JOHNNY GREEN SU JOE STRUMMER
Intervista a Johnny Green di Simon Harper per il mensile inglese “Clash”
Settembre 2004
Traduzione RadioClash

Joe proveniva dal college. Questo fatto lo mise in imbarazzo quanto entrò entrò nei Clash?

No, ma io sono arrivato dopo di lui nella band. Mi sono unito a loro come road manager nel settembre ’77.

Quanto si erano già costituiti ?

Già, loro si erano già costituiti. Topper era già entrato nella band qualche mese prima del mio arrivo. Io andai nel posto in cui provavano, Rehearsal Rehearsal, e vissi lì, mentre Joe e Paul se ne erano appena andati. Eraano diventati “rispettabili”, andarono a vivere in uno squat. Avevano acqua corrente, mentre io non l’avevo, quella era la differenza fra loro e me. E’ facile dimenticare come eravamo combinati in quel periodo, sembra difficile da credere. Joe non fu mai messo in imbarazzo dalla sua educazione, ma come tutti noi egli credeva che attraverso il rock’n’roll si potesse reinventare noi stessi. Non eravamo i prodotti di nostra madre, di nostro padre o della nostra educazione. Si può essere l’estensione del proprio background, ma si può cambiare, si può diventare quello che si vuole diventare davvero. Non devi sentirti limitato, ed io penso che la gente sbaglia quanto guarda le persone e dice : “Ok, quello è della classe media”, oppure “ Lui viene da quella parte, suo padre è proprietario di quel negozio”. Io non penso che questo valga per tutti. Noi diventiamo la persona che vogliamo diventare, e possiamo buttare a mare le nostre origini. Non sarebbe andata così se Joe fosse tornato a casa ogni sera per lavare i vestiti in lavatrice, o se sua madre gli avesse preparato il pranzo della domenica, o se avesse avuto delle entrate private di denaro.
Infatti lui praticamente si staccò dalla propria famiglia. Quando si trasferì a vivere a Rehearsal Rehearsal, sua madre telefonava chiedendo se poteva parlare con John (il suo vero nome) e lui si rifiutava di rispondere. Se rispondeva lui ovviamente gli parlava, ma non si sforzava di cercare il contatto.
“Se telefona digli che sto bene, e che la richiamo io”, mi diceva. Non era legato a quel mondo. E la madre era preoccupata per lui, mi chiedeva : “Sta bene?” , “Mangia in modo giusto ?”. Non era diversa da ogni madre. Ma lui aveva scelto, in quel momento tagliò i ponti e scelse la libertà diventando Joe Strummer.

Tutte le persone vicine ai Clash mi hanno detto che entrare nella band era come entrare in famiglia, diventare fratelli, ma c’è l’impressione che Joe fosse più una figura paterna per i ragazzi. Sei d’accordo con questa visione delle cose ?

Penso che lui sia stato una persona tollerante in molti sensi, e penso che sia stato molto più tenero e comprensivo di come è stato dipinto. Veniva visto come un duro, un frontman esplosivo, ogni tanto poteva anche diventare un bastardo quando voleva raggiungere un obbiettivo o qualcosa di cui avesse bisogno la band, ma la parte maggiore del suo carattere era comprensiva, tollerante. Sono sicuro di questo, puoi chiederlo a molti fan. Si sedeva con loro e parlava delle loro esperienze di vita, era interessato alle loro vite. Sempre, quando la band era nei camerini prima del concerto, voleva sedersi per parlare con i fan, a Birmingham, a Glasgow, a Carlisle. “Parlami della tua vita”, chiedeva. Era interessato, voleva conoscere i loro sentimenti. Lo stesso faceva con la band, se qualcuno aveva un problema, sapeva che Joe era qualcuno con cui poter parlare, apertamente. Tutto ciò non significa che questo atteggiamento suonasse come un atteggiamento sciocco, ma anzi, era la più intensa terapia di gruppo che si potesse avere, perché ogni cosa poteva diventare immediatamente pubblica senza quel filtro di gruppo/famiglia.
Le cose erano distribuite, i problemi erano distribuiti, anche le situazioni più esplosive venivano trattate allo stesso modo, a livello di gruppo, niente veniva “spazzato sotto il tappeto” per essere nascosto.
Joe era davvero bravo in questo, sapeva riconoscere se qualcuno era in difficoltà e lo aiutava a buttare fuori quello che aveva dentro, ed io penso che questa fosse una grande forza dei Clash. Non solo lui, ognuno faceva questo, ma Joe era la guida luminosa per la sua capacità di trascinare ognuno, con la propria individualità, nel mezzo della scena.

Joe era rinomato per avere sempre tempo per ogni persona ; avrebbe potuto parlare con chiunque.

