"London Calling" dei Clash ha segnato un'epoca, ha fatto da spartiacque
tra due decenni fondamentali per la musica. Con "London Calling" i Clash
hanno reso, fin dalla copertina, un tributo al Rock'n'Roll. Infatti la
grafica utilizzata da Ray Lowry è una perfetta copia di quella usata dal
re del r'n'r, Elvis Presley, per il suo debutto discografico datato 1956.
Con quell'omonimo album Presley diede il via a tutto quello che poi è
successo fino ad oggi. Ray riporta fedelmente i colori ed il lettering
di Elvis Presley e colloca il nome del disco nella identica posizione
usata dal grafico del Re.
Come per Elvis la foto utilizzata dai Clash è in bianco e nero e come
per Presley si tratta di una foto dal vivo, scattata alle ore 22.50 del
21 settembre 1979 al Palladium di New York. L'esatto momento dello scatto
è stato determinato grazie all'orologio di Paul Simonon, che si è arrestato
nell'istante in cui il bassista percuoteva e spaccava il suo basso sul
palco newyorkese. In seguito Simonon regalò l'orologio rotto alla fotografa
come ricordo di quello scatto diventato, per alcuni versi, immortale.
Sul retro un altro paio di foto live ritraevano i Clash ad Austin in Texas
ed ad Atlanta in Georgia, a testimonianza della globalizzazione ormai
in atto anche nel punk-rock.
A proposito del retro copertina Ray Lowry ha sempre affermato che lo considera
la punta del caos fomentato dai Clash in America. Da segnalare che "London
Calling" è stato votato tra i dischi degli anni settanta da buona parte
delle riviste inglesi, mentre per le testate americane è uno degli album
fondamentali degli anni ottanta, infatti oltreoceano fu pubblicato l'anno
successivo rispetto all'uscita europea.
Scherzi di data e messaggi "subliminali", come quello usato dalla British
Telecom che utilizzò proprio uno stralcio di "London Calling" come messaggio
di attesa nei propri centralini. Il punk al servizio delle grandi aziende.
Per il resto un disco che già nella sua copertina trasuda energia e devozione,
da una parte Elvis col suo r'n'r, dall'altra la violenza intrinseca del
punk rock.
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Pennie Smith, la fotografa, seguì i Clash in tutto il tour americano e
sconsigliò la band di utilizzare lo scatto che poi finì sulla copertina,
perché sfuocato e troppo vicino al soggetto fotografato.
I Clash invece ritenevano che quella immagine sfuocata rappresentasse
benissimo la loro musica, anche se Paul Simonon sosteneva che Pennie non
si era preparata tecnicamente per quella foto.
La Smith utilizzò una Pentax ESII con una pellicola TRIX400 ASA portata
a 1600ASA. Pennie ha lavorato per le più importanti riviste musicali inglesi,
tra il 1975 ed il 1982 sono sue quasi tutte le foto di copertina del settimanale
NME, mentre oggi, dopo aver pubblicato diversi libri ed aver esposto in
moltissime gallerie di mezzo mondo, continua a lavorare come freelance
e predilige gli scatti in bianco e nero. Ray Lowry invece ha lavorato
come illustratore e grafico per NME, Mojo, The Face, Time Out, The Observer,
The Guardian e The Independent, non trascurando mai la sua passione per
la musica rock.
L'idea di utilizzare la grafica del primo album di Elvis la spiegò semplicemente
dicendo che si ricordava fin da bambino di quella copertina, con quei
colori in piena antitesi con il rock'n'roll, ma che proprio per questo
motivo facevano risaltare l'immagine di Elvis caricandola di energia e
sex appeal.
Per i Clash voleva mantenere la stessa ed immutata carica, perché come
nel caso di Elvis rappresentavano la nuova musica e la rabbia di una intera
generazione.
Iniziò a lavorare alla copertina negli uffici di Los Angeles della CBS,
dopo aver acquistato una copia dell'album di Elvis durante la tappa a
Chicago del tour dei Clash, il lavoro fu poi terminato negli uffici londinesi
della CBS, dove i grafici ascoltavano in continuazione Radio One e lavoravano
senza tregua solo ed esclusivamente alla copertina del disco di Shakin'
Stevens.
Rimane così solo un dubbio atroce. Chi mai avrà progettato e realizzato
la grafica del primo album di Elvis? Sulla copertina nessun riferimento
è d'aiuto, tanto che in molti credono di aver individuato nel manager-
padrone di Elvis , Colonel Tom Parker, l'artefice di quella grafica e
di quei colori. Si è infatti certi solo del nome del fotografo, William
S.Radolph, in arte Popsie , che scattò la foto nel 1955 durante una performance
di Elvis a Tampa, Florida.
Ultimissima annotazione per segnalarvi che il primo titolo di "London
Calling" era "The New Testament", poi abbandonato perché ritenuto troppo
pretenzioso.
A ventiquattro anni dall'uscita di "Elvis Presley", i Clash tornavano
sulla scena del delitto, mancavano tre stagioni al giro di boa, chissà
chi deciderà di utilizzare per la seconda volta quei colori così rock'n'roll?
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