REDSKINS - (INGHILTERRA , 1982 - 1986)


Discografia :
Album : "Neither Washington Nor Moscow" (1986, London Records) - "Live" (Cd - Dojo Records, 1988)
Singoli : "Lev Bronstein" (CNT,1982) - "Lean On Me" (CNT, 1983) - "Keep On Keepin'On !" (1984) - "Kick Over The Statues" (1985) - "The Power Is Yours" (1986) - "It Can Be Done" (1986)

Line Up :
Chris Dean - Voce, Chitarra
Martin Hewes - Basso, Voce
Nick King - Batteria (dal 1985 Paul Hookham)

Sezione Fiati : Ray Carless (Sax) , Kevin Robinson (Tromba), Trevor Edwards (Trombone)

REDSKINS, UNA SPLENDIDA METEORA ROSSA

"Possiamo parlare di rivolte, molotov e rivoluzioni tutto il giorno, ma se non riusciamo ad organizzarci distruggeremo le nostre vite sulle canzoni di protesta". Così disse Chris Dean e su queste coordinate visse la sua intensa esperienza con i Redskins.
Chris Dean, militante del Socialist Workers Party insieme al compagno di band Martin Hewes, portò le sue istanze di socialismo rivoluzionario (ma assolutamente non schiacciato sulle posizioni del più bieco comunismo ortodosso filosovietico) nella musica pop inglese. Lo ha fatto mettendo tutto se stesso nella contesa, attivandosi con la band in una serie di concerti e tour a favore dello sciopero dei minatori inglesi e contro il razzismo e l'apartheid. Sincero, credibile, efficace, il messaggio dei Redskins è arrivato a colpire in quegli anni, tanti ragazzi del proletariato inglese. "Volevamo essere popolari, non per viaggiare in limousine o farci riconoscere per strada, ma per creare un contesto che partisse dalla musica per aggregare più gente possibile e fare in sostanza, politica" (M.Hewes).


Tre skinheads rossi dalla testa ai piedi, armati di coraggio ed animati da una passione politica commovente, i ragazzi da York provarono a sensibilizzare l'opinione pubblica cercando di costruire una difficile opposizione sociale nell'era funesta di Margareth Thatcher. Fecero tutto questo con un pugno di fantastiche canzoni dai testi impegnati e non di maniera, proponendole attraverso una musica tosta, stilosa e tremendamente coinvolgente, un mix fra soul - rithm'n'blues - e forte attitudine punk, che ci fece pensare per qualche anno di aver trovato un gruppo potenzialmente in grado di prendere il posto dei Clash nei nostri cuori.

Non che a loro questo interessasse molto, anzi. Il sentimento che i Redskins nutrivano per i Clash (almeno leggendo qualche dichiarazione di metà '80 di Dean e Hewes sull'argomento) era di odio-amore. Nonostante ad inizio carriera lo stesso Dean riconobbe l'enorme influenza che Strummer ebbe sulla sua decisione di cominciare a fare musica, i successivi discorsi pubblici della band presero un'altra piega. Quello che i tre skin rossi rimproveravano a Strummer e compagnia era che i Clash si sarebbero fermati a metà del discorso, pensando di essere al centro di una battaglia, allo stesso tempo sanguinosa e simbolica, contro il mondo intero senza però riuscire a concretizzare nulla, perdendosi in contraddizioni sempre più evidenti fino ad implodere clamorosamente. Non è questo il luogo in cui perdersi nelle solite argomentazioni assolutamente pro-Clash molte volte ribadite nel sito.
Quello che noi vorremmo evidenziare invece, è che la "terra fertile" nella quale crebbero i Redskins, è la stessa ben coltivata dai Clash sin dal 1976. Su questo ci pare non possano esserci dubbi. Che i poi i Redskins abbiano preso una strada più politica e rigorosamente militante rispetto ai Clash è un altro affare, che peraltro mette ancor più in risalto la fortissima personalità di questa originale band e del suo leader. Ma senza i Clash difficilmente sarebbero nati i Redskins, questa è la verità. Come spesso accade, il tempo rimette le cose a posto. In una recentissima intervista Martin Hewes ha avuto modo di dichiarare : "Sono triste per la scomparsa di Joe Strummer perché nessuno lo potrà sostituire. Non c'è niente di sbagliato nel mettere sul piedistallo le persone che ci hanno trasmesso qualcosa di positivo. Joe Strummer ed i Clash ci hanno mostrato che era possibile fare grande musica con un messaggio politico forte".

Dean (che con lo pseudonimo di X Moore collaborava con il NME) e Hewes formarono nel 1981 a York la loro prima band, chiamata No Swastikas. Insieme al batterista Nick King nel 1982 si trasferirono a Londra cambiando il nome in Redskins. Durante i primi concerti nella capitale il loro look ed i loro testi fecero notizia. E cominciarono i problemi. Ci furono naturalmente interruzioni e botte durante i gigs, provocazioni di ogni tipo da parte degli skinheads di destra, accadimenti che in ogni caso non demoralizzarono la band che nel luglio '82 realizzò il primo singolo dal titolo "Lev Bronstein". Qualche mese dopo venne introdotta nel gruppo una stabile sezione fiati.