Si, era una buona persona con cui parlare. Aveva quella rara abilità di farti sentire molto speciale quando eri con lui. Ti faceva sentire come se ti stesse offrendo un’attenzione particolare e personale. Non era falso; se non aveva tempo o la giusta predisposizione quel giorno, te lo diceva. Non era falso. Poteva essere un po’ brusco a volte, o fuori fase quando camminava in giro da solo, ma quando ti prestava attenzione, tu capivi che era un’attenzione reale, non era una scena da teatro. Quando vedeva entusiasmo in qualcuno, si nutriva di questo entusiasmo. Se volevi parlare con lui e trasmettevi una luce particolare dai tuoi occhi e la tua voce aveva un timbro entusiasta, Joe prendeva in se la tua positività e la tua energia e ti ridava il suo rilevante livello di energia. Potevi vedere questo in lui, potevi vedere questa energia uscire dalla sua persona.
Su questo punto posso aggiungere una cosa recente. Poco tempo prima che morisse, feci una giornata insieme a lui. Ero molto coinvolto dal Tour de France in quel periodo e gliene parlai un po’. Mi rispose : “Formidabile, formidabile. Riparlami di queste corse in gennaio, potremmo fare qualche giro, qualcosa del genere insieme”. Ma purtroppo morì poco tempo dopo. Questo vuole essere solo un esempio di quello che si diceva; si era stretto a qualcosa di completamente nuovo per lui per il fatto che io ero appassionato di quella cosa, ed ho notato che era un comportamento che teneva su altre cose di cui parlava con varie persone.
Curiosità senza fine.

Nel film Rude Boy, Joe non sembrava voler discutere approfonditamente di politica con il protagonista, Ray Gange. Fu così per le circostanze del film oppure Joe non era convinto di diffondere nel mondo le cose in cui credeva?

Penso che Joe fosse abbastanza predisposto a parlare con la gente delle proprie idee politiche. Ma non era il tipo di persona che se ne andava il giro tutto il giorno strillando le proprie convinzioni. Preferiva invece sussurrare. Mentre stava lavorando sussurrava spesso frasi e ragionamenti, anche per non perdere la voce. La cosa che mi manca di lui è il suo essere un uomo dotato di tatto, sensibile. Aveva sempre le sue mani sulle mie spalle, e mi sussurrava : “Facci una tazza di tè” , non c’era tensione nella sua voce. Mi rendo però conto di essere uscito dal seminato rispetto alla tua domanda. Certamente la gente gli chiedeva cosa pensasse a livello politico, e lui rispondeva quello che pensava su un mucchio di cose, che potevano essere cose locali o internazionali. Penso che , sin da quando era giovane, avesse capito come riconoscere la merda e fosse preparato a dirlo chiaro.

Avendoli seguiti in studio, il tuo è un ottimo punto di osservazione per analizzare il processo creativo della band. Hai potuto vedere quanto sforzo metteva Joe nel realizzare i propri testi?

Un enorme sforzo. Non fui mai una scrittura tipo “foglietto pubblicitario”. Non era molto organizzato, nel senso di avere uno speciale libretto con i testi….. operava su differenti quaderni, ricevute, biglietti del bus. Si portava appresso un piccola borsa con dentro quello che aveva scritto. Scriveva anche sdraiato per terra, sul tappeto, c’era sempre un aria da lavori in corso mentre pensava al testo. Lui parlava apertamente di quello che stava scrivendo, coinvolgendo in questo Mick.

Quale era la migliore qualità di Joe come amico ?

Era un uomo molto comprensivo e cordiale, anche quando ti parlava in modo aspro, severo, perché penso che questa sia la linea di demarcazione di una vera amicizia, non solo convenevoli e cose che uno vuole sentirsi dire. Sono d’accordo con Topper quando afferma che con lui c’era un “solido amore”, lo ha dimostrato anche a me, in un aspetto personale della mia vita. Mia moglie e mio figlio morirono nei primi anni ’80; presero entrambi la meningite e morirono molto velocemente, non ho mai detto questo alla gente finora, ma Joe stette molto vicino a me, mi portò via per una vacanza insieme, per parlarmi. Mi pagò anche i funerali. Fu come un ancora di salvataggio per me, lo fu davvero nel momento in cui avevo dannatamente bisogno di qualcuno. Mi ha tenuto in piedi; lasciò per un po’ la sua vita per starmi vicino e non l’ho mai ringraziato abbastanza per questo.

La gente che è ricordata come una leggenda è di solito morta tragicamente, Sid Vicious per overdose, Lennon è stato assassinato. Joe se ne andato in pace senza un accadimento clamoroso.

Sì, mentre stava leggendo il giornale dopo aver portato a spasso i cani. Non possiamo accettare questo ? No, non mi sfiora nemmeno questo tipo di argomento. Io non ho lavorato con lui mentre era con i Mescaleros, ma l’ho seguito più di una volta quando si esibiva, in particolare lontano da Londra. Ho percepito una persona che non era per niente aggrappato alla sua giovinezza. Lui suonava come un uomo di mezz’età in modo molto buono, come ha sempre fatto. In altre parole egli era onesto e vero circa se stesso. Non pretendeva mai di essere un giovane rockers ed ho molto apprezzato questo suo atteggiamento.
Joe è morto nel modo più naturale, per quello che era veramente in quel momento.

Un’ ultima domanda. Perché non ci sono più state band come i Clash dopo lo scioglimento dei Clash?

Perché loro non presero mai una scorciatoia e guardarono sempre avanti, rischiando. Andarono avanti con la convinzione che nulla fosse impossibile, e lo fecero apertamente ed onestamente. Credevano in quello che dicevano.