Un
rapido viaggio a Londra con le famiglie per ricordare, testimoniare e
mantenere vivo , anche per le generazioni future, anche per i nostri figli,
il ricordo di Joe Strummer. Ogni gesto che parta dal cuore e si muova
con passione nella direzione sopra indicata, sarà sempre il benvenuto
in queste pagine.
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Londra,
Sabato 11 Settembre 2004
La Harrow Road è una lunga via posta nella zona di Maida Hill (West
London), fra Ladbroke Grove e Walterton Road, a poca distanza da Elgin
Avenue.
Come si potrà notare sono le zone frequentate da Joe Strummer nella
sua giovinezza ed in particolare a decorrere dal 1974. Al 101 di Walterton
Road c'era lo squat in cui viveva e che diede il nome ai 101'ers, la sua
seconda band (la prima fu quella dei Vultures, formata a Newport, Galles)
costituita nel maggio del '74 quando ancora si faceva chiamare Woody (Mellor).
Sempre in quegli anni Strummer fece parte dell'Elgin Avenue Squatters
Community.
La mostra dunque è stata posta significativamente al centro di
questi luoghi che richiamano alla memoria un importante pezzo di vita
di Joe Strummer, riuscendo a legare l'aspetto pubblico e quello personale
(attraverso i suoi archivi privati) del grande rocker inglese.
La mattina è nuvolosa e tira un bel vento, ma Londra questa volta
ci risparmia la sua proverbiale pioggia. Meno male, perché con
le rispettive famiglie al seguito (l'altra è quella di Silvio Calesini,
collaboratore di radioclash.it e compagno di band) non sarebbe stato semplice
passeggiare tranquillamente, come si è invece fatto, per le strade
di questo quartiere popolare a forte presenza asiatica già animato
di primo mattino. L'evento, organizzato dalla Walterton & Elgin Community
Homes, è situato al piano terreno della palazzina al 425 di Harrow
Road, all'interno della struttura dei London Print Studio, ed ospita una
parallela raccolta fondi per la Fondazione Strummerville. L'esposizione
è felicemente curata negli spazi interni dall'artista Gordon McHarg
con il fattivo aiuto degli amici più intimi di Strummer, e si sviluppa
su 60-70 mq, catturando l'attenzione sin dalla vetrina esterna sulla quale
sono impresse in modo evidente, insieme ad altre frasi di Joe, le seguenti
emblematiche parole da lui pronunciate nel dicembre '76 durante un'intervista
rilasciata al NME riguardo i Clash : "Penso che la gente dovrebbe
sapere che noi siamo anti-fascisti, contro la violenza, siamo anti-razzisti
e per la creatività. Noi siamo contro l'ignoranza".
All'interno l'area è suddivisa in diverse sezioni facenti parti
di un percorso logico (past, present, and future) che intende mettere
in evidenza lo spirito, l'energia, la combattività, la sensibilità,
le grandi doti umane e comunitarie dell'ex frontman dei Clash. La prima
sezione raccoglie alcune bacheche a vetri dove si possono osservare diversi
oggetti personali di Strummer ed anche una bellissima collezione di fotografie
scattate da Julian Jewdall, molte delle quali esposte per la prima volta,
riguardanti Joe con i 101'ers agli esordi. Gli scatti vanno dal '74 al
'76 e ritraggono Strummer insieme ai suoi amici e compagni di band (Richard
Dudansky, Alvaro Rojas, Simon Cassel , Clive Temperly) in Walterton Road
e nella Great Western Road. Altre riguardano Joe insieme a Tymon Dogg,
oppure da solo in Orsette Terrace; altre ancora, e sono quelle che restano
in testa più facilmente, riguardano le immagini di alcuni concerti
live con i 101'ers, e ci mostrano uno splendente e giovane Strummer in
piena azione, già così spontaneo e naturalmente trascinante
e carismatico. Si prosegue con copie di articoli originali e recensioni
dei concerti dei 101'ers e dei Clash agli esordi (tipo quello del 5 settembre
'76 al Roundhouse in Chalk Farm), copertine di singoli, foto live dei
Clash , testi manoscritti, disegni (Strummer aveva un'ottima mano), scalette
dei concerti, sequenze di accordi, un'altra bella foto scattata da Barry
Scratchy Myers a Strummer, Joe Ely e Mick Jones. Una parete è dedicata
al rapporto con i fan giapponesi, attraverso diverse foto e lettere inviate
a Joe fra il 1981 ed il 1982, mentre un'altra sezione fotografica ci riporta
al 1988, ed all'esperienza solista di Strummer con i Latino Rockabilly
War. Nella parete della stanza centrale è collocata un grande bandiera
blu con la scritta "State Of Freedom", mentre a terra è
posizionato il "campfires", luogo d'incontro utilizzato da Strummer
durante gli appuntamenti annuali al festival di Glastonbury.
E' qui che con grande piacere incontriamo, ce lo aveva preannunciato,
Concetta Maida, italiana residente a Londra da una decina d'anni, che
aveva collaborato con il sito attraverso un articolo sulla mostra fotografica
londinese di Bob Gruen sui Clash.
L'ultima parte della mostra è dedicata ai bambini, cioè
il futuro e la speranza. Centinaia di bandierine disegnate dai bimbi spiccano
dall'alto della parete, tutte coloratissime e vivaci, in rappresentanza
delle diverse culture nel mondo. La necessità di fratellanza e
di unione fra i popoli, attraverso l'innocenza dei bambini. Un simbolico
gesto di fiducia nei confronti dell'intera umanità, nonostante
ed in contrasto con la follia cieca dei nostri giorni. Anche i nostri
figli contribuiscono (abbondantemente) alla creazione di nuove bandierine
che verranno sistemate insieme alle altre , per loro è stato il
momento più bello.
Per noi adulti, certamente più disillusi, ma ancora capaci di commuoverci
e sognare, bastano gesti più semplici, ma altrettanto significativi.
E' il caso del maturo signore "strummeriano" che, in compagnia
della moglie, esce dalla mostra insieme a noi dopo averci squadrato per
tutto il tempo (forse incuriosito dal fatto che eravamo gli unici "stranieri"
presenti in quel momento all'evento). Nota che stiamo per scattare una
foto di gruppo e si rende che uno di noi ne resterà escluso. Si
avvicina, chiede di scattare lui, ed al nostro ringraziamento ci saluta
alzando il pugno chiuso al cielo.
Mauro
Zaccuri
Info
: www.strummerville.com
www.strummersite.com
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