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I "padrini" in occidente |
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Qualche breve passaggio storico La
matrice popolare dello ska, i rude boys giamaicani di metà anni
60 sempre in bilico fra la strada e la prigione. Il ghetto e la poesia.
Un concentrato di emozioni forti che supera i Caraibi ed approda sul
finire degli anni 60 nel Regno Unito.
Il National Front e gli skin di destra creano però gravissimi problemi al movimento ska inglese, con continui attacchi e violenze di ogni tipo. Il fenomeno si assopisce ma non crolla completamente. Alcuni gruppi inglesi tengono duro (tipo i Trojans) in attesa che cessino le tensioni. Lo ska è entrato comunque a far parte della musica dei "bianchi", anche se ai margini del grande business. Poco male. In Europa la fiamma dello ska ritorna alla ribalta a metà anni '80 attraverso band come Casino Royale, Busters, Loafers ed iniziano a formarsi gruppi ska anche negli States come nel caso degli storici Toasters. La
musica ska entra a far parte dei generi da "contaminare",
da fondere insieme ad altri. Maestri di questa "patchanka sonora"
sono i francesi Mano Negra, poi , anche se con minor "applicazione",
Fishbone, No Doubt, Los Fabulosos Cadillac. Lo ska accellerato e distorto
comincia a farsi spazio nel panorama musicale nei primi anni 90. La
matrice di questo sound è certamente quella punk. Punk e ska
= ska-core. Allora ecco uscire band feroci e trascinanti come gli statunitensi
Mighty Mighty Bosstones, Real Big Fish e gli spagnoli Ska-P (veramente
grandi), poi , più recentemente, gli svedesi Liberator e Cigarres. Italians
Analizzando
da vicino i migliori gruppi di ska-core italico, cominciamo dai veterani
Persiana Jones. Sono
cresciuti moltissimo negli ultimi tempi i milanesi Shandon. Dopo
una interminabile serie di concerti che hanno fatto lievitare sempre
più la loro fama , la band , nata nel 1994 , ha consacrato la
propria maturazione con l'ottimo "Fetish"(2000 - V2) , un
disco fresco, energico e divertente. Dal vivo sono esplosivi, guidati
dal cantante-chitarrista Olly (un personaggio niente male dotato di
una bella voce). Alternano testi in italiano ed in inglese ma tutto
fila via liscio, grazie ad una sorprendente capacità compositiva.
Niente da invidiare alle migliori ska-core band in giro per il mondo.
Molti i brani di "Fetish" da evidenziare : "Placebo Effect"
ska dalle accellerazioni melodiche e ritmiche centrate in pieno, "A
Knightly Forest" punk-ska che strizza l'occhio alle band "da
cassetta" del pop-punk americano e ci delizia con il giro di "A
Forest" dei Cure, l'equilibrio aggressivo di "Emostasi",
lo ska classico di "Steady Night", il punk di "Blu",
la melodia post-punk di "Ruvida", l'irresistibile "P.N.X".
Insomma un disco che non conosce cedimenti, mantenendosi sempre su livelli
elevati. Nel 2002 il gruppo ha fatto uscire sempre su etichetta V2 il
nuovo album "Not so Happy to be Sad", ed anche in questo caso
le critiche sono più che positive. Un gruppo da seguire con attenzione
e , se possibile, da vedere dal vivo.
La
rivelazione del 2001 si chiama Meganoidi. La giovane band genovese
ha venduto con il primo disco "Into the darkness into the moda"(cantato
per lo più in inglese, salvo il singolo da classifica che è
in italiano) oltre 6.000 copie, una vittoria per la musica indipendente
italiana. Il brano "Meganoidi" entra in testa con estrema
facilità ed è trasmesso per un lungo periodo da MTV grazie
alle richieste del pubblico. I Meganoidi sono a nostro avviso una band
veramente sorprendente (bravo il vocalist Davide Di Muzio) per la capacità
di costruire brani divertenti ed intelligenti, che escono un po' dagli
stereotipi ska. Il futuro potrà loro riservare piacevoli sorprese
se riusciranno a proseguire nel processo di caratterizzazione del loro
sound senza aver paura di sperimentare. Ci sono spunti geniali nel loro
modo di comporre che andrebbero sviluppati con pazienza e caparbietà.
In verità il loro ultimo album "Into the Darkness, Into
the Moda"(2000 - Venus), presenta luci ed ombre, ma è sulle
luci che dobbiamo concentrare la nostra attenzione, perché di
vera luce si tratta. Come per il brano di apertura "Into the Darkness",
un veloce e potente ska che ci fa ripiombare, fra accellerazioni improvvise,
al migliore ska inglese degli anni 80. Ottimi anche "New Enemy"
che colpisce per le variazioni ritmiche , "King of Ska" e
"Wasteland". Il gioiello dell'album rimane comunque il già
citato "Maganoidi" un singolo che spacca e può determinare
il futuro di una band che promette veramente bene. Mauro Zaccuri
www.meganoidi.com
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