YO YO MUNDI
Live in Milano - Festa Provinciale di La Rinascita - 26/7/2002




Il lungo tour degli Yo Yo Mundi che promuove in giro per l'Italia "Alla bellezza dei Margini" (il loro nuovo disco), passa anche per Milano. A vederli alla Festa di La Rinascita ci vado con Antonella di RadioClash. Siamo entrambi curiosi di vedere dal vivo il loro combat folk dopo aver sinceramente apprezzato il nuovo lavoro, forse il loro miglior disco di sempre. Atmosfera cordiale e rilassata sotto il tendone che ospita il concerto. La gente non è numerosissima, ma sufficientemente calorosa e certamente interessata allo show ( dobbiamo dire in ogni caso che la Milano di fine luglio in un weekend strategico per l'esodo, sarebbe stata molto difficile da affrontare per chiunque). Ingresso gratuito grazie all'impegno degli organizzatori della festa (che sognatori questi comunisti, fanno ancora di queste cose!!).

Intorno alle 22,15 inizia il concerto con "Dio è Triste" una bella ballata dal "tiro giusto" per aprire il live. Da subito in evidenza la bella voce di Paolo Archetti Maestri. Band compatta, che riparte con le atmosfere suggestive e lineari e di "Quattro passi nell'ombra", dove si evidenzia il bel lavoro di Fabio Martino (maglietta rossa dei Gang per gradire) alla fisarmonica. Poi il folk tirato ed ubriaco di "Siamo cani da pagliaio" (quelli abituati a non chinare la testa) con Andrea Cavalieri che sfodera il contrabbasso elettrico e lo "picchia" per benino; gli Yo Yo Mundi si lasciano andare in una lunga version del brano particolarmente piacevole per poi introdurre "Chi si ricorda di Gigi Meroni" ( da "L'impazienza " del 1999) , canzone dedicata alla mitica e funambolica ala destra del Torino anni '60, anticonformista doc. Il buon equilibrio dei suoni contribuisce alla riuscita dello show.
Parte la frizzante versione di "Uh uh, Ah ah" ed il pubblico partecipa ed applaude convinto, poi un medley blueseggiante della serie "ci divertiamo un po'", ed ancora una vibrante ballata cantata da Andrea di cui però non conosciamo il nome.
Un efficace impasto strumentale di new wave e folk (spicca la chitarra di Fabrizio Barale, sempre prezioso nella sua tessitura ) per introdurre gli accordi de " La casa del freddo", ed a seguire arrivano le bellissime atmosfere rappresentate da "Alla bellezza dei Margini".


Cresce il calore della gente, gli Yo Yo Mundi abbinano tecnica ed emotività con maestria, ed Eugenio Merico attacca con la batteria "Il bimbo del Macello", un pezzo contro la violenza sugli animali (il gruppo piemontese è da sempre schierato con profonda convinzione a favore dei movimenti anti-vivisezione tipo la L.A.V.). Le atmosfere mediterranee della "Danza dei Pesci Spada" anticipano "Ambaradan", suonato con grinta e passione, il combat-folk di denuncia dei paesi "civili" che fanno la guerra "ai popoli che hanno fame". Chiude un pezzo che racchiude tutto in una parola molto attuale di questi tempi : "Sciopero", tirato folk da grande festa di civile disobbedienza.
Confermati dal vivo come avrete potuto capire (ed il live è sempre il miglior banco di prova per una rock-band) tutti i positivi giudizi sull'attuale momento degli Yo Yo Mundi.
Convincenti, ispirati e … sempre "al centro dei margini".

Mauro Zaccuri