STIFF LITTLE FINGERS, IRLANDA INFIAMMABILE
"La seconda generazione punk lascia il segno"



"Nel 25esimo anno dalla loro costituzione gli Stiff Little Fingers hanno deciso di pubblicare (è uscito lo scorso aprile) "Anthology", un triplo cd contenente complessivamente 55 brani. I primi due cd sono caratterizzati dalla presenza di tutti i singoli e dalle loro b-sides, mentre il terzo cd è un live. Una buona, anche se costosa, occasione per conoscere una delle migliori band della seconda generazione punk, molto vicina al sound dei Clash. RadioClash dedica loro un articolo a metà fra la biografia e l'analisi ".

Non abbiamo inserito gli Stiff Little Fingers nella pagina "Contaminazioni" solo perché quasi contemporanei ai Clash. Ma l'ambito stilistico è lo stesso. L'attitudine, la ripresa di brani reggae, la coscienza sociale e politica, fanno degli SLF una band che non può non essere amata da chi ama i Clash.
Ci riferiamo ovviamente alla prima parte della loro carriera (1978-1981). Perché l'evoluzione successiva (diciamo dopo "Now Then" del 1982) non ha portato fortuna al gruppo come nel caso dei quattro cavalieri della Londra che chiama. Gli SLF sono invece andati alla deriva con un pop-rock anonimo, lontanissimo dal punk rock crudo, cattivo e lancinante degli esordi.


Dopo aver visto un concerto dei Clash a Belfast, Jake Burns (Voce e chitarra) - Henry Cluney (Chitarra) - Ali McMordie (Basso) - Gordon Blair (Batteria) poi sostituito da Brian Faloon , decidono di formare una band. Probabilmente il nome del gruppo, Stiff Little Fingers, è stato mutuato da una b-sides di un 45 giri dei Vibrators. Cominciano a suonare cover dei più famosi gruppi punk. Dopo una performance live a Belfast un giornalista locale li incoraggia a scrivere brani propri , legati alla dura realtà che li circonda. Detto e fatto. Jake Burns nel giro di poco tempo (novembre 77) sforna due brani cattivi e politicizzati che diverranno autentici anthem : "Suspect Device" e "Wasted Life". La voce rabbiosa e stravolta di Burns unita alle liriche da barricata ed al punk-rock furioso di quei tempi, sono pugni in pieno volto, che non lasciano scampo. Il successo dei brani nei concerti porterà alla firma con Rough Trade, e nell'ottobre 1978, all'uscita di "Alternative Ulster" un vero classico del punk.
Il Nord Irlanda comincia ad andare un po' stretto agli SLF che partono per un tour in England e pubblicano, nel 1979, il bellissimo "Inflammable Material", il miglior disco della band ed uno dei migliori fra quelli di punk rock. Rimarrà scolpito nella storia questo "Inflammable Material", come successe a "The Clash". Entrambi i dischi sono crude e rabbiose testimonianze di quel tempo, capaci di fotografare la realtà in un pugno di canzoni all'arma bianca contro il sistema (alle porte si sentivano gli olezzi dei venti thatcheriani ). Per questo brani come "Wasted Life", "White Noise", "Suspect Device", "Law and Order" ed il reggae stravolto di "Johnny Was", molto influenzato dai Clash, rimangono pietre miliari di un certo tipo di street punk impegnato ed energico, a noi molto caro. Il disco arriva al numero 14 delle classifiche inglesi. Le cose si sviluppano velocemente adesso , il successo porta il gruppo a trasferirsi a Londra ed a cambiare di nuovo il batterista (entra Jim Reilly) oltre alla casa discografica che adesso è la Chrysalis.
Nel 1980 esce il secondo disco "Nobody's Heroes " che aggiunge un altro pugno di ottime canzoni alla SLF come "Tin Soldiers", "Gotta Getaway", "Nobody's Heroes" ed episodi più rock come in "Wait and See". I testi affrontano temi più "internazionali" come l'antimilitarismo, il razzismo, l'alienazione, mentre i concerti dal vivo continuano ad essere eventi speciali di energia e passione.

In ogni caso il gruppo comincia lentamente a muoversi dal punk verso forme di power pop. Nel 1981 la pubblicazione di "Go for It" accentua questo passaggio e produce brani composti con maggiore maturità e cura, ma , come spesso capita, meno freschi e coinvolgenti emotivamente. Comunque ancora un bel disco, nel quale spiccano composizioni come "Roots, Radicals, Rockers and Reggae" (un reggae bastardo che , per dare un esempio, ricorda il modo di suonare reggae dei Rancid), la bella strumentale "Got For It", "Safe As Houses", e la intensa "Piccadilly Circus". L'anno successivo (1982) è la volta di "Now Then" che sancisce il definitivo abbandono del punk e la conseguente perdita di consensi fra i punx più intransigenti. In realtà il disco presenta qualcosa di interessante anche se non al livello dei precedenti album. Da segnalare il remake di "Love of the Common People", la solida "Falling Down" e "Is That What You Fought the War For? " contrassegnata da un godibile impianto melodico. Non molto di più però. Sono molto lontani i tempi di "Inflammable Material". Sull'onda di una crisi di identità il gruppo si scioglie nel 1983. Dopo quattro anni di silenzio alcuni componenti storici della band si risentono e progettano una reunion attraverso una serie di concerti dal vivo. Tutto ciò si concretizzerà nel 1988 con due date alla Brixton Academy di Londra alla quale parteciparono entusiasti oltre 10.000 persone in due notti. I fans arrivarono dagli States, dal Giappone, dalla Svizzera. Due concerti assolutamente memorabili raccolti in "See You Up There" (album e video) una delle cose migliori realizzate dagli SLF. Il calore della gente provocò una reazione positiva nella band e determinò la prosecuzione in studio del progetto SLF. Non ci fu errore più clamoroso. Invece di chiudere in grande stile i ragazzi di Belfast si cimentarono in un pop modesto e senza idee che ha avuto come solo risultato quello di screditarli agli occhi del loro pubblico, che in ogni caso, in fondo, li ama ancora.

Mauro Zaccuri


Web : www.slf.com