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        Alla ventesima intervista della giornata Joe Strummer chiede di cambiarsi 
        la maglietta un po' usurata e lascia la sua postazione tra sigarette arrotolate, 
        riviste, giornali, caffè, schizzi ed autografi dimenticati lì, 
        stivali e nastri, plettri ed appunti, walkman e fotografie. Se ne va, 
        scalzo, per i corridoi dell'albergo e torna con altri caffè e con 
        una maglietta ancora più stropicciata di quella di prima. E' un 
        Joe Strummer divertente e rilassato, con qualche postumo della sbornia 
        della sera prima, ma la grande dignità di chi sta davvero ricominciando 
        dall'inizio. 
        Perdersi "Global a Go-Go" sarebbe un errore, e non tanto perchè 
        abbiamo un debito di riconoscenza infinito nei suoi confronti, ma proprio 
        perchè è uno dei dischi più belli, vari e sentiti 
        di quest'anno grigio e povero di novità. La cool confusion di "Global 
        a Go-Go", per quanto già sentita in "Sandinista" 
        o "Combat Rock" (confronti inevitabili a cui nemmeno Joe Strummer 
        sfugge) riesce a divertire e a farsi ascoltare perché Joe Strummer 
        non si perde nel disordine globale e può fieramente portarsi dietro 
        l'esperienza di aver cambiato la storia del rock'n'roll e di essere sopravvissuto. 
        Le medaglie le ha buttate nel cesso, la musica è rimasta la stessa. 
        Canzone per canzone ecco "Global A Go-Go" raccontato da Joe 
        Strummer in persona. 
      Johnny 
        Appleseed 
        "E' stata la prima certezza di "Global a Go-Go". Mi rendo 
        conto che ci ho messo dieci anni a incidere un album, e poi ne ho fatti 
        due in diciotto mesi, ma avevo davvero bisogno di ricaricare le batterie 
        e di capire meglio cosa stavo cercando. Con Johnny Appleseed ci sono riuscito 
        perché è un personaggio che non è mai stato parte 
        della cultura delle corporazioni e la canzone grida per una qualche forma 
        di verità nelle nostre vite. Mi riconosco totalmente, e quando 
        abbiamo cominciato ad incidere Global a Go-Go sapevo soltanto che Johnny 
        Appleseed l'avrebbe cominciato e Minstrel Boy l'avrebbe finito. Non avevo 
        assolutamente idea di cosa ci sarebbe stato nel mezzo, ma ero sicuro dell'inizio 
        e della fine, e Johnny Applessed, anche per il suo ritmo, non poteva che 
        essere l'inizio". 
      Cool'n'Out 
        "L'abbiamo costruita partendo da un sample di Tony Adams, una delle 
        canzoni Rock Art And The X-Ray Style. La parte che preferisco è 
        quella in cui si suggerisce di versare dell'LSD nel gin che viene servito 
        al summit del G8. Mi è sempre sembrata un'ottima idea. Molto creativa. 
      Global 
        A Go Go 
        "Mi hanno detto in molti che Global a Go Go ricorda, nell'insieme, 
        "Sandinista". Mi fa soltanto piacere perché il metodo 
        che abbiamo usato per incidere è un po' lo stesso. Quando siamo 
        arrivati in studio con i Clash per incidere "Sandinista" non 
        avevamo nulla in mano ed abbiamo inciso tutte quelle canzoni velocemente, 
        in maniera folle. E' un sistema unico, direi, molto dispendioso a livello 
        di energie, ma assolutamente spontaneo e immediato. Cogli l'attimo, in 
        un certo senso. 
        Con "Global a Go Go" è stato simile : ci abbiamo messo 
        lo stesso tempo di "Sandinista", circa due mesi. Ci siamo mossi 
        davvero in gruppo e io mi sono entito un po' come l'allenatore della squadra. 
      Bhindi 
        Baghee 
        "Questa è musica per chi è oltre i parametri fascisti 
        di quelli che decidono cosa vendere o cosa non vendere, cosa pubblicizzare 
        e cosa non pubblicizzare. Se avessi un miliardo metterei su una radio 
        per far sentire queste canzoni : da qualche parte bisogna pur cominciare". 
      Gamma 
        Ray 
        "Si, "Gamma Ray" è abbastanza inedita nei suoni, 
        per me. Del resto sto cercando di creare musica che comunichi voglia di 
        tolleranza, di stare insieme. Sarebbe bello accendere la radio ed ascoltare 
        qualcosa che non ti faccia venire voglia di sfasciare la cucina e di strangolare 
        il tuo gatto". 
      Mega 
        Bottle Ride 
        "Ho cercato di scrivere qualcosa di differente dal mio solito, così 
        ho scelto un argomento complesso come la quarta dimensione, anche se ho 
        cercato di essere un po' ironico : si potrà fumare liberamente, 
        di là ?". 
      Shaktar 
        Donetsk 
        "Sono sempre stato aperto a culture diverse dalla mia. Una visione 
        da tunnel è il peggior nemico per la buona musica, credo". 
      Mondo 
        Bongo 
        "Si, c'è questa somiglianza con quello che sta facendo Manu 
        Chao, che ammiro davvero. Lo conosco da un sacco di tempo e abbiamo anche 
        suonato insieme ai tempi dei Mano Negra. Ho come l'impressione che abbiamo 
        lo stesso obiettivo, ma lo seguiamo su strade diverse". 
      Bummed 
        Out City 
        "Potrebbe essere dedicata a me stesso. E' una canzone d'amore, in 
        un certo senso, ed è un po' il riflesso di quello che mi è 
        successo per pubblicare questo disco. Tutte le etichette inglesi non mi 
        avevano nemmeno preso in considerazione. Joe Strummer ? Vaffanculo. Vaffanculo 
        a tutti loro : me ne sono andato in California e ho trovato subito chi 
        ancora rispetta la musica, le canzoni, e chi le suona. Ed è strano 
        parlare della Epitaph. Una volta era sinonimo di punk, ma oggi hanno Tom 
        Waits, Merle Haggard, Tricky. Sono stati passaggi curiosi e anche quando 
        sono andato a portargli il disco, grazie a Tim Amstrong dei Rancid, ho 
        trovato un'accoglienza davvero eccezionale". 
      At 
        The Border, Guy 
        "Abbiamo creduto che la scienza e l'ingegneria potessero risolvere 
        tutti i nostri problemi e ci ritroviamo con l'inquinamento e tutto che 
        sembra come se dovesse finire da un giorno all'altro, ma penso che dobbiamo 
        mantenere una qualche speranza per il nostro domani". 
      Minstrel 
        Boy 
        "Erano anni che volevo incidere questa vecchia canzone. E' un fantastico 
        traditional celtico che parla di un omicida, un tema abbastanza comune 
        nella musica popolare. Comunque sia, eravamo in studio, e tutti pensavamo 
        che Minstrel Boy doveva durare al massimo tre o quattro minuti. Invece 
        quando hanno iniziato a suonare e il violino ripeteva la melodia con insistenza, 
        io e il tecnico del suono ci siamo persi a guardare i musicisti suonare, 
        mentre il nastro continuava a registrare tutto. 
        Quando hanno finito, io ero già convinto che Minstrel Boy fosse 
        un capolavoro. Loro dicevano che era spazzatura, ma io lo so, i musicisti 
        sono tutti un po' pazzi, così ci siamo presi un mese di tempo per 
        pensarci su. Quando l'abbiamo risentita, nessuno ha avuto il coraggio 
        di cambiarla". 
         
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