi del servizio d'ordine),
fra lo stupore e l'interesse della gente intorno a noi nel sentir parlare
in italiano.
Eccolo lì il vecchio Joe. 50 anni portati piuttosto bene direi,
il solito modo passionale di stare sul palco, la solita capacità
magnetica di catturare l'audience, nonostante la voce tradisca una raucedine
che va oltre il normale timbro canoro del nostro (Strummer è rientrato
solo la sera prima da una serie di date nella West Coast ).
E' un piacere rivederlo, una sensazione positiva che riesce a coniugare
il passato (che non riuscirà mai a staccarsi dalla mia pelle; quale
gradita condanna!!) con il presente.
Foto
Radioclash - Joe live in London
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Foto
Radioclash - Joe live in London
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Sì perché "Bhindi Bhagee", ben eseguita ed ormai
uno dei pezzi di punta del repertorio Mescaleros, mi riporta alla realtà
: oggi Joe suona buona musica, su questo non ci piove. Ovviamente, per
mille motivi, non potrà mai reggere il confronto con le passate
produzioni Clash, ma rimane buona musica con alcuni brani di livello superiore.
Seguono "Junco Partner" ed "Armagideon Time" : il
reggae invade la sala e contribuisce a far salire il coinvolgimento del
pubblico che viaggia principalmente fra i 30 ed i 40 anni , con qualche
giovane sotto il palco a godersi da vicino l'icona del punk storico. Ci
dicono che negli States il pubblico di Joe & Mescaleros è costituito
da diversi giovani che amano le nuove canzoni dei Mescaleros e non solo
quelle dei Clash. Fa piacere saperlo, anche se a Londra la situazione
mi pare sia esattamente di segno contrario. Però anche i nostalgici
più puri farebbero bene ad ascoltarsi il nuovo "Get Down Moses",
un reggae-rock di grande efficacia che entra in testa velocemente (sono
curioso di leggermi con calma il testo, pare essere interessante e dissacrante
da quello che si è potuto intuire).
La pelle d'oca arriva, e l'emozione vale per tutti coloro che mi circondano,
grazie a "White Man in Hammersmith Palais". Il pubblico (italiani
compresi) canta tutta la canzone, sempre fantastica, in assoluto fra le
migliori scritte dal duo Strummer-Jones. Continuano le emozioni con "I
Fought The Law", dove forse la band non "tira" come invece
dovrebbe. Una breve riflessione anche sui Mescaleros : a mio parere in
alcuni brani il gruppo da l'impressione di non mettere la necessaria grinta,
qualche elemento sembra si limiti a fare il proprio compitino come se
fosse un corpo a sè rispetto al resto (mi riferisco in particolare
al chitarrista Scott Shields ed al bassista Simon Stafford). Ottimi invece
per talento, poliedricità e coinvolgimento sia Martin Slattery
(suona di tutto : chitarra, sax, tastiere, con le dovute proporzioni è
un po' il Mick Jones dei Mescaleros) ed anche Tymon Dogg, mai banale con
le incursioni del suo violino. Bene anche il batterista Luke Bullen ,
tecnico e preciso anche se non particolarmente potente.
Joe
Live in London - photo by Fabio Calascibetta
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Lo show prosegue con "Mega Bottle Ride", l'intensa ballata tex-mex
di "X-Ray Style" (da molto tempo non veniva suonata dal vivo)
poi "Willesden to Cricklewood" sinceramente deboluccia ed eseguita
con fiacchezza. Ma è un attimo, le robuste "Bummed Out City"
e "Johnny Appleseed", entrambe arrangiate in chiave più
rock rispetto al disco, ci introducono alla bella versione di "Walk
on the Wild Side" di Lou Reed ed in seguito a "Police on My
Back" con un finale elettrico in crescendo dove primeggia Slattery.
"Cool'n'Out" e la sempre coinvolgente "Yalla Yalla"
chiudono le canzoni dei Mescaleros. Poi si apre il finale quasi tutto
attinto dal repertorio Clash. Dalla indimenticabile "Police and Thieves"
con il pubblico a fare da eco ad ogni parola, per poi passare, dopo l'inserto
ska di "Message to you Rudie", a "London's Burning"
che infiamma ancora almeno i nostri cuori, e , per i bis, alla stupenda
"Bankrobber" che ci trasporta ipnoticamente verso i cori finali
di "Pressure Drop". Un ora e quaranta minuti di concerto volati
via.
Che
volete che vi dica, una serata indimenticabile : Londra, Joe Strummer,
echi dei Clash e di quella sottocultura a me cara. Sono i flash positivi
che la vita ci riserva. E se la realtà di tutti i giorni è
dura se non impossibile da digerire, questi sono frammenti che riescono
a rimetterti in moto.
Such is life. Vorrei dedicare questi momenti a Paolo, se mi sente, se
riesce ad ascoltarmi. Ho pensato a lui molto spesso in questi giorni londinesi.
