INTERVISTA A SHANE MACGOWAN
"Un doppio Schnapps alla pesca,un doppio Gin and Tonic e un bicchiere
di Kilkenny"
(Eamonn Sweeney,traduzione di Paolo Carù,tratta da Buscadero del Novembre
2001)
INTRO: Sono
passati diversi anni da quando Shane MacGowan,il geniale leader dei Pogues,dopo
aver lasciato la sua band ne ha fondata un'altra,The Popes,ed ha continuato
a fare dischi infischiandosene di chi lo dava per finito.
E' anche vero che ha diradato
parecchio la sua produzione discografica,solo due dischi da quando ha lasciato
la band irlandese,che si è dissolta senza il suo talento,ma quando ci si mette,i
suoi dischi sono sempre di grande spessore,come dimostra questo album dal
vivo,"Across The Broad Atlantic",dove,ben assecondato dai Popes,riesce ancora a
farci vibrare come ai bei tempi.Merito anche dei Popes,grezzi e quadrati,ma
pieni di vitalità e molto ben impostati tra rock verace e vigoroso,e folk
elettrificato.
Shane è un po' più impastato nella
voce,ma sa dare energia sia al pubblico che alla band e il risultato è un disco
vibrante,di grande spessore.
La scelta di Shane,quando deve fare
un' intervista,e ne fa pochissime,è quella di avere già pronto sul tavolo un
doppio schnapps alla pesca,un doppio gin and tonic ed un bicchiere di
Kilkenny,dopo che ha biascicato per due ore sul fatto che è tornato a vivere a
tempo pieno a Tipperrary.
L' essere puntuale non è mai stata
una delle peculiarità di Shane MacGowan(è di dominio pubblico il fatto che i
giornalisti lo debbano attendere per delle ore,persino giorni),così mi sono
portato una copia di "No Logo" di Naomi Klein per farmi compagnia mentre stavo
ad aspettarlo nel bar del Fitzwilliam Hotel.
Quando Shane è apparso dopo un'
attesa abbastanza breve,solo 45 minuti,ha subito preso in mano la copertina del
libro ed ha detto "Che cosa è,parla di quello?".
Gli ho citato in breve la teoria
della globalizzazione,le politiche del branding e dello sfruttamento straniero e
sono sceso nei dettagli su un paio di punti,almeno per quello che riguardava il
capitolo che stavo leggendo e che parlava della sponsorizzazione e della
politica dei marchi nelle scuole americane.
"Insegnano un mucchio di stronzate
a scuola,dovunque",ha tuonato Shane,"sai che il trattato irlandese non è valido
perché non hanno mai mandato uno del governo a Londra a firmarlo?Dev è stato a
casa ed ha mandato Michael Collins fuori a fare tutto il lavoro
sporco".
Shane è indubbiamente e mostra una
figura sorprendentemente linda,per un uomo noto per la sua trascuratezza per
quello che riguarda il dipartimento sartoria.Si è appena fatto la barba e appare
pulito e ben vestito,il che è un fatto sorprendente.
Non mi sorprende affatto
invece quando ordina un doppio shnapps alla pesca ,un doppio gin and tonic ed un
bicchiere di Kilkenny.Allo stesso
tempo io appaio decisamente inadeguato,avendo ordinato solo una pinta di
Guinness.
MacGowan inizia a
parlare,ed andrà avanti un' ora,discutendo e biascicando, ed esprime la sua
soddisfazione per essere tornato a vivere a Tipperary a tempo
pieno.
"Ho sempre odiato
Londra",grugnisce,"ho 43 anni ed appartengo a quella generazione che ha dovuto
emigrare per trovare lavoro.Sono stato abbastanza fortunato da fare coincidere
il mio arrivo con l'entrata in scena dei Sex Pistols,che ha dato un senso al
fatto di essere sul posto.Ma anche questo poi è diventato noioso".
Indubbiamente il fatto
di muoversi verso l' Inghilterra ha facilitato la formazione dei Pogues e la
creazione di un catalogo di canzoni classiche,che sono il fulcro del nuovo album
dal vivo di Shane MacGowan.
"Tornando a quei tempi
nessuna casa discografica in Irlanda,neppure la Claddagh,era interessata ai
Pogues",ricorda,"ci avevano dato un occhiata di sfuggita e avevano deciso che
era osceno e blasfemo quello che noi facevamo.I Pogues non avevano nulla a che
vedere con il punk.Tutto quello che avevamo fatto era di tornare ad essere una
ceili band.Anche i Popes sono ceili.Ceili arrabbiato;non è ceili moderno ma si
rifà decisamente alle tradizioni.Quello che abbiamo fatto coi Pogues,e stiamo
suonando esattamente lo stesso materiale coi Popes,è stato di tornare a suonare
la musica nel modo in cui veniva suonata prima che arrivassero i puristi
tradizionali.Noi eravamo una vera ceili band,non una band punk ed anche ora non
siamo una punk band.Abbiamo solo degli strumenti elettrici.
