RADIOCLASH IN ENGLAND - JULY 2002 (Prima Parte )
Joe Strummer and Mescaleros Live Concert
11/7/2002 - Shepherds Bush Empire - London



Joe Live in London - photo by Fabio Calascibetta
Provided courtesy of Strummersite.com


Setlist :
Shaktar Donetsk - Rudie Can't Fail - Bhindi Bhagee - Junco Partner - Armagideon Time - Get Down Moses - White Man in Hammersmith Palais - I Fought the Law - Ishen - Mega Bottle Ride - X Ray Style - Willesden to Cricklewood - Bummed Out City - Johnny Appleseed - Walk On The Wild Side - Police on my Back - Cool 'N' Out - Yalla Yalla - Police and Thieves - Message to You Rudie - London's Burning - Bankrobber - Pressure Drop.



King's Cross Station


A Londra.
Finalmente. Dopo oltre 15 anni ritorniamo nel cuore della nostra musica. Nella città che ha visto nascere il punk rock (importandone il DNA dagli States) e la rivoluzione musicale che ne conseguì. Un melting pot culturale unico, radice della musica contaminata, massima espressione artistica dei Clash. Potrebbe essere catalogata come una visione romantica della capitale britannica, ma è una visione che pensiamo di poter condividere con molti di voi e che si basa su dati di fatto oggettivi e concreti. Basta prendere l'underground, guardarsi intorno ed "annusare" l'aria della città : a Londra viene suonata ogni tipo di musica, in un normale weekend ci possono essere in programma intorno ai 100 concerti di rock, reggae, punk, soul, folk, country, jazz. In estate poi ci sono i festival nei parchi, negli stadi, nei pub. Insomma un delirio, un'offerta ineguagliabile. Qualcosa da vivere assolutamente, in relazione alla musica che si preferisce.
Un panorama che, nonostante qualche sforzo meritevole, rimane distante anni luce da quello italiano. Prendiamone atto consapevolmente e cerchiamo, facendo singolarmente la nostra parte, di migliorare l'approccio culturale alla musica , che, lo ripetiamo da tempo, deve essere considerata a tutti gli effetti ARTE , con tutte le conseguenze del caso. La storia della musica rock insegnata alla medie ?


Shepherds Bush Empire - 11/07/2002

Il Concerto
Da King's Cross (dove abbiamo la pensione) a Shepherd's Bush, con la Central Line.Dopo un veloce doner kebab ed una stragoduta Tennents Super, arrivo allo Shepherds Bush Empire intorno alle 21,15 , a concerto appena iniziato (ci perdiamo Shaktar Donetsk). In tempo però per seguire la bellissima e sempreterna "Rudie Can't Fail", cantata in coro da tutti.
Sono in compagnia di un paio di Radio Brixton (Sandro ed Antonello - riguardo al loro live londinese della sera precedente andate alla pagina Recensioni/Concerti ) e di un loro amico fan dei Clash , Mauro. L'incontro con l'ormai mitico Giuseppe Rivela, il vero promoter del tutto, è rimandato all'interno del locale. (A dire il vero però c'eravamo già salutati qualche ora prima nel pub vicino allo Shepherds Bush, nel quale avevo stretto la mano a Tymon Dogg, cordialissimo violinista dei Mescaleros, ed al grande Ant di Strummersite. Causa disguidi e ritardi vari ci è sfuggita la possibilità di seguire il check sound dei Mescaleros. In ogni caso grazie al lavoro fotografico di Fabio, amico di Giuseppe e residente a Londra, restano una serie di belle fotografie che testimoniano le prove).

Lo Shepherds Bush Empire è veramente un locale coinvolgente, perfetto per lo Strummer attuale, con il fascino del teatro (modello Brixton Academy) ed un ottima acustica. Penso possa contenere intorno alle 1.500-2000 persone, e questa sera è quasi tutto pieno.
Ci dirigiamo vicino al palco in zona laterale per poter scattare anche qualche foto in posizione decente (ma scopriremo che non sarà facile fra calca, "pogo maturo", e disturbi del servizio d'ordine), fra lo stupore e l'interesse della gente intorno a noi nel sentir parlare in italiano.
Eccolo lì il vecchio Joe. 50 anni portati piuttosto bene direi, il solito modo passionale di stare sul palco, la solita capacità magnetica di catturare l'audience, nonostante la voce tradisca una raucedine che va oltre il normale timbro canoro del nostro (Strummer è rientrato solo la sera prima da una serie di date nella West Coast ).
E' un piacere rivederlo, una sensazione positiva che riesce a coniugare il passato (che non riuscirà mai a staccarsi dalla mia pelle; quale gradita condanna!!) con il presente.


