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 Intorno 
          alle 22,15 inizia il concerto con "Dio è Triste" una 
          bella ballata dal "tiro giusto" per aprire il live. Da subito 
          in evidenza la bella voce di Paolo Archetti Maestri. Band compatta, 
          che riparte con le atmosfere suggestive e lineari e di "Quattro 
          passi nell'ombra", dove si evidenzia il bel lavoro di Fabio Martino 
          (maglietta rossa dei Gang per gradire) alla fisarmonica. Poi il folk 
          tirato ed ubriaco di "Siamo cani da pagliaio" (quelli abituati 
          a non chinare la testa) con Andrea Cavalieri che sfodera il contrabbasso 
          elettrico e lo "picchia" per benino; gli Yo Yo Mundi si lasciano 
          andare in una lunga version del brano particolarmente piacevole per 
          poi introdurre "Chi si ricorda di Gigi Meroni" ( da "L'impazienza 
          " del 1999) , canzone dedicata alla mitica e funambolica ala destra 
          del Torino anni '60, anticonformista doc. Il buon equilibrio dei suoni 
          contribuisce alla riuscita dello show.  
 
 Cresce 
          il calore della gente, gli Yo Yo Mundi abbinano tecnica ed emotività 
          con maestria, ed Eugenio Merico attacca con la batteria "Il bimbo 
          del Macello", un pezzo contro la violenza sugli animali (il gruppo 
          piemontese è da sempre schierato con profonda convinzione a favore 
          dei movimenti anti-vivisezione tipo la L.A.V.). Le atmosfere mediterranee 
          della "Danza dei Pesci Spada" anticipano "Ambaradan", 
          suonato con grinta e passione, il combat-folk di denuncia dei paesi 
          "civili" che fanno la guerra "ai popoli che hanno fame". 
          Chiude un pezzo che racchiude tutto in una parola molto attuale di questi 
          tempi : "Sciopero", tirato folk da grande festa di civile 
          disobbedienza.  Mauro 
          Zaccuri 
 
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