GIULIANO PALMA
"G.P. Gran Premio" (V2 - Febbraio 2002)

Giuliano Palma - Voci e chitarre

I musicisti :
Patrick Benifei - Piano, Tastiere e Voci
Fabio Merigo - Chitarre
Cato Senatore - Basso
Ale Turla - Batteria
Paolo The Angelo Parpagliole - Sax e flauto
Gigi T-Bone De Gasperi - Trombone
Marco Fior - Tromba
Maimo Palma - Percussioni


Eccolo solo, a volto e cuore scoperto. Dopo i fantastici anni '80 (a livello sia musicale che umano) passati con i Casino Royale ed il raffinato progetto (anni '90) chiamato Bluebeaters, Giuliano Palma attraversa il Rubicone e lancia la sfida. Solo è vero, anche se bene accompagnato da fior di musicisti con anni di militanza nelle migliori band di reggae e ska italiane (Africa Unite, Casino Royale, Bluebeaters).

Ne esce questo "G.P.", dove il progetto solista diventa allo stesso tempo sinonimo di speranza e paura. Le scelte però sono piuttosto nette, anche se lasciano, giustamente, le porte aperte al sound dalle radici giamaicane di cui è intriso il passato artistico di Palma. La voce chiara e brillante come sempre non si discute, l'impasto di reggae, rocksteady, ska, r'n'b, soul di marca Motown, è fresco, piacevole, a tratti veramente elegante, e , naturalmente, molto ben eseguito. Importante anche la scelta di cantare in italiano (i testi sono scritti in collaborazione con La Pina), e di cercare nella migliore tradizione della canzone italiana qualche ispirazione importante.
Un buon disco fatto di buona e godibile musica, che fa ben sperare per il proseguio della carriera di Palma, anche se a nostro parere qualche brano rimane al di sotto delle potenzialità del musicista milanese.

Il brano di apertura "Musica di Musica" è un po' la sintesi di quanto di buono c'è nell'album : ottima melodia che entra in testa in modo dirompente, rocksteady di classe, pregevole il testo che cerca di affrontare il difficile distacco con i Casino Royale. Molto bella anche la successiva song "Viaggio Solo", dal soffice incedere reggae. In "Sei sempre qui" Palma trova il soul targato Motown, vicino a certe cose degli Style Council, mentre "Non mi guardare così" è un reggae costruito perfettamente sopra una melodia azzeccata.
Episodi non molto riusciti e privi di intensità sono invece "Girati e Perdonami" e "Stella".
Poi la classe riemerge con forza attraverso il dolce reggae di "Ma tu" , che canta con passione il distacco affettivo, poi segue il funk equilibrato e melodico di cui è intrisa "La notte", che introduce la cover di "Stay Free", una delle migliori canzoni scritte da Mick Jones dei Clash (1978).
Uno spaccato di vita di un rude boy amico di infanzia finito in prigione. Probabilmente la colonna sonora degli anni passati da Palma con i Casino Royale, "il minimo comune denominatore tra tutte le persone cresciute con lui". "Stay Free" diventa qui una soul-ballad di grande ed emozionante effetto, con finale in crescendo fra tastiere ed armonica.
Grazie Giuliano. Stay Free, Stay Rude.

Mauro Zaccuri

Voto : 7