JOE
STRUMMER AND THE MESCALEROS (In concerto al Rolling Stone di Milano il 4/12/1999) |
Dopo l'esibizione settembrina di Bologna (nel corso dell'Indipendent Days Festival) sotto una pioggia torrenziale, Joe si ripresenta dal vivo per un'unica data italiana a Milano. Già a Bologna l'emozione nel rivederlo in buona forma era stata grande, ma adesso non mi voglio perdere l'occasione di partecipare ad un live completo, con la band probabilmente più coesa e rodata. Ci vado con i miei amici di sempre per scoprire e decifrare più attentamente il nuovo corso del vecchio Joe. Dopo qualche chiacchera al bar del Rolling, scendo e mi posiziono sotto il palco, in attesa del concerto da vivere e sudare. Il locale è abbastanza pieno, intorno a me molti coetanei nostalgici Clash, ma anche giovani e giovanissimi. In Italia i Clash hanno lasciato un segno indelebile, molto particolare, che si è fortunatamente trasferito anche alle generazioni successive. Entra finalmente Joe Strummer ed il saluto del pubblico si trasforma in un boato da stadio. Vedo Joe in forma, si vede che ha voglia di suonare, è carico al punto giusto. Alterna i migliori pezzi del suo "Rock Art and the X Ray Style" a brani della tradizione Clash. Il sound miscela rock, funky, reggae, ballad , rock latino. Il pubblico si infiamma alle note di Safe European Home e White Man in Hammersmith Palace, si poga, si balla, si salta, resisto. Sono anche molto apprezzati i nuovi pezzi come Tony Adams, Yalla Yalla e Diggin' the New. I Mescaleros , come era immaginabile, si dimostrano più sicuri rispetto a Bologna, ed anche la dimensione live offerta da un locale come il Rolling si addice di più alla band. Si riparte ancora con London Calling, Tommy Gun ed ogni canzone è come un tiro di Bob Morse , destinato a fare centro. Brividi e passioni si rincorrono, si gridano emozioni con i vicini: "Ma tu c'eri al Vigorelli nel 1981? No, ma li ho visti nell'80 in Piazza Maggiore". Qualcuno vicino a me si stacca preso da raptus e sale sul palco, Joe si lascia avvicinare senza problemi, stringe le mani a tutti, è molto disponibile. I bis sono ancora all'insegna dei Clash con l'accoppiata Straight to Hell-White Riot e I Fought the Law-Bankrobber. Quando finisce il concerto il pubblico intona ancora il coro di Bankrobber, quasi a salutare il vecchio Joe. I Clash sullo sfondo ed i Mescaleros nel presente, la musica scorre negli anni accompagnando la vita di ognuno di noi. Grande serata, solo un rimpianto, una grande mancanza, desolata e privata, di cui non mi è possibile parlare. Mauro Zaccuri |