GIULIANO PALMA
Live a Savona, 5/4/2002



Quella di Savona è la seconda vera esibizione dal vivo di Giuliano come artista solista e, a dispetto del soprannome, THE KING era parecchio emozionato.
Del resto i Casino Royale erano una band ultra collaudata e la classe dei Bluebeaters è pura garanzia, proporre invece pezzi propri non è poi così semplice, soprattutto quando la gente si aspetta molto da te.
Ad aprire il set "Musica di Musica", la storia della fine dei Casino Royale, cantata in coro da tutto il pubblico : un ottimo inizio !Rispetto alle cose più note di Giuliano Palma, ho notato una maggiore attenzione per la melodia nel senso più "italiano" del termine, molte influenze funky (ottimo il lavoro di Cato al basso), tanto lavoro da parte delle tastiere che davano un tocco molto lounge anche se poi l'impianto di base resta molto Kingston/Jamaica. Gran finale con "Re senza trono" ed una "Stay Free" da brivido.
Andate a vederlo se capita dalle vostre parti.

Alessandro Lugani



Intervista rilasciata da Giuliano Palma nel marzo 2002
ad Alberto Campo - (Fonte : Kataweb Musica)



Niente più Casino Royale, da un bel pezzo ormai. E adesso nemmeno Blue Beaters. Giuliano Palma corre per sé, "pilota senza scuderia" canta in Viaggio solo. Le iniziali che intestano il suo disco valgono per le generalità, ma significano anche Gran Premio. Pronti, via...

Partiamo dal passato: che cosa rimpiange di Casino Royale e Blue Beaters?
Dei primi tempi mi manca quel po' di spensieratezza in più. E anche la sensazione di stare in gruppo, la forza che ti può dare avere accanto altre persone che condividono quello che stai facendo. Ma è una forza che a lungo andare può diventare debolezza, se quello che fai è frutto di compromessi fra teste diverse. Da solo è tutta roba tua: onori e oneri. Uno diventa solista quando non ha più la capacità di mediare con il gusto e le intenzioni degli altri.

Proprio solo però no: con chi ha lavorato al disco?
Anzitutto la Pina: tutti i testi sono suoi e mi ha aiutato anche nella produzione. Siamo amici di vecchissima data… E insieme a lei Patrick Benifei, Prince Melody, altro reduce da Casino Royale e Blue Beaters. Poi ci sono Ale Turla e Fabietto, batterista e chitarrista dei Reggae National Tickets, che ho conosciuto attraverso Patrick, e al basso c'è Cato Senatore degli Africa Unite, già vecchia volpe nei Blue Beaters, così come i fiati di Parpaglione e Gigi T-Bone.
Sarà così anche dal vivo?
Vorrei che fosse così, salvo impegni dei singoli con i gruppi di appartenenza. Rispetto ai Blue Beaters, la variabile forte è Fabietto: impeccabile tecnicamente e molto versatile. Comunque aspetteremo un po' prima di uscire in concerto: diciamo fra aprile e maggio.





Ci saranno anche canzoni di Blue Beaters e Casino Royale in repertorio?
Non so ancora: qualcosa dei Blue Beaters magari sì, ma non in chiave ska o rocksteady vecchia maniera. Vorrei trasferire dal vivo l'esperimento fatto su disco: mischiare la radice Blue Beaters con l'elettronica. E mi piacerebbe suonare qualche canzone dei Casino Royale, soprattutto quelle scritte da me: Suona ancora, Cose difficili…
A che pubblico si rivolge adesso Giuliano Palma?
Ho voluto fare un disco di canzoni, perché credo che da me la gente si aspetti questo. Era così già con Casino Royale e Blue Beaters, e a una parte di quel pubblico il disco credo che piacerà. E' musica pop, in definitiva, nel senso di popolare: destinata a tutti quelli che apprezzano le canzoni.
Dunque anche "Sanremo" è un vocabolo accettabile…
Me lo sono chiesto… Per uno un po' autistico come me l'Ariston è troppo illuminato, non c'è intimità. La libidine di Sanremo è che negli ultimi anni si suona di nuovo con l'orchestra, e a me piacerebbe davvero scrivere una canzone con quello scopo. Ma la questione non è all'ordine del giorno e la risposta è "ni".

Timori che lo "zoccolo duro" storca il naso?
Sono sereno, perché spinto dalla necessità di fare cose nuove: le conseguenze sono comprese nel prezzo. Personalmente credo di aver proseguito un cammino abbastanza lineare: dopo il "film in costume" coi Blue Beaters, adesso siamo all'attualità. Il risultato mi appaga: per chi saprà ascoltare, nel disco c'è tutto quello che c'era prima e dell'altro in più. Ci sono i Clash, i Casino Royale, i Blue Beaters, ma soprattutto ci sono io.

A proposito di Clash: chiude il disco una versione unplugged di "Stay Free": perché?
I Clash sono l'origine della specie. E' un tributo a loro, ma anche a tutti quelli che se li sono goduti insieme a me e alla Pina: la cricca di persone che mi stava intorno quando è cominciata l'avventura dei Casino Royale. Era la colonna sonora di quel periodo. Mi è sembrato giusto, allora, in questo disco che è insieme punto di arrivo e di partenza, metterci dentro una loro canzone.