Il suo vero nome è Leonard McGurr, classe 1955, conosciuto come
Futura 2000, solo Futura dal 2000. Ne avevo sentito parlare, da amici
che erano coinvolti nella scena hip-hop della prima metà degli
anni ’80. Lo avevo visto muoversi nel video di “Radio Clash”,
entrare nel negozio, rubare una bombola e aggirarsi nelle strade di
New York scrivendo sui muri frasi come : “What have we got ?”,
“Tv land”. Quel video, quel pezzo funk, Futura in giro che
sbombolava e il banner con la scritta “the clash” che veniva
srotolato giù dal tetto del Bond in Time Square, la gente con
la schiena a terra che girava e i ghetto blaster in primo piano, tutto
questo accostato alla pelle nera del chiodo e alle sue spesse cerniere,
alla brillantina, tutto era nuovo, era “fresh”.
L’incontro fra Futura ed i Clash fu l’inizio di un processo
virale grazie al quale l’hip-hop investì il mondo anche
nelle roccaforti del rebel rock. “Leonard, la prima volta che
ti ho incontrato ti ho chiesto del tuo incontro con i Clash, ti giuro
che è l’ultima volta”.
Lui si siede e comincia propria dall’inizio : “Era il 1981
e un promoter mi disse che una band inglese veniva a fare delle date
qui a NY e che volevano un banner da usare durante il concerto e me
lo commissionò, era lavoro. In quel periodo la Wbls Radio trasmetteva
in heavy rotation “Magnificent Seven”, solo dopo capii che
si trattava dei Clash. Quando ci incontrammo subito Joe mi chiese di
spiegargli quello che stava succedendo; era ancora l’inizio dell’hip-hop,
voleva sapere come era la scena, soprattutto i suoi risvolti sociali,
voleva capire tutto. Così cominciammo a girare per Manhattan,
Brooklyn e Don Letts filmava tutto. E’ dal girato di quei giorni
che venne fuori il clip di Radio Clash. Io andavo in giro con i roller
skate, per quello sembra che camminavo strano. Alla fine ci trovammo
con loro nel nostro studio di registrazione a Brooklyn. Non ci credevamo.
Le gig da tre divennero diciotto ed io cominciai a stare con loro in
pianta stabile, avevo 23 anni, un rapporto inesistente con mio padre
e l’incontro con Joe riempì un vuoto. Lui divenne un punto
di riferimento, era diverso da Mick. Mick voleva essere una super-star,
Joe invece aveva fame di sapere, di rapportarsi con tutti. Topper cercava
sostanze in giro, tutti le usavano, ma lui era veramente perso e Paul
stava molto per i fatti suoi.
A volte succedeva che Mick mi dicesse : “Hey Futura vai a comprarmi
le sigarette e un hamburger giù all’angolo”. Per
me era ok, ma Joe non si sarebbe mai permesso. Ci diedero la possibilità
di aprire i loro concerti, ogni sera artisti hip hop sul palco : Funky
Four Plus One, Cold Crush Brothers, Grandmaster Flash …. Il pubblico
si incazzava, era un audience di punk cocker, Joe usciva e si incazzava
a sua volta con loro. Partii e girai con loro per un paio d’anni,
cambiai il mio look, anche io giacca di pelle nera. Durante i concerti
dipingevo sul palco, fu un’esperienza unica, viaggiai in tutta
Europa, per il mondo e con me la mia arte e la mia cultura. Tutto però
si stava sempre più incasinando, aria pesante, se Mick entrava
in camerino Joe usciva e viceversa. Andammo poi a Los Angeles a registrare
Combat Rock, poi …poi finì tutto. Per assurdo rimasi più
in contatto con Mick perché comincio in seguito a venire negli
States con i Big Audio Dynamite , con Don Letts ci scambiavamo le chiavi
di casa tra Londra e New York, lo sento ancora ogni tanto. Quando Joe
se n’è andato, ho sentito un vuoto, ho scritto una cartolina
alla famiglia. Avevo 23 anni, per me Joe è stato come un padre”.
Nota RadioClash : Nel 1982 Mick Jones compose insieme
a futura 2000 un 12” rap dal titolo “The Escapades Of Futura
2000” (etichetta Celluloid). La produzione del 12” è
assegnata ai Clash, anche se vi sono dubbi circa il reale coinvolgimento
di tutto il gruppo nel progetto.