Che la sua luce continui ad illuminare la mia e la nostra linea.
London - Backstage
Prima di dire qualsiasi cosa, voglio formulare un GRAZIE grosso
così a Giuseppe Rivela, il quale, grazie ai suoi ottimi
contatti con i mitici Rob ed Ant (RIGRAZIE!) del
sito ufficiale di Joe Strummer (www.strummersite.com),
mi ha permesso di incontrare per qualche minuto Joe Strummer e di stringerli
la mano. Era quello che volevo fare da tempo : dire solo "grazie
Joe per quello che hai fatto con i Clash". Semplicemente, senza aggiungere
ne togliere altro.Una fortissima emozione, arrivata a chiudere una giornata
memorabile.
E' stata una opportunità condivisa con gli altri ragazzi dei Radio
Brixton, ovviamente anch'essi visibilmente soddisfatti.
Un'altra cosa che mi ha reso particolarmente felice (la stessa emozione
provata con Joe) è stata quella di incontrare nel backstage Topper
Headon. Sono contento perché l'ho visto bene, disponibile e cortese
(d'obbligo l'autografo) con tutti. I guai fisici sembrano quasi del tutto
rientrati, e sembrava contento di notare ancora tutta questa attenzione
intorno a sé. Che fantastico drummer è stato Topper Headon.
Gli auguro tutto il bene possibile per il suo futuro.
Un passo indietro per raccontare come è andata un po' più
nei dettagli, innocente gossip a buon mercato (anche se generalmente sono
riluttante a questo genere di cose). Al termine del concerto, dopo un
fallito tentativo di recuperare una birra qualsiasi (le casse del locale
alle 23,00 sono già chiuse) veniamo chiamati da Rob ed Ant che
ci invitano ad entrare nel backstage. Due parole con il servizio di sicurezza
ed è fatta, siamo dentro. Il locale si presenta abbastanza pieno
(50-60 persone), una piccola oasi (si beve birra a fiumi) rispetto alla
sala del concerto già tristemente vuota. Qualche occhiata in giro
ed incrociamo, come già detto, Topper Headon. Si aggira nel locale
un personaggio che dicono essere l'autista del pullman dei Clash durante
il loro primo tour americano, ci viene incontro una graziosa morettina
dai tratti asiatici (Annabella Lwin ex cantante dei Bow Wow Wow, ricordate
il gruppo pop anni 80 ?) la quale dopo qualche discorso sulla sua natura
aggressiva (??) ci esorta a scendere nel piano inferiore della sala per
inserirci maggiormente fra la gente che nel frattempo è aumentata
di numero.
Sento qualcun altro parlare in italiano, ma c'è un po' di calca
e non razionalizzo. Giusto il tempo di notare con piacere qualche interessante
bionda inglese, ed ecco sbucare Giuseppe Rivela che ci chiede di salire
con lui nel camerino di Strummer. Recuperiamo un paio di "pass"
e voliamo di filata su per le scale. Fatti due piani incrociamo l'attuale
compagna di Strummer (sui 35 anni, molto carina, meglio, molto meglio
rispetto alle foto che avevo visto in giro) ed entriamo nel camerino di
Joe. E' seduto e sta ascoltando un tizio che gli parla freneticamente.
Su un divano di fianco tre persone parlano per i fatti loro. L'atmosfera
è abbastanza imbarazzante, ma dopo qualche minuto è Joe
che ci vede, ci viene incontro e ci suggerisce di bere un po' di vino
rosso che sta alle nostre spalle, scusandosi del fatto che si sente poco
bene, che ha un forte raffreddore. Il tempo di scambiare fra noi qualche
impressione, di vedere entrare nel camerino una delle figlie di Joe, e
decidiamo che forse non è il caso di rompere troppo le scatole.
Ci avvisano che Joe scenderà a breve nel backstage e ci diamo appuntamento
a fra poco.
In effetti dopo poco Joe scende e viene circondato da diversi fan, compresa
una ragazzina che gli si pianta alle costole e non lo molla un attimo.
Qui Joe chiede il nostro aiuto : ci invita a parlare forte (a gridare
direi) in italiano per scoraggiare la fanciulla (forse la sua compagna
lo stava controllando?) e farla allontanare definitivamente. Missione
compiuta : io e Mauro (gli italiani nelle scene madri sono superbi) sconfiggiamo
l'aggressore e ci portiamo via Joe per qualche minuto. Nonostante le nostre
richieste nessuna data in Italia è stata confermata da Strummer.
(Ma qui non so quanto pesi effettivamente la sua volontà). Forse
per il prossimo tour del nuovo disco, la cui uscita è confermata
invece per il 2003.
Altri racconti su Londra e sullo show di Manchester seguiranno. Stay
tuned !!
Mauro
Zaccuri
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