Dopo aver acquistato e consumato tutti o quasi i loro dischi (mi manca
"Una volta per sempre"), finalmente i Gang hanno fatto tappa
a Pisa e ovviamente non mi sono lasciato sfuggire l'occasione di assistere
al mio primo concerto dei F.lli Severini.
Non nascondo di essermi persino emozionato quando ho visto su un muro
di Pisa la bellissima locandina,utilizzata anche dai Clash in una delle
loro scorribande nella penisola italiana,raffigurante un giovane nell'atto
di scagliare la "sua" pietra contro la polizia:"I wanna
a riot of my own",insomma.
Arrivo dunque al Borderline con 15 minuti di anticipo (il concerto è
fissato per le 22 e 30) pieno di entusiasmo,perché sto per vedere
dal vivo la band che un tempo chiamavano "i Clash d'Italia"
e che poi con gli anni è cresciuta,diventando uno dei migliori
gruppi rock italiani degli anni 90.Di primo acchito resto un po' deluso:il
Borderline è un piccolo pub in stile western dove la gente ascolta
musica live tranquillamente seduta ai tavolini,in parte già occupati
da diverse coppie e gruppi di amici sopra i trent'anni.Non che in assoluto
non ami certi locali,ma per un concerto dei Gang mi sarei aspettato
un luogo assai più capiente e una percentuale "giovanile"
maggiore.
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Un po' perplesso mi siedo anch'io,mentre un simpatico cantautore locale
intrattiene gli astanti con chitarra e voce,per poi lasciare spazio
ai Del Sangre,gruppo di spalla ai F.lli Severini per questa sera.I Del
Sangre propongono un rock senza fronzoli che ricorda i Gang di "Fuori
dal Controllo" ed eseguono anche una potente versione di "Masters
of War" di Bob Dylan, che farà parte di un cd intitolato
"Not in My Name" (al quale partecipano anche i Gang),in edicola
con il quotidiano "Liberazione" dal 9 Novembre.
Alle 11 e 15 i Del Sangre abbandonano il palco ed entrano finalmente
in scena i nostri.Mi sono fatto un'idea dei loro concerti leggendo le
recensioni e non sto più nella pelle dalla curiosità di
verificare di persona le capacità live di questa grande band.
Ci siamo:parte velocissima e potente la batteria di Paolo Mozzicafreddo
ed è subito "Socialdemocrazia". Guardo con un po' di
stupore la gente ai tavolini e mi chiedo come facciano a starsene seduti
e composti sotto certe scariche di energia.
Marino si dimostra subito il leader,l'anima del gruppo:è una
vera forza della natura,canta egregiamente,si muove benissimo sul piccolo
palco e nel rivolgersi al pubblico utilizza una parlata simpaticissima,alla
Paolo Rossi.Il tutto con il sorriso stampato in faccia. Il fratello
Sandro e gli altri componenti della band non sono sicuramente altrettanto
spettacolari, ma svolgono alla perfezione e con entusiasmo i rispettivi
compiti.
Dopo l'inizio strepitoso i brani proposti dal gruppo marchigiano saranno
sopratutto quelli più pacati del loro repertorio,ma non per questo
meno potenti,anche perchè,non essendoci sul palco chitarre acustiche
violino e fiati,vengono tutti riletti in chiave classicamente rock,attraverso
la formula basso+chitarre elettriche+batteria+tastiere.
Da questa rilettura mi sembra che alcune canzoni traggano una nuova
e interessente veste ("Oltre" e "Le Radici e Le Ali"),mentre
altre vengono probabilmente penalizzate e eccessivamente sfigurate ("Bandito
Senza Tempo" e "Sesto San Giovanni")
A "Socialdemocrazia" seguono "Fino alla Fine" e
"Dante di Nanni" degli Stormy Six. La fisarmonica di Fabio
Verdini fa da padrona in "La Corte dei Miracoli", introdotta
da un'invettiva di Marino contro la classe politica italiana.
L'eterno leader dei Gang comunque parla poco tra un brano e l'altro
("non voglio rompere troppo i coglioni" dice),preferendo far
parlare le loro splendide canzoni:"Johnny lo Zingaro","Non
è di Maggio","Vorrei","Giorni","La
Pianura dei Sette Fratelli" si susseguono scaldando il cuore del
pubblico che li ricambia con lunghi applausi.
"Comandante",dedicata al Marcos che c'è in ognuno di
noi, e "Kowalsky" hanno rappresentato i momenti più
divertenti e sentiti,con gente che saltella per il locale.
Durante "Kowalsky",che ha chiuso la prima parte del concerto,Marino
ha proposto un sondaggio:"chi è il più grande pezzo
di merda oggi in Italia?"Vi lascio immaginare la risposta in coro
del pubblico...
Qualche minuto di pausa e i Gang tornano sul palco per i bis,aperti
da "Dopo la Pioggia" e proseguiti con due pezzi da brividi:"Paz"
e "Sesto San Giovanni", quest'ultima,come dicevo,fortemente
alterata (forse anche troppo) rispetto all'originale su disco,della
quale conserva praticamente solo il bellissimo testo.
Dopodiché Marino chiama il cantante dei Del Sangre per eseguire
insieme "I Fought the Law":tre minuti di puro rock'n'roll
e il mio cuore vola in terra d'Albione,ai tempi in cui "Londra
Chiamava" ed io non ero neppure nato.
Il concerto si chiude festosamente con "La Lotta Continua",accompagnata
dai cori del pubblico invitato da Marino a cantare che "anche a
Pisa la lotta continua!"
In conclusione una bellissima serata ricca di speranza,positività,spirito
combattivo:esattamente quello che questi tempi richiedono.Unica nota
negativa che non posso esimermi dal sottolineare:un gruppo come i Gang,in
particolar modo a Pisa,città universitaria e provincia rossa
per antonomasia,in questi giorni di risveglio sociale e voglia di tornare
in piazza a far sentire la propia voce,meritava un pubblico ben più
vasto di quello che può offrire un piccolo pub.Lo so,è
sempre la stessa vecchia storia,ma è proprio una vergogna...
Pazienza. Lunga vita a i Fratelli Severini e alla prossima, io di sicuro
non mancherò.
Paolo Falossi