GLI " ALTRI CLASH " : 1984 - 1985
"We are The Clash ??"


No, non erano i Clash. E' un concetto da ribadire con fermezza. I Clash , i "nostri" Clash, terminano di illuminare la scena rock mondiale con l'abbandono di Mick Jones nel 1983, come più volte testimoniato all'interno del sito.
Quello che seguirà sarà un semplice resoconto di un'avventura senza scampo maturata nella testa , assai confusa in quel momento, di Joe Strummer sotto la regia del manager, importante nel bene e nel male, Bernie Rhodes.



1985-Busker's Tour
Dopo le durissime polemiche a mezzo stampa, in seguito al forzato allontanamento di Mick Jones dalla band, Joe Strummer cerca di riordinare le idee. La sua idea è quella di un ritorno al punk, ad un rock'n'roll più stradaiolo. Cominciano anche le audizioni per la ricerca di due chitarristi (Strummer voleva dedicarsi solo al canto), mentre alla batteria era già stato scelto Peter Howard in luogo di Terry Chimes.
Le audizioni, all'interno delle quali transitano circa 300 chitarristi, si svolgono a Camden Town e nessuno sa che le prove riguardano i Clash. Vengono scelti due giovani chitarristi : Nick Sheppard (23 anni, dai Cortinas) e Vince White (23 anni, senza grandi esperienze).

La nuova band riparte da dove avevano terminato i veri Clash : dagli States. Il mini-tour è contrassegnato da una scaletta che ripudia quasi completamente il funk, il reggae, ed il dub presenti in "Sandinista!", concentrandosi sul materiale dei primi tre album. I concerti risultano essere di conseguenza più robusti e tirati, ma questo non basta a fermare le critiche della stampa che stronca questi Clash nuova versione.
Nel corso del 1984 viene in ogni caso il momento di un nuovo tour europeo che tocca anche l'Italia.
A Milano i Clash terranno due date nelle quali presenteranno anche i brani del nuovo album in uscita. Joe Strummer concede interviste deliranti da cui si capisce che, nonostante i propositi bellicosi, i nuovi Clash non andranno da nessuna parte.

Anche i gigs milanesi dimostrano la scarsa affidabilità del progetto. In effetti i due nuovi chitarristi non valgono neppure mezzo Jones, ed il muro di suono chitarristico sparato sul pubblico diventa in molti casi caos assoluto. E' chiaro che fa piacere riascoltare London Calling, Tommy Gun, Guns of Brixton…ma chi ha visto i veri Clash in azione (1981, Vigorelli - Milano), percepisce immediatamente che adesso veramente tutte le speranze sono finite.
I Clash non ci sono più, dovremo convivere per sempre con la loro mancanza. Le persone sul palco stanno recitando una parte, e nemmeno tanto bene. Si prova un senso di angoscia e di disorientamento.
Ma tutto si ridimensiona quando vedi migliaia di persone intorno a te, che probabilmente "sentono" la musica come te, che saltano ed ondeggiano paurosamente sulle note infuocate di White Riot. Così è il rock'n'roll, così e la vita.

Il cerchio si chiude, con i Clash che si trasformano in buskers che suonano nei posti più disparati : nelle stazioni della metropolitana, agli angoli delle strade di Londra, nei bar, alcune volte insieme ad altri gruppi (in seguito la stessa operazione verrà effettuata su larga scala dalla Mano Negra, in Francia ).
Resteranno famosi i concerti tenuti davanti ai club dove suonano gli Alarm, con il pubblico di questi ultimi disorientato fra la scelta di seguire Mike Peters e soci o Strummer & Simonon. Dopo il Busker's Tour, è annunciata l'intenzione di entrare in studio per la registrazione di nuovi pezzi, non prima di aver suonato dal vivo in tre grandi concerti all'aperto nel corso del 1985.
Poi a settembre del 1985, esce un po' a sorpresa il singolo "This is England" , che tutto sommato è una buona canzone, che potrebbe far parte del vecchio repertorio Clash.
A breve distanza segue il nuovo album, "Cut The Crap", il punto più basso in assoluto, un suono caotico che uccide anche le poche idee presenti nel disco.
Molte colpe di questo fallimento sono da imputare al manager "Bernie Rhodes" che ha effettuato l'orrendo "mix" del disco stesso.
I nuovi Clash sono già alla frutta, "Cut the Crap" si rivela per quello che è , un vero fiasco. Joe e Paul decidono di sciogliere il gruppo definitivamente.


Qualche anno dopo anche Joe Strummer, completamente rinsavito, sarà d'accordo nell'omettere i brani di "Cut the Crap" sia dal doppio album antologico "The Story of the Clash" sia dal cofanetto "Clash on Broadway" ( vedi in Discografia ), confermando così l'abiura totale di questo ultimo capitolo della storia dei Clash.

Sentiamo cosa dice Strummer , intervistato nel 1987 dal Mucchio Selvaggio, sul periodo degli "altri Clash". Su "Cut the Crap" e Bernie Rhodes : "E' incredibile. Mentre io mi stavo riposando lui aveva terminato l'album, gli aveva dato un titolo e lo aveva fatto uscire nei negozi. E non voglio dire che non abbia scritto niente, ma certamente non abbiamo lavorato e prodotto in parti uguali".

Sul "Busker's Tour" : " Con i secondi Clash ci sono anche stati momenti di divertimento, in Scozia e nel nord dell'Inghilterra. Eravamo suonatori erranti, di strada. E a volte è più divertente suonare in quel modo, per strada con una chitarra acustica, piuttosto che essere seguiti da decine di camion con tutta l'attrezzatura. Entravamo in un bar e dicevamo : ok, suoniamo qui. E se il proprietario era d'accordo tiravamo fuori i nostri strumenti e suonavamo una decina di canzoni. Alla fine della serata ci chiedevamo: e adesso dove vogliamo andare ? Suonavamo ovunque ci andasse di suonare : sotto i ponti, nei cortili, alle fermate degli autobus, nei night club, nelle discoteche, ed a qualsiasi ora della notte".

Mauro Zaccuri