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Si chiama "The Essential Clash" e mai titolo fu più giusto
per un disco. Da una parte l'aggettivo "essenziale" può
essere riferito all'album, che contiene in due cd 41 brani con l'essenza
dei Clash, la loro leggendaria fusione di rock, punk, ska, reggae, il
loro stile, la loro energia fusione di rock, punk, ska , reggae, il loro
stile, la loro energia e soprattutto le loro canzoni, entrate di diritto
a far parte della storia del rock : London's Burning, Capital Radio, I'm
So Bored Whit the USA, Guns Of Brixton, London Calling, Train in Vain,
The Magnificent Seven più le altre. Poi lo stesso aggettivo "essenziale",
può essere riferito ai Clash stessi, non solo essenziali ma necessari
addirittura, ancora oggi, per amare il rock, una band che con onestà,
coerenza e originalità ha segnato, con la propria arte, la storia
di un'intera generazione. Paul Simonon bassista e fondatore della band,
è con Mick Jones, dopo la tragica scomparsa di Joe Strummer, il
miglior testimone di quella storia.
E.A. : Simonon, cosa la lega ancora ai Clash, dopo ventisei anni ?
Simonon : E' difficile dirlo. Da una parte direi che poco mi lega a loro,
per la vita che faccio oggi. Ho iniziato a fare queste interviste per
parlare del disco da ieri e la sensazione è particolarissima, perché
erano molti anni che non pensavo a me come a uno dei Clash. E' un po'
come essere catturato dai fantasmi. Ma allo stesso tempo è un grande
piacere, è un'eredità di cui sono fiero. Per tutto quello
che i Clash hanno fatto e che è davvero rimasto.
E.A. : Secondo Bono siete stati la più grande rock'n'roll
band del mondo. Vi siete mai sentiti così grandi?
Simonon : No davvero. Avevamo una visione di quello che volevamo
fare, di cosa volevamo suonare e cantare, e tanto ci bastava. Man mano
che andavamo avanti le cose cambiavano e noi ci adattavamo, senza pensarci
molto su. Avvertimmo la differenza solo quando andammo in America ed eravamo
sul punto di diventare molto ricchi e molto famosi, ma non accadde perché
a quel punto la band si sciolse. Magari è stato un bene, non siamo
stati corrotti da successo e soldi, abbiamo avuto quindici (?? Ndr) anni
di grande musica e grande lavoro e siamo rimasti con i piedi per terra.
E.A. : Cosa volevate raggiungere con i Clash ?
Simonon : Innanzitutto parlare alla gente. E suonare qualcosa che
avesse un senso.Volevamo avere il controllo sulla nostra musica,sul nostro
aspetto,non ci volevamo far controllare da una casa discografica. Nelle
case discografiche pensano sempre di avere un'idea migliore della tua,
e per restare noi stessi avemmo un sacco di problemi.Ma alla fine ci riuscimmo.
Ed avemmo successo.
E.A. : Cosa le manca dei Clash, oggi ?
Simonon : La compagnia, l'amicizia, quello spirito incredibile
che ci faceva stare insieme dalla mattina alla sera, mentre oggi faccio
tutto per conto mio. E poi mi manca il suonare davanti a un pubblico come
quello che avevano i Clash. Ma era naturale che finisse, ognuno di noi
ha preso la sua strada, io sono su un altro treno, oggi : sono diventato
un pittore. E in fondo, nostalgia a parte, non è poi così
male.
E.A. : Qual è la cosa migliore che avete fatto, secondo
lei?
Simonon : Il primo singolo, era fenomenale, davvero. Forse no,
meglio London Calling, un disco esplosivo, ci abbiamo messo dentro tutta
la nostra protesta, la rabbia, la forza di quei giorni. E poi facemmo
un disco doppio vendendolo al prezzo di uno. Cosa che ripetemmo con Sandinista,
che era triplo e lo vendemmo come fosse un solo disco. Noi, così,
diventammo più poveri, ma eravamo indubbiamente più felici.
E.A. : Come ha vissuto la scomparsa di Joe Strummer?
Simonon : Sembrerò retorico, ma davvero è stato come
perdere un componente della famiglia, un fratello.
E.A.: Sarà possibile vedere lei e Mick Jones ancora sul
palco insieme?
Simonon : Non so, direi di sì, ma so che non accadrà,
non nell'immediato futuro, almeno.
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