ASIAN DUB FOUNDATION
"Enemy of the Enemy"(Extra Labels - Gennaio 2003)

Line Up :
Dr Das - Bass and Programming
Chandrasonic - Guitars, Vocals
Sun J - Programming
Pandit G - Programming
Rocky Singh - Drums
Aktarvata - Vocals
Spex - Vocals

Riapre il "conscious party" degli Asian Dub Foundation. Prodotto da Adrian Sherwood ed arricchito dalle importanti collaborazioni di Ed O'Brien (chitarra dei Radiohead) e di Sinead O'Connor, "Enemy of the Enemy" fa registrare qualche differenza rispetto gli album precedenti.
Intanto non c'è più il vocalist Deedar (ed è una perdita significativa), sostituito da due ragazzi del collettivo ADF, Aktar e Spex. Poi il sound si rivela leggermente più variegato, mentre i testi affrontano temi più globali e meno locali.
Intendiamoci, la formula dub-ragga-rock-hip hop-bhangra che ha determinato il successo ADF, rimane una costante assolutamente presente anche in questo lavoro. A questa matrice vengono però aggiunti elementi di novità che , anche se con alterni risultati, hanno il merito di aprire spiragli interessanti per il futuro della band.



L'inizio della potente "Fortress Europe" rappresenta l'assalto del Terzo Mondo alla fortezza Europa, "Rise to Challenge" è vero ADF style con gli indo-riff chitarristici di Chandrasonic a tagliare l'energico dub. Con "La Haine", che si rifà al duro film francese "L'Odio" di Kassovitz, il sound diventa più avvolgente, il basso corposo di Dr Das traccia l'intensa linea di un ottimo pezzo in bilico fra dub ed hip hop. Segue la sorprendente (gli ADF non hanno mai privilegiato forme melodiche così struggenti) e bellissima "1000 Mirrors" un dub notturno cantato splendidamente da