C' è solo qualche
imprecazione nelle liriche,ma certamente non più di quante ce ne sono in
centinaia di vecchie canzoni tradizionali irlandesi,che sono di gran lunga più
oscene di qualunque canzone io abbia mai scritto.Capisci quello che intendo
dire?Quando i Pogues ce l'hanno fatta è stato molto divertente essere pagati per
cantare nei pubs le stesse canzoni per le quali un anno prima ci avevano buttato
fuori".
Tcchhh!Shane
fischia,lasciando uscire uno dei suoi ben noti versi,un marchio di fabbrica
tanto rumoroso quanto esilarante.Oggi,ovviamente,viviamo in un periodo in cui la
musica è linda e leggera e questo è in completa antitesi con le ballate piccanti
di MacGowan.
"Credo che ci sarà un
contraccolpo verso tutta questa musica idiota che si sente oggi" sancisce "penso
che la mia continua popolarità,assieme a quella di Ronnie Drew,Christy Moore ed
altri,significa che la musica irlandese è ancora in voga sia nella East Coast
degli Usa che in Europea,anche al di fuori dei circuiti irlandesi ed
americani.Per certi versi è come quando i giovani si sono messi ad ascoltare il
reggae in Inghilterra e in Europa.Capisci cosa intendo?
Le case discografiche
hanno capito,giocoforza,hanno dovuto capire che qualcosa stava accadendo nel
paese,tra la gente,e non in uno di quei fottuti posti per damerini come
Doolin.Io penso che il pop di merda irlandese sia molto meglio del pop di merda
inglese o di quello americano;lo è sempre stato.Penso che cantanti come
Joe Dolan o Brenda Boyer fossero dei genuini artisti pop e che qualunque
media show band irlandese sia molto migliore di qualunque gruppo beat o
blues inglese o americano,per non parlare di stronzate come Boney M o
Smokie".
Mi parla di alcuni fatti
che gli sono successi tempo fa."Sai una volta sono andato a casa di Bono e poi
quei fottuti dei tabloids inglesi hanno scritto che ero scappato portando via la
sua collezione di dischi d'oro e che poi me la sono venduta.Ma ci pensi,che
cazzo,io che corro per strada coi dischi d'oro di Bono in mano:ti sembra
logico?Sono dei bastardi e non fanno altro che buttermi del fango addosso.Ma va
bene così,intanto si parla di me sui giornali.Anche se questa è una delle cose
peggiori che hanno scritto".
Anche se possiede un
appartamento a Londra e dice a tutti che è tornato a vivere nella fattoria di
Tipprary dove è cresciuto,Shane risiede da alcuni mesi nelle stanze del Blooms
Hotel di Londra.E' in causa coi suoi editori,Sidgwick and Jackson,per il conto
dell' Hotel.
Loro dicono di aver
concesso al cantante di starci un paio di giorni,giusto per concedere le
interviste per il libro "A Drink With Shane MacGowan",e lui invece ci sta da
parecchie settimane e non ha ancora deciso di andare via.
Io gli dico che comunque
sta meglio qui che alla fattoria,dove non c'è acqua corrente,lui risponde
visibilmente annoiato."Non è vero,una volta non c'era l'acqua corrente,ma ora
c'è.E' una delle tante fandonie che scrivono sul mio conto,lo hai letto sul
fottuto Observer;io ci vivo bene a Tipperary,dove la gente mi conosce da quando
ero bambino.Vado fuori a bere in compagnia oppure me ne sto seduto davanti alla
vecchia casa,con campi sterminati di fronte a me.Mi piace il tempo in
Irlanda:quando ero piccolo stavo fuori di casa sino a quando diventava
buio,soprattutto quando pioveva o c'era vento".
Gli chiedo cosa ne pensa
della sua biografia,"A Drink With Shane MacGowan",scritta dalla sua ex Victoria
Clarke.Il libro è una sorta di lunga intervista che,nel corso di 360
pagine,racconta il peggio,senza celare nulla,della burrascosa vita del
cantante.
"Ci sono un mucchio di
cose che vorrei cambiare" risponde "ero ubriaco quando ho detto alcune di quelle
cose.Non è un' autobiografia né una biografia ma rappresenta solo quello che
dice il titolo,una bevuta con Shane MacGowan".
Bevi ancora molto,gli
chiedo."Molto meno ora,ma non ho paura di morire.Prima o poi capiterà anche a
me".
Mano a mano che continua
a bere,il discorso si rivolge su Damien Dempsey("un grande artista irlandese,mi
ricorda un casino Luke Kelley"),sino alla attuale nazione irlandese ed al
problema dei rifugiati("Non c'è la possibilità di fare entrare questa gente e di
permettere che diventino mendicanti").
Il barman chiede
tempo,ma Shane incalza malgrado abbia bevuto abbastanza liquido da stendere due
persone,è si ubriaco ma ancora lucido.
Io mi scuso e faccio per
alzarmi dopo avergli detto che me ne vado."Si,te ne puoi andare" biascica Shane
"sei completamente fatto".