Rabbia e senso di impotenza. Ma anche soddisfazione e speranza. Sono queste
le sensazioni contrastanti che abbiamo provato quest'anno nell'ascoltare
i lavori di musicisti e gruppi italiani che meriterebbero davvero ben
altra considerazione e visibilità. Se da un lato infatti è
netta la percezione che sarà durissima vedere affermati a grandi
livelli molti di questi talenti nazionali , altrettanto forte è
la consapevolezza di avere fra le mani materiale di prima qualità
che andrebbe solo valorizzato a dovere dai mass-media. Ed è anche
interessante poter constatare che tutto ciò si concretizza nell'Italia
della macchietta assunta a simbolo nazionale, che vaga senza meta e senza
progettualità verso il nulla assoluto. Grazie al cielo in questo
piattume generale (fortemente voluto ed imposto, basta vedere a cosa è
ridotta oggi la TV) riescono comunque ad emergere artisti veri che vanno
decisamente oltre le squallide proposte della nostrana musica leggera.
Marco
Parente con il suo nuovo album "Trasparente" entra a pieno titolo
in queste nostre dissertazioni, offrendoci un disco la cui "cifra"
artistica è decisamente importante. Un lavoro sicuramente non facile
e non perfetto ma di grande impatto emotivo; un disco che suona forte
ed intimo, che nella propria "trasparenza" riflette il cuore
e la testa del musicista partenopeo.
Prodotto da Manuel Agnelli, "Trasparente" risulta a livello
musicale non facilmente catalogabile (meglio così), anche se volendo
si possono trovare riferimenti a Radiohead e Jeff Buckley uniti ad una
radice jazz che persiste nell'indubbia e spiccata personalità di
Parente.
Le scarne melodie giocate su atmosfere quasi sussurrate (talvolta unite
a più ruvide impennate), mettono in risalto le notevoli doti canore
di Parente, che riesce così ad esprimere anche il proprio talento
di songwriter.
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Il
primo pezzo, "La mia rivoluzione", è una sintesi di tutto
il disco. Brano melodicamente intenso ed emotivamente coinvolgente, con
attacco di pianoforte e successiva apertura ritmica ridotta all'osso per
una song che esprime il concetto di rivoluzione personale (poi ripreso
anche in "W il Mondo"): "non miti non dita ad indicare
metodi di vita, sono io e la mia rivoluzione è a colpi di grazie".
Con il successivo "Scolpisciguerra", uno dei migliori brani
di "Trasparente", l'incedere è decisamente più
rock con le chitarre in evidenza che poi lasciano spazio alla efficace
apertura centrale. Segue la tenue e sognante "Farfalla Pensante"
dove la voce di Parente svetta irrangiungibile , poi le atmosfere rarefatte
ed oniriche di "Come un coltello" e le melodie elettro-pop di
"W il Mondo" in cui si riafferma : "ho una gran fretta
di cambiare il mondo che non va dove pensavo, senza pensare che non cambia
il mondo se non cambia il mio".
"Derivanti", "Fuck Art & Let's Dance" (beat elettronico)
e l'ipnotica "Anima Gemella" spezzano un po' l'atmosfera altamente
suggestiva ed emozionale creata nella prima parte del disco.
Il volto a nostro avviso migliore di "Trasparente" lo ritroviamo
con il jazzato di "Adam ha salvato Molly", dove Parente al pianoforte
e l'assolo di sax nel vivace finale coinvolgono ancora. Il disco termina
con "Davvero Trasparente" nel quale il cerchio dell'introspezione
si chiude e si dichiara : "e cosa sto aspettando a vivere così
come siamo davvero, senza che sia per forza speciale".
Per
noi è una scoperta vera quella di Marco Parente. Un musicista dal
bagaglio comunicativo veramente fuori dal comune. Gran bel disco, puro
ossigeno per la musica d'autore italiana.
Mauro
Zaccuri
Voto
: 7,5
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