Nel 1983 esce il secondo singolo, "Lean On Me", un grandissimo pezzo, "un classico del soul moderno". I commenti della stampa specializzata sono entusiasti. "Lean On Me" viene definito come il miglior singolo inglese del 1983. La musica dei Redskins suona più o meno come quella dei Jam di "Town Called Malice", meno elegante e virtuosa rispetto al trio capitanato da Paul Weller ma più rabbiosa e militante. La bella voce di Chris Dean canta di solidarietà ed unione per la working class, niente è perso, è ancora possibile lottare insieme e vincere, "aggrappati" l'uno con l'altro. "Lean on Me" frutta ai Redskins un contratto con la Decca Records all'inizio del 1984. La carriera della band si sviluppa parallelamente al grande sciopero dei minatori (il più importante di tutta la storia sindacale inglese), che verrà seguito dai Redskins con una passione del tutto particolare. Esce il singolo "Keep On Keepin'On" ed è un altro anthem dedicato all'orgoglio della classe lavoratrice, "meglio morire in piedi , piuttosto che vivere sulle ginocchia", "i boss ci fanno pagare tutti i costi delle loro crisi, ci accusano di essere troppo sfrontati nel voler discutere le cose".
Nel marzo 1985 esce un altro singolo, "Bring It Down". Nel frattempo c'è stato il cambio di batterista e l'amara sconfitta dei minatori che aprirà la strada alla privatizzazione dell'industria del carbone inglese. Il drummer Nick King esce dalla band e viene sostituito per un breve periodo dal magnifico Steve White (Style Council e Paul Weller) e poi definitivamente da Paul Hookham.



A novembre i Redskins organizzano una serie di 12 date denominate "Anti Apartheid Tour" culminate con un happening finale a Londra al quale parteciperanno Billy Bragg (ricordiamo che la versione dei Redskins di "Levi Stubbs Tears" è da sempre la sua preferita) e Jerry Dammers (Specials). Escono nel giro di pochi mesi "Kick Over The Statues!" e "The Power Is Yours". Finalmente, nel febbraio 1986, viene pubblicato il primo ed unico album dei Redskins, "Neither Washington Nor Moscow". Una dichiarazione, quella contenuta nel titolo, che evocava una "Terzavia" (please, niente a che fare con quella buffonata proposta da Blair o D'Alema) fuori dallo schema USA-URSS, impregnata di un socialismo internazionale che metteva al primo posto la solidarietà e l'emancipazione della classe lavoratrice. "Neither Washington Nor Moscow" è un disco di grandissimo livello, a parere di chi scrive fra i migliori degli anni '80.

A prescindere dai forti contenuti politici, l'album è grande anche nella parte squisitamente musicale. I Redskins sono riusciti benissimo a filtrare la loro "punk attitude" con la verve dinamica e sensuale della soul music. Con loro si poteva ballare ed urlare insieme, si potevano ascoltare canzoni politiche nel totale coinvolgimento di un sound fantasioso e vibrante. Rare volte il connubio canzone politica-musica hanno trovato una sintesi così perfetta come nel caso dei Redskins. Loro non hanno mai voluto chiudersi nel ghetto delle band di culto come Crass o Discharge. Hanno sempre guardato avanti ed hanno cercato di aprirsi ad un pubblico sempre maggiore senza mollare i propri ideali, nella tradizione dei "black soul rebels", prendendo a riferimento i Jam (dicono loro) ma anche i Clash (diciamo noi). Nell'album sono presenti una dozzina di brani tutti di alto livello, fra i quali citiamo, ma solo per dovere di sintesi : "The Power is Yours", "Kick over the Statues", "Let's Make it Work", "It can be Done", "Keep on Keepin' On", "Take No Heroes", "Lean On Me!".

Nel maggio 1986 viene realizzato l'ultimo 45 giri del gruppo, una nuova versione di "It Can Be Done!". Nel corso di uno dei loro ultimi tour i Redskins toccarono anche l'Italia, con un passaggio all'Arena di Milano del quale siamo stati testimoni. Nonostante una non perfetta amplificazione la band dimostrò anche in quell'occasione tutta la sua forza e tutta la sua "specificità".
Una caratteristica questa che probabilmente anticipò lo scioglimento del gruppo sul finire del 1986. I Redskins erano legati a doppio filo alla condizione ed alla lotta della classe lavoratrice. La sconfitta del sindacato e la svolta a destra nella politica inglese tolsero probabilmente alla band quello slancio creativo e quell'urgenza sociale che avevano caratterizzato i loro esordi e la loro carriera. Non seppero e probabilmente non vollero proseguire oltre, lasciandoci il rammarico di non aver potuto osservare più a lungo quella che fu una splendida meteora rossa.


Mauro Zaccuri


Sul web (per conoscerli più a fondo e per acquisti) :
http://www.geocities.com/neither_washington_nor_moscow/