Foto Radioclash - Joe live in London

Foto Radioclash - Joe live in London


Sì perché "Bhindi Bhagee", ben eseguita ed ormai uno dei pezzi di punta del repertorio Mescaleros, mi riporta alla realtà : oggi Joe suona buona musica, su questo non ci piove. Ovviamente, per mille motivi, non potrà mai reggere il confronto con le passate produzioni Clash, ma rimane buona musica con alcuni brani di livello superiore. Seguono "Junco Partner" ed "Armagideon Time" : il reggae invade la sala e contribuisce a far salire il coinvolgimento del pubblico che viaggia principalmente fra i 30 ed i 40 anni , con qualche giovane sotto il palco a godersi da vicino l'icona del punk storico. Ci dicono che negli States il pubblico di Joe & Mescaleros è costituito da diversi giovani che amano le nuove canzoni dei Mescaleros e non solo quelle dei Clash. Fa piacere saperlo, anche se a Londra la situazione mi pare sia esattamente di segno contrario. Però anche i nostalgici più puri farebbero bene ad ascoltarsi il nuovo "Get Down Moses", un reggae-rock di grande efficacia che entra in testa velocemente (sono curioso di leggermi con calma il testo, pare essere interessante e dissacrante da quello che si è potuto intuire).

La pelle d'oca arriva, e l'emozione vale per tutti coloro che mi circondano, grazie a "White Man in Hammersmith Palais". Il pubblico (italiani compresi) canta tutta la canzone, sempre fantastica, in assoluto fra le migliori scritte dal duo Strummer-Jones. Continuano le emozioni con "I Fought The Law", dove forse la band non "tira" come invece dovrebbe. Una breve riflessione anche sui Mescaleros : a mio parere in alcuni brani il gruppo da l'impressione di non mettere la necessaria grinta, qualche elemento sembra si limiti a fare il proprio compitino come se fosse un corpo a sè rispetto al resto (mi riferisco in particolare al chitarrista Scott Shields ed al bassista Simon Stafford). Ottimi invece per talento, poliedricità e coinvolgimento sia Martin Slattery (suona di tutto : chitarra, sax, tastiere, con le dovute proporzioni è un po' il Mick Jones dei Mescaleros) ed anche Tymon Dogg, mai banale con le incursioni del suo violino. Bene anche il batterista Luke Bullen , tecnico e preciso anche se non particolarmente potente.


Joe Live in London - photo by Fabio Calascibetta


Lo show prosegue con "Mega Bottle Ride", l'intensa ballata tex-mex di "X-Ray Style" (da molto tempo non veniva suonata dal vivo) poi "Willesden to Cricklewood" sinceramente deboluccia ed eseguita con fiacchezza. Ma è un attimo, le robuste "Bummed Out City" e "Johnny Appleseed", entrambe arrangiate in chiave più rock rispetto al disco, ci introducono alla bella versione di "Walk on the Wild Side" di Lou Reed ed in seguito a "Police on My Back" con un finale elettrico in crescendo dove primeggia Slattery. "Cool'n'Out" e la sempre coinvolgente "Yalla Yalla" chiudono le canzoni dei Mescaleros. Poi si apre il finale quasi tutto attinto dal repertorio Clash. Dalla indimenticabile "Police and Thieves" con il pubblico a fare da eco ad ogni parola, per poi passare, dopo l'inserto ska di "Message to you Rudie", a "London's Burning" che infiamma ancora almeno i nostri cuori, e , per i bis, alla stupenda "Bankrobber" che ci trasporta ipnoticamente verso i cori finali di "Pressure Drop". Un ora e quaranta minuti di concerto volati via.

Che volete che vi dica, una serata indimenticabile : Londra, Joe Strummer, echi dei Clash e di quella sottocultura a me cara. Sono i flash positivi che la vita ci riserva. E se la realtà di tutti i giorni è dura se non impossibile da digerire, questi sono frammenti che riescono a rimetterti in moto.
Such is life. Vorrei dedicare questi momenti a Paolo, se mi sente, se riesce ad ascoltarmi. Ho pensato a lui molto spesso in questi giorni londinesi. Che la sua luce continui ad illuminare la mia e la nostra linea.


