GANG
Live in Pisa, Borderline 7/11/2002


Dopo aver acquistato e consumato tutti o quasi i loro dischi (mi manca "Una volta per sempre"), finalmente i Gang hanno fatto tappa a Pisa e ovviamente non mi sono lasciato sfuggire l'occasione di assistere al mio primo concerto dei F.lli Severini.

Non nascondo di essermi persino emozionato quando ho visto su un muro di Pisa la bellissima locandina,utilizzata anche dai Clash in una delle loro scorribande nella penisola italiana,raffigurante un giovane nell'atto di scagliare la "sua" pietra contro la polizia:"I wanna a riot of my own",insomma.
Arrivo dunque al Borderline con 15 minuti di anticipo (il concerto è fissato per le 22 e 30) pieno di entusiasmo,perché sto per vedere dal vivo la band che un tempo chiamavano "i Clash d'Italia" e che poi con gli anni è cresciuta,diventando uno dei migliori gruppi rock italiani degli anni 90.Di primo acchito resto un po' deluso:il Borderline è un piccolo pub in stile western dove la gente ascolta musica live tranquillamente seduta ai tavolini,in parte già occupati da diverse coppie e gruppi di amici sopra i trent'anni.Non che in assoluto non ami certi locali,ma per un concerto dei Gang mi sarei aspettato un luogo assai più capiente e una percentuale "giovanile" maggiore.



Un po' perplesso mi siedo anch'io,mentre un simpatico cantautore locale intrattiene gli astanti con chitarra e voce,per poi lasciare spazio ai Del Sangre,gruppo di spalla ai F.lli Severini per questa sera.I Del Sangre propongono un rock senza fronzoli che ricorda i Gang di "Fuori dal Controllo" ed eseguono anche una potente versione di "Masters of War" di Bob Dylan, che farà parte di un cd intitolato "Not in My Name" (al quale partecipano anche i Gang),in edicola con il quotidiano "Liberazione" dal 9 Novembre.

Alle 11 e 15 i Del Sangre abbandonano il palco ed entrano finalmente in scena i nostri.Mi sono fatto un'idea dei loro concerti leggendo le recensioni e non sto più nella pelle dalla curiosità di verificare di persona le capacità live di questa grande band.
Ci siamo:parte velocissima e potente la batteria di Paolo Mozzicafreddo ed è subito "Socialdemocrazia". Guardo con un po' di stupore la gente ai tavolini e mi chiedo come facciano a starsene seduti e composti sotto certe scariche di energia.
Marino si dimostra subito il leader,l'anima del gruppo:è una vera forza della natura,canta egregiamente,si muove benissimo sul piccolo palco e nel rivolgersi al pubblico utilizza una parlata simpaticissima,alla Paolo Rossi.Il tutto con il sorriso stampato in faccia. Il fratello Sandro e gli altri componenti della band non sono sicuramente altrettanto spettacolari, ma svolgono alla perfezione e con entusiasmo i rispettivi compiti.

Dopo l'inizio strepitoso i brani proposti dal gruppo marchigiano saranno sopratutto quelli più pacati del loro repertorio,ma non per questo meno potenti,anche perchè,non essendoci sul palco chitarre acustiche violino e fiati,vengono tutti riletti in chiave classicamente rock,attraverso la formula basso+chitarre elettriche+batteria+tastiere.
Da questa rilettura mi sembra che alcune canzoni traggano una nuova e interessente veste ("Oltre" e "Le Radici e Le Ali"),mentre altre vengono probabilmente penalizzate e eccessivamente sfigurate ("Bandito Senza Tempo" e "Sesto San Giovanni")
A "Socialdemocrazia" seguono "Fino alla Fine" e "Dante di Nanni" degli Stormy Six. La fisarmonica di Fabio Verdini fa da padrona in "La Corte dei Miracoli", introdotta da un'invettiva di Marino contro la classe politica italiana.
L'eterno leader dei Gang comunque parla poco tra un brano e l'altro ("non voglio rompere troppo i coglioni" dice),preferendo far parlare le loro splendide canzoni:"Johnny lo Zingaro","Non è di Maggio","Vorrei","Giorni","La Pianura dei Sette Fratelli" si susseguono scaldando il cuore del pubblico che li ricambia con lunghi applausi.



"Comandante",dedicata al Marcos che c'è in ognuno di noi, e "Kowalsky" hanno rappresentato i momenti più divertenti e sentiti,con gente che saltella per il locale.
Durante "Kowalsky",che ha chiuso la prima parte del concerto,Marino ha proposto un sondaggio:"chi è il più grande pezzo di merda oggi in Italia?"Vi lascio immaginare la risposta in coro del pubblico...
Qualche minuto di pausa e i Gang tornano sul palco per i bis,aperti da "Dopo la Pioggia" e proseguiti con due pezzi da brividi:"Paz" e "Sesto San Giovanni", quest'ultima,come dicevo,fortemente alterata (forse anche troppo) rispetto all'originale su disco,della quale conserva praticamente solo il bellissimo testo.
Dopodiché Marino chiama il cantante dei Del Sangre per eseguire insieme "I Fought the Law":tre minuti di puro rock'n'roll e il mio cuore vola in terra d'Albione,ai tempi in cui "Londra Chiamava" ed io non ero neppure nato.

Il concerto si chiude festosamente con "La Lotta Continua",accompagnata dai cori del pubblico invitato da Marino a cantare che "anche a Pisa la lotta continua!"
In conclusione una bellissima serata ricca di speranza,positività,spirito combattivo:esattamente quello che questi tempi richiedono.Unica nota negativa che non posso esimermi dal sottolineare:un gruppo come i Gang,in particolar modo a Pisa,città universitaria e provincia rossa per antonomasia,in questi giorni di risveglio sociale e voglia di tornare in piazza a far sentire la propia voce,meritava un pubblico ben più vasto di quello che può offrire un piccolo pub.Lo so,è sempre la stessa vecchia storia,ma è proprio una vergogna...
Pazienza. Lunga vita a i Fratelli Severini e alla prossima, io di sicuro non mancherò.

Paolo Falossi