GANG e BANDA BASSOTTI
Live in Milano , Centro Sociale Leoncavallo, 4/5/2002



Combat rock italico rappresentato ai massimi livelli. La notte al Leonka , dedicata a Silvia Baraldini ed ai detenuti politici , vede la contemporanea presenza di due band storiche che meritano il massimo rispetto. In effetti la serietà dell'impegno sociale e politico dei Gang e della Banda Bassotti è fuori discussione. La gente lo sa e si "attacca" a questi gruppi con un amore difficilmente spiegabile se non si possiede il giusto feeling.
Arriviamo sul posto intorno alle 22,30, con buon anticipo sull'inizio del concerto; abbiamo quindi il tempo di vedere il palco con relativa amplificazione (invidia per due ampli valvolari dal suono caldo e pastoso), di visitare il chioschetto con la crew ed il materiale della Banda Bassotti , e di trafficare fra le bancarelle al coperto.

I Gang entrano intorno alle 23,30, ed è subito un piacere vedere Marino e Sandro Severini in ottima forma , con il piglio e la serenità giusta di chi sa come governare la situazione. Mi sono sempre piaciuti i Gang. Dagli esordi in inglese simil-Clash alla svolta italiana del bellissimo "Le Radici e le Ali", proseguendo con il folk-rock di "Storie D'Italia". Non sono invece stato convinto dal successivo "Una volta per sempre", un album piuttosto sottotono.
Il ritorno al rock dell'ultimo "Controverso", rappresenta quindi un passaggio importante e decisivo per il gruppo marchigiano. Un ritorno che saluto positivamente e che mi pare essere in perfetta sintonia con le migliori caratteristiche espresse dai Gang nel loro percorso musicale.


Il Leonka nel frattempo si è riempito (oltre il migliaio le presenze) e sotto il palco ci sono i fan che all'attacco di " Socialdemocrazia" cominciano le danze.
Classicamente rock la formazione dei Gang : due chitarre, tastiere (usate per capirci alla Mickey Gallagher con i Clash anni 80), basso, batteria, tutto senza fronzoli ma con sostanza.
Seguono "La Corte dei Miracoli" con il pubblico che grida forte "che il vento tristo se la porti via (la nuova borghesia)", "Bandito senza Tempo" una song molto intensa cantata dai Gang insieme alla loro gente che conosce a memoria le parole, e "La pianura dei Sette Fratelli", ispirata e commovente.
Grande dinamismo in "Prima della guerra" con Marino che scorazza sul palco con la sua chitarra , segue "Comandante" e si sprecano i cori su "hasta siempre, hasta la vista comandante zapatista", poi la ballata da pelle d'oca "Sesto San Giovanni", efficace nella costruzione e nel testo…"è la fabbrica che ruba e ci divora i nostri anni migliori" (applausi).



"La Lotta Continua" irresistibile come sempre, chiude il francamente troppo breve gigs ( 45 minuti ) per questi Gang così tirati a lucido. In ogni caso ritorneranno a Milano e dintorni nei prossimi mesi e ci sarà occasione per rivederli in una esibizione più completa.
Le Magnum Les Paul sparano ancora canzoni che fanno male. Grazie al cielo, ma soprattutto grazie ai Gang.

Circa venti minuti di cambio palco ed ecco la Banda Bassotti, che riprende le proprie esibizioni live su scala nazionale, investire il pubblico con tutta la sua proverbiale carica umana e musicale. Però , a differenza di quanto accaduto con l'esibizione dei Gang, il suono si è fatto un po' più impastato (la Banda dispone anche di una sezione fiati) e questo non aiuta certo ad apprezzare pienamente tutti i brani eseguiti.

Il pubblico dimostra comunque da subito il proprio grande amore cantando parola per parola i pezzi storici della Banda, a cominciare da "Ska Against The Racism" per proseguire con "Giunti Tubi Palanche Ska" e "Viva Zapata!". La bella miscela di ska-core, Oi!, punk si alterna a divagazioni latine ed a tributi di solidarietà verso l'amato Pais Vasco con "Un altro giorno d'Amore".
Seguono la potente "L'altra faccia dell'Impero" (tratta dal nuovo, omonimo disco) ed altri classici del gruppo : "Andrò dove mi porteranno i miei scarponi" e "Figli della Stessa Rabbia" dove la musica si perde nella passione. I bis riprendono con una acclamata ed invocata versione di "Bella Ciao" con i Gang.

Tutto bene, vero ossigeno per i nostri tempi svuotati di contenuti.

 

Mauro Zaccuri