Quando
i margini stanno al centro. Gli Yo Yo Mundi stanno da anni al centro della
migliore tradizione della canzone d'autore italiana. Folk-rock, pop, chanson
francaise e Ivano Fossati fra i punti di riferimento principali.
"Alla bellezza dei Margini" è veramente un album di livello.
Lo diciamo subito, senza girarci intorno. Dai testi, alla musica, ai richiami
letterari, alla scelta dei collaboratori , nulla è lasciato al
caso, tutto è curato all'insegna di una professionalità
che non dimentica mai da che parte sta il cuore. Ed il cuore batte alla
ricerca di un Altro Mondo Possibile, di un Altro Mercato Discografico
Possibile, di un' Altra Sensibilità Possibile. Distratti da sempre
da fenomeni da baraccone, brutte copie di "colleghi" statunitensi
o inglesi, i nostri big della discografia non riescono a promuovere come
si deve (se non in rari casi, e Mescal in questo si distingue positivamente)
artisti italiani di questo livello, investendo nella qualità, rischiando
il giusto, e dimostrando, finalmente, di essere veramente "imprenditori".
Certo, sono discorsi vecchi, ma ogni tanto vale la pena di farli riemergere
con un po' di forza.
Non è infatti la prima volta che la band di Acqui Terme produce
lavori di questa fattura e personalità, citiamo ad esempio "L'impazienza"
del 1999, proseguendo tenacemente, fra malinconie e nuove speranze, nel
cammino tracciato.
L'album
si apre con "Dio è Triste" (che è anche il singolo)
folk-pop dalla struttura semplice, efficace, emozionale con un bel finale
in crescendo. "La casa del freddo" è una frizzante ballata
dai toni quasi sudamericani con la fisarmonica che disegna le trame più
accattivanti, mentre la successiva "Uh-uh, Ah-ah" canta l'amore
su temi musicali vicini ai grandi francesi Negresses Vertes. "Quattro
Passi nell'Ombra" e "Invano proteso in tuffo" sono rispettivamente,
una soffice ballata che ricorda i catanesi Denovo, ed un rock deciso ispirato
alle notti pre-partita di un portiere di calcio. Con "Profumo"
scendiamo nelle atmosfere cariche di flanger del post-punk anni 80 attraverso
un brano costruito perfettamente, crepuscolare, con un ottimo cantato.
"Monferrina 2006" è un brano strumentale intriso di atmosfere
dei luoghi cari alla band , "Ambaradan" è un folk pop
brillante carico di protesta e speranza, mentre "La Danza dei Pesci
Spada" raccoglie i sapori e le fantasie del famoso mercato della
Vucciria a Palermo. Un brano che conquista attraverso la sua delicata
atmosfera mediterranea. Segue l'altro strumentale, "La Voce delle
Onde", lento ed affascinante fra arpeggi di chitarra e fisarmonica.
Abbiamo lasciato per ultimo, appositamente, il gioiello del disco : "Alla
Bellezza dei Margini". Un ballata splendida, dolcissima, dal testo
ispirato dove si condensano i temi forti dell'album.
Non dobbiamo mai smettere di perseguire le cose in cui crediamo, anche
se forse non le raggiungeremo mai. Anche perchè "nell'attesa
infinita e insoddisfatta scopriremo di non aver atteso invano". Chapeau,
Yo Yo Mundi.
Mauro
Zaccuri
Voto
: 7,5
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