1976 - 100 CLUB - IL FESTIVAL DEL "TERREMOTO PUNK"

Resoconto tratto da un articolo di Alberto Campo apparso
su Kataweb Musica il 20/9/2001 insieme a nostre
considerazioni e notizie sparse.

"Venticinque anni fa il primo punk festival. In Oxford Street a Londra si esibiscono Sex Pistols, Damned, Buzzcocks e molti altri."

Epilogo d'estate a Londra, 25 anni fa : il punk si mette in mostra come mai prima. Un festival, addirittura. L'idea è ovviamente del "burattinaio": Malcolm McLaren. Suo problema è far crescere l'attenzione intorno ai Sex Pistols, ancora senza contratto discografico. E così decide di emulare esperienze analoghe compiute al CBGB's di New York e a Mont de Marsan, in Francia. Il locale prescelto è il 100 Club di Oxford Street, abitualmente consacrato al jazz ed al folk. Là i Pistols si erano già esibiti in primavera : concerto turbolento (Rotten minacciò di andarsene dal gruppo, alla fine) ma affollato. Perciò Ron Watts, titolare del posto, accetta di buon grado la proposta di McLaren. Detto fatto : l'appuntamento è fissato per lunedì 20 e martedì 21 settembre del 1976.

La materia prima a disposizione, Pistols a parte, è tuttavia ancora piuttosto scarsa. Tant'è vero che per infoltire il cartellone viene accelerato l'esordio di due gruppi. McLaren paga l'affitto di una sala prove per una settimana ai neonati Subway Sect di Vic Godard, che mettono così a punto un repertorio di appena cinque canzoni. Molto in confronto al nulla o poco più che hanno in carniere i Banshees di Siouxie (o Suzie, come riporta il volantino del festival), fino a quel punto seguace dei Pistols nella claque di fedelissimi chiamata "Bromley Contingent". "C'era un posto vacante e Malcolm diceva : "Abbiamo bisogno di un altro gruppo !", racconta l'interessata. "Noi abbiamo un gruppo!", dissi, ma non era vero. Il giorno dopo provammo con Sid (naturalmente Vicious) subito disse sì, ma poi non si fece vedere. Conoscevamo Marco Pirroni (dopo con Adam & The Ants) : così furono lui, Sid e Stephen ( poi unico Banshees effettivo come Steve Severin).

Eccoli allora proiettati sul palco del 100 Club lunedì 20, subito dopo la breve esibizione dei Subway Sect : usano gli strumenti dei Pistols, non avendone di propri : "Tirammo avanti una cosa alla Velvet Underground per ore!", ricorda Pirroni. In confronto paiono quasi professionisti i Clash , che infatti infiammano la platea e preparano la strada ai Sex Pistols, vere star della serata.
Rotten ed i suoi mettono a segno una delle proprie performance più incisive : un caotico trionfo. Il programma di martedì 21 non regge il confronto : aprono i francesi Stinky Toys , seguono i Buzzcocks arrivati da Manchester, efficaci ma ancora acerbi, mentre i Vibrators, con l'aggiunta di Chris Spedding , sembrano fuori posto, ancorati ad un rock'n'roll da pub che fa tanto Rolling Stones.

Il gran finale spetta ai Damned , per elezione rivali dei Pistols : giocano fuori casa e si vede. Il pubblico rumoreggia e fra i più molesti c'è Sid Vicious, che a un certo punto scaglia un boccale verso il palco, mancandolo e centrando invece un pilastro : il bicchiere va in frantumi ed una scheggia ferisce una ragazza (che perderà l'occhio). Vicious viene allontanato dal locale e fermato e malmenato dalla polizia.
Da quel giorno anche il 100 Club, dopo il Marquee, il Nashville ed il Rock Garden, mette al bando i gruppi punk. Ma McLaren ha ottenuto l'effetto desiderato : due giorni dopo l'Evening Standard dedica un servizio all'evento. Tempo tre settimane ed i Sex Pistols firmano un contratto da 40 mila sterline con la EMI.

RadioClash :
Nel 1975 a Londra il 45 giri più venduto era "Space Oddity" di David Bowie (una canzone vecchia di sei anni). Imperava una calma piatta all'insegna delle star del rock più blasonate ed imbolsite. Gente e gruppi che non avevano quasi più niente da dare in termini artistici e parecchio da chiedere in termini di incassi e di vendite. Avvolte e riavvolte in sterili tecnicismi ed in atteggiamenti pubblici e privati da superstar, le vecchie cariatidi del rock'n'roll attendevano passivamente un'altra stagione nella quale svernare tranquillamente.
Il terremoto punk che si abbattè su di loro fu di quelli che lasciano segni profondissimi. Boicottato, deriso, marginalizzato, trattato come mero fenomeno commerciale, il punk aprì la porta della musica rock ad intere generazioni di musicisti autodidatti e di talenti inespressi.
Da quel momento ogni ragazzo che volesse far conoscere ad altri la propria identità trovava nella musica punk il proprio mezzo espressivo, unico ed assolutamente speciale.

L'industria discografica, presa in contropiede dal "terremoto", decise di dichiarare guerra alle piccole labels indipendenti, responsabili dello "snaturamento" del mercato, messo a soqquadro dai dischi punk. E per guerra, il business intendeva semplicemente l'appropiarsi del fenomeno, cosa che puntualmente avverrà.
In seguito (1978-1979) parte del movimento punk confluì nella new wave (Xtc-Gang of Four-Fall) , nel post-punk (Cure-Joy Division-Wire) e nel dark (Bauhaus, Killing Joke), ma la fondamentale attitudine punk rimase a condizionare una gran moltitudine di ragazzi e ragazze.

L'esibizione al 100 Club dei Clash, fu una delle loro migliori in assoluto, con una grinta ed una compattezza di suono che allora solo i Ramones potevano vantare. Una performance che coinvolse positivamente Mark Perry, il più autorevole e credibile giornalista in ambito punk che per primo (attraverso la sua fanzine Sniffin'Glue) dette voce ed immagine al movimento.