London - Backstage



Prima di dire qualsiasi cosa, voglio formulare un GRAZIE grosso così a Giuseppe Rivela, il quale, grazie ai suoi ottimi contatti con i mitici Rob ed Ant (RIGRAZIE!) del sito ufficiale di Joe Strummer (www.strummersite.com), mi ha permesso di incontrare per qualche minuto Joe Strummer e di stringerli la mano. Era quello che volevo fare da tempo : dire solo "grazie Joe per quello che hai fatto con i Clash". Semplicemente, senza aggiungere ne togliere altro.Una fortissima emozione, arrivata a chiudere una giornata memorabile.
E' stata una opportunità condivisa con gli altri ragazzi dei Radio Brixton, ovviamente anch'essi visibilmente soddisfatti.
Un'altra cosa che mi ha reso particolarmente felice (la stessa emozione provata con Joe) è stata quella di incontrare nel backstage Topper Headon. Sono contento perché l'ho visto bene, disponibile e cortese (d'obbligo l'autografo) con tutti. I guai fisici sembrano quasi del tutto rientrati, e sembrava contento di notare ancora tutta questa attenzione intorno a sé. Che fantastico drummer è stato Topper Headon. Gli auguro tutto il bene possibile per il suo futuro.


Un passo indietro per raccontare come è andata un po' più nei dettagli, innocente gossip a buon mercato (anche se generalmente sono riluttante a questo genere di cose). Al termine del concerto, dopo un fallito tentativo di recuperare una birra qualsiasi (le casse del locale alle 23,00 sono già chiuse) veniamo chiamati da Rob ed Ant che ci invitano ad entrare nel backstage. Due parole con il servizio di sicurezza ed è fatta, siamo dentro. Il locale si presenta abbastanza pieno (50-60 persone), una piccola oasi (si beve birra a fiumi) rispetto alla sala del concerto già tristemente vuota. Qualche occhiata in giro ed incrociamo, come già detto, Topper Headon. Si aggira nel locale un personaggio che dicono essere l'autista del pullman dei Clash durante il loro primo tour americano, ci viene incontro una graziosa morettina dai tratti asiatici (Annabella Lwin ex cantante dei Bow Wow Wow, ricordate il gruppo pop anni 80 ?) la quale dopo qualche discorso sulla sua natura aggressiva (??) ci esorta a scendere nel piano inferiore della sala per inserirci maggiormente fra la gente che nel frattempo è aumentata di numero.

Sento qualcun altro parlare in italiano, ma c'è un po' di calca e non razionalizzo. Giusto il tempo di notare con piacere qualche interessante bionda inglese, ed ecco sbucare Giuseppe Rivela che ci chiede di salire con lui nel camerino di Strummer. Recuperiamo un paio di "pass" e voliamo di filata su per le scale. Fatti due piani incrociamo l'attuale compagna di Strummer (sui 35 anni, molto carina, meglio, molto meglio rispetto alle foto che avevo visto in giro) ed entriamo nel camerino di Joe. E' seduto e sta ascoltando un tizio che gli parla freneticamente. Su un divano di fianco tre persone parlano per i fatti loro. L'atmosfera è abbastanza imbarazzante, ma dopo qualche minuto è Joe che ci vede, ci viene incontro e ci suggerisce di bere un po' di vino rosso che sta alle nostre spalle, scusandosi del fatto che si sente poco bene, che ha un forte raffreddore. Il tempo di scambiare fra noi qualche impressione, di vedere entrare nel camerino una delle figlie di Joe, e decidiamo che forse non è il caso di rompere troppo le scatole. Ci avvisano che Joe scenderà a breve nel backstage e ci diamo appuntamento a fra poco.

In effetti dopo poco Joe scende e viene circondato da diversi fan, compresa una ragazzina che gli si pianta alle costole e non lo molla un attimo. Qui Joe chiede il nostro aiuto : ci invita a parlare forte (a gridare direi) in italiano per scoraggiare la fanciulla (forse la sua compagna lo stava controllando?) e farla allontanare definitivamente. Missione compiuta : io e Mauro (gli italiani nelle scene madri sono superbi) sconfiggiamo l'aggressore e ci portiamo via Joe per qualche minuto. Nonostante le nostre richieste nessuna data in Italia è stata confermata da Strummer. (Ma qui non so quanto pesi effettivamente la sua volontà). Forse per il prossimo tour del nuovo disco, la cui uscita è confermata invece per il 2003.

Altri racconti su Londra e sullo show di Manchester seguiranno. Stay tuned !!

Mauro Zaccuri