MARCO PARENTE
"Trasparente" (Mescal - Settembre 2002)



Rabbia e senso di impotenza. Ma anche soddisfazione e speranza. Sono queste le sensazioni contrastanti che abbiamo provato quest'anno nell'ascoltare i lavori di musicisti e gruppi italiani che meriterebbero davvero ben altra considerazione e visibilità. Se da un lato infatti è netta la percezione che sarà durissima vedere affermati a grandi livelli molti di questi talenti nazionali , altrettanto forte è la consapevolezza di avere fra le mani materiale di prima qualità che andrebbe solo valorizzato a dovere dai mass-media. Ed è anche interessante poter constatare che tutto ciò si concretizza nell'Italia della macchietta assunta a simbolo nazionale, che vaga senza meta e senza progettualità verso il nulla assoluto. Grazie al cielo in questo piattume generale (fortemente voluto ed imposto, basta vedere a cosa è ridotta oggi la TV) riescono comunque ad emergere artisti veri che vanno decisamente oltre le squallide proposte della nostrana musica leggera.

Marco Parente con il suo nuovo album "Trasparente" entra a pieno titolo in queste nostre dissertazioni, offrendoci un disco la cui "cifra" artistica è decisamente importante. Un lavoro sicuramente non facile e non perfetto ma di grande impatto emotivo; un disco che suona forte ed intimo, che nella propria "trasparenza" riflette il cuore e la testa del musicista partenopeo.
Prodotto da Manuel Agnelli, "Trasparente" risulta a livello musicale non facilmente catalogabile (meglio così), anche se volendo si possono trovare riferimenti a Radiohead e Jeff Buckley uniti ad una radice jazz che persiste nell'indubbia e spiccata personalità di Parente.
Le scarne melodie giocate su atmosfere quasi sussurrate (talvolta unite a più ruvide impennate), mettono in risalto le notevoli doti canore di Parente, che riesce così ad esprimere anche il proprio talento di songwriter.


Il primo pezzo, "La mia rivoluzione", è una sintesi di tutto il disco. Brano melodicamente intenso ed emotivamente coinvolgente, con attacco di pianoforte e successiva apertura ritmica ridotta all'osso per una song che esprime il concetto di rivoluzione personale (poi ripreso anche in "W il Mondo"): "non miti non dita ad indicare metodi di vita, sono io e la mia rivoluzione è a colpi di grazie". Con il successivo "Scolpisciguerra", uno dei migliori brani di "Trasparente", l'incedere è decisamente più rock con le chitarre in evidenza che poi lasciano spazio alla efficace apertura centrale. Segue la tenue e sognante "Farfalla Pensante" dove la voce di Parente svetta irrangiungibile , poi le atmosfere rarefatte ed oniriche di "Come un coltello" e le melodie elettro-pop di "W il Mondo" in cui si riafferma : "ho una gran fretta di cambiare il mondo che non va dove pensavo, senza pensare che non cambia il mondo se non cambia il mio".
"Derivanti", "Fuck Art & Let's Dance" (beat elettronico) e l'ipnotica "Anima Gemella" spezzano un po' l'atmosfera altamente suggestiva ed emozionale creata nella prima parte del disco.
Il volto a nostro avviso migliore di "Trasparente" lo ritroviamo con il jazzato di "Adam ha salvato Molly", dove Parente al pianoforte e l'assolo di sax nel vivace finale coinvolgono ancora. Il disco termina con "Davvero Trasparente" nel quale il cerchio dell'introspezione si chiude e si dichiara : "e cosa sto aspettando a vivere così come siamo davvero, senza che sia per forza speciale".

Per noi è una scoperta vera quella di Marco Parente. Un musicista dal bagaglio comunicativo veramente fuori dal comune. Gran bel disco, puro ossigeno per la musica d'autore italiana.

Mauro Zaccuri

Voto : 7,5