Mick Jones :" Le registrazioni di "Sandinista!" costituiscono
un periodo di grande attività : si sentivano nell'aria grandi
vibrazioni. Oltretutto avevamo la possibilità di lavorare con
musicisti e produttori di altre culture, che ci hanno fatto crescere
tantissimo. Lavorando con Mickey Dread ho imparato cose incredibili,
riusciva a creare un ritmo pazzesco lavorando solamente su due suoni.
E'stato lui che mi ha iniziato al dub, una musica molto lineare ma allo
stesso tempo complicatissima da riprodurre ".
I
Clash incontrarono Mickey Dread (Michael Campbell) , uno
dei capofila della nuova generazione dub a cavallo fra gli anni 70 ed
80, durante il tour del 1980 chiamato "16 Tons Tour", nel
quale Dread faceva da supporter. Mickey Dread, musicista molto famoso
in Giamaica a causa del fortunato show radiofonico a base di reggae
"Dread at the Controls", dopo essersi trasferito a Londra
ha aperto ai Clash territori inesplorati : la tecnica del talk-over,
il dub ed altre diavolerie che solo chi ha lavorato negli studi di registrazione
giamaicani conosce. Egli entrò con la band nei Pluto Studios
di Manchester dove, nel giro di due giorni, verrà registrata
Bankrobber. Il singolo esce nell'agosto del 1980 ed è strepitoso.
Tocca livelli mai raggiunti nella profondità del suono. Bankrobber
arriverà al secondo posto della classifica 45 giri.
Paul
Simonon : "Siamo entrati in studio a Manchester il primo febbraio
con uno splendido tramonto per uscirne il mattino successivo : nel frattempo
erano caduti 10 centimetri di neve
Mickey Dread ci ha fatto conoscere
un mondo che avevamo solo sfiorato sino a quel momento. Ci ha fatto
capire che i Clash avrebbero potuto suonare dub e reggae come nessun
altro".
DUB
MUSIC
Generalità
Il Dub è la scomposizione e la ricomposizione in forma creativa
ed originale della struttura strumentale di un brano reggae, in cui
il ritmo diventa il protagonista principale, al posto della voce.
Una sorta di evoluzione elettronica rallentata ed ipnotica del reggae
ottenuta con l'aggiunta di effetti eco, riverberi e fading.
Il dominio del basso e della batteria è l'essenza della cultura
reggae, la sua radice africana ; di conseguenza il dub stimola ed esalta
gli aspetti fisici ed istintivi della musica. E' simile al battito del
cuore con in primo piano il suono equalizzato, cupo e profondo di basso
e batteria.
Un sound dilatato, che spinge ad un movimento lento e coinvolgente ,
che scuote e "lavora" il sistema cerebrale, lasciando spesso
l'ascoltatore in una sorta di "ipnosi".
Il ruolo tecnico dell'ingegnere del suono è fondamentale per
la buona riuscita di un brano dub : è lui infatti che lavora
con il mixer su echi e riverberi, sonorità largamente diffuse
ed utilizzate nella dub music.
Breve
Storia
Già sul finire degli anni 60 il sound system del dj Osborne Ruddock,
detto "King Tubby" sperimentava sul pubblico versioni
"lente e dilatate" di brani reggae famosi. A Waterhouse, nel
cuore del ghetto di Kingston e grazie ad un vecchio mixer a quattro
canali, King Tubby usò per primo eco, effetti, riverberi che
portarono la musica ad essere molto apprezzata nelle dance-hall giamaicane,
per poi diffondersi anche in Inghilterra. Nei primi anni 70 il dub viveva
già di luce propria, con i dub-albums e con "version"
di musica reggae molto apprezzate.
In Giamaica emergevano talenti pieni di creatività come il già
citato Mickey Dread, Scientist, Prince Jammy, U Roy, Big Youth, Sly
& Robbie. Anche in Inghilterra l'affermazione della forte e
precisa identità del british reggae ebbe positive conseguenze
sulla musica dub. In quegli anni si affermarono infatti alcuni tecnici
del suono che fecero la storia di questa musica negli anni successivi
: primo fra tutti il grande maestro Mad Professor, autentico
pioniere in UK di questa forma musicale con la sua serie "Dub me
crazy", poi Adrian Sherwood e Dennis Bovell.
Il sound poteva essere riprodotto anche nella dimensione live, e molti
gruppi riuscirono a creare atmosfere dub pressoché perfette anche
nei concerti dal vivo.
Nel corso degli anni 90 la tecnologia digitale ha ridato un forte impulso
alla dub music. Ecco alcuni dei nomi più rappresentativi di questo
periodo : Dub Syndicate, Alpha & Omega, Zion Train , in Italia
gli Almamegretta. La purezza e la pulizia dei suoni è
notevolmente aumentata, l'uso dei campionatori ha dilatato le potenzialità
espressive, il mix fra dub music e sonorità più etniche
ha lanciato questo suono verso territori estremamente interessanti ed
inesplorati.
La nuova ondata roots e dub ha significato anche il recupero di una
dimensione dura e militante della musica reggae (iniziata sin dagli
anni 80 con il poeta dub Linton Kwesi Johnson) , sia nella musica
che nei testi. A tal proposito ecco una dichiarazione dei grandi
Asian Dub Foundation: "Con il reggae è stata la prima
volta che ho sentito la gente parlare dei propri problemi e di quello
che gli succede nella vita : questo ci ha davvero colpiti. Poi abbiamo
capito che anche il suono del reggae era parecchio sovversivo. E' un
suono politico in sé. La capacità di lottare è
connaturata alle radici sonore del dub".
Prince Jammy
|
Sly
& Robbie
|
Fascino
da Dub
Sottofondo ideale oltre che per il movimento anche per l'introspezione
e la meditazione, il dub tende a dilatare la percezione del tempo: con
la rarefazione dell'arrangiamento originale, e con il ridimensionamento
del ruolo della voce e quindi della struttura sfrofa-ritornello, vengono
a mancare i riferimenti temporali più familiari. Il dub favorisce
la concentrazione, stimola la fantasia e la capacità di avere
intuizioni. Il dub diventa anche "filosofia di vita", rappresentando
efficacemente i ritmi lenti, la cosciente riappropriazione del tempo
contro le frenesie del "vivere moderno".
Oltre al contributo individuale degli artisti, dub e talk over sono
importanti perché forniscono la materia prima ai Sound System,
i diretti responsabili della sopravvivenza delle tradizioni e dello
spirito della musica reggae. Molti ottimi Sound System sono nati anche
in Italia e nei centri sociali; il rapporto fra loro ed il pubblico
è ciò che rende il dub ed il reggae in genere diversi
dagli altri generi di pop music : la distanza fra artista-musicista
e fan non è mai troppo grande, in molti casi è pressoché
inesistente. Ed il coinvolgimento è totale : "Un sound system
al massimo della sua possibilità è da trenta a cento volte
più potente di un impianto hi-fi casalingo. La differenza non
è nel volume, ma nell'amplificazione del basso che arriva a vibrare
come se fosse la più grande batteria del mondo, fino a diventare
musica da sentire con il corpo. Te la senti nei piedi, nelle vibrazioni
di una lattina di Coca con uno spruzzo di scotch, la senti attraverso
il corpo della tua compagna. La prima volta ti sembra incredibile, insopportabile,
oh mio Dio! Ma poi ti abitui. Ed è come un forte sedativo. Non
c'è mai dolore". Così scriveva un giornalista inglese
parlando di uno dei Sound Systems di Kingston.
Mauro
Zaccuri