JOE STRUMMER
21/8/1952 - 22/12/2002
"Walking it like he talked it"


IL RICORDO DI FEDERICO VACALEBRE*

Da "Il Mattino" del 24/12/2002
FEDERICO VACALEBRE : "Addio Strummer, l'ultimo dei mohicani punk"

Le agenzie dicono che Joe Strummer, 50 anni, è stato trovato morto due giorni fa, nella sua casa a Broomfield (Somerset, England), forse per attacco cardiaco (lo deciderà un'autopsia). Se esistessero ancora le fanzine punk racconterebbero la loro zerità, col tono militante e per sempre giovane della controinformazione fotocopiata : Joe se n'è andato per rovinare il natale all'Inghilterra guerrafondaia di Blair e per impedire che i Clash prima o poi si riunissero, spinti dalla calamita (o calamità ?) dell'eterno revival e/o dal richiamo di un ingaggio miliardario, magari in occasione dell'ammissione, il 10 marzo 2003, nella Rock and Roll Hall of Fame.

Hey Joe, questo Natale (ri)parleranno del punk, confondendolo con le birichinate di Green Day & Co. Parleranno di te, e di zio Mick Jones, e di zio Paul Simonon, e di zio Topper Headon, e dei Sex Pistols e di tutti gli altri kids d'un tempo, forse ricorderanno persino London SS e 101'ers. Hey Joe, i soliti soloni diranno che eri l'ennesimo borghese, anzi, figlio di un diplomatico, nato ad Ankara per caso, trasformato in ribelle senza pausa, ma i cd dei ragazzi di ieri e di oggi suoneranno "White Riot", "Radio Clash", "London Calling" e "Washington Bullets" (ri)scoprendo quanta attualità e quanta rabbia mai sopita si nasconda nel sogno no global di quelle canzoni che mescolarono la rabbia del sottoproletariato bianco con quella dei ghetti neri. Hey Joe come spiegare a mio figlio chi eri, o almeno chi sei stato per me e per quanti negli inni riottosi scritti con zio Mick rinvennero l'ultimo disperato tentativo del rock di evitare la normalizzazione e la museificazione, combinando il sesso con la sovversione e lo stile? Hey Joe, che parole usare per raccontargli perché gli integralisti anarcopunk vi scomunicarono quando firmaste per una multinazionale del disco? O di quel vostro primo concerto italiano, nel giugno 1980 in piazza Maggiore, Bologna, con Topper Headon che non arrivava e veniva sostituito dal batterista dei Cafè Caracas, la band di Raffaele Refoli, alias Raf ? O di quando nell'84 la seconda line-up dei Clash si esibiva a Cava dei Tirreni e tu ne approfittasti per fare il turista a Napoli tra i guaglioni sconvolti dal tuo look mohicano ?

Hey Joe, forse ora qualcuno ti chiederà di metter su una band con Sid Vicious al basso o di duettare con Ian Curtis o Kurt Cobain : siamo tutti orfani di qualcuno, è difficile ammettere che siamo soprattutto orfani di noi stessi, dei capelli e dei sogni perduti, quei sogni stretti nei solchi di quegli LP consumati, ricomprati e riconsumati su Cd, anche se il profumo del vinile è un'altra cosa : "The Clash" (1977), ovvero l'urlo, l'esplosione nichilista ma non troppo, il punky reggae party, il suono della "Garageland" che invogliava mezzo mondo ad uscire fuori dai garage per suonare, non importa come, e urlare il declino dell'impero occidentale; "Give'em enough rope" ('78), duro, compatto e da rivalutare; il doppio "London Calling" ('79), uno dei dischi da portare con sé sulla classica isola deserta, con la copertina che cita l'esordio di Presley e una cosmogonia rock'n'roll tra guerre civili spagnole, rivolte inglesi, incubi americani, profumi giamaicani; il triplo "Sandinista! ('80), capolavoro terzomondista, romantico, guerrigliero ed apripista della world music prossima ventura con quel cocktail di ingredienti della tradizione bianca (r'n'r, punk, surf, valzer, marce), ma soprattutto nera (reggae, funky,disco,jazz,ritmi latinoamericani, rap) ; "Combat Rock" ('82), sospeso fra rap, atmosfere dilatate, Allen Ginsberg e "Rock The Casbah".
Hey Joe, non voglio dire che dopo quell'inevitabile rottura di diciannove anni fa, troppe pressioni e soldi e eroina (Topper Headon), tu non abbia combinato più nulla di buono tra i pseudoClash di "Cut the Crap", i concerti coi Pogues, i film ("Mistery Train" di Jarmush, "Ho affittato un killer" di Kaurismaki) i dischi da solista ("Walker" dell'87, "Earthquake Weather" dell'89, "Rock Art and The X Ray Style" del 99 e "Global a Go Go" del 2001 coi Mescaleros).
Hey Joe, cosa avrei dato per esser stato il novembre all'Acton Town Hall di Londra, quando Mick Jones si è aggiunto ai tuoi Mescaleros ed insieme avete intonato "Bankrobber", "White Riot" e "London's Burning".
Hey Joe, un saluto da uno dei Clash City Rockers. La vita, e la rivolta, continua.

* Federico Vacalebre è giornalista del Mattino ed autore del libro "Clash"
(Gamma Libri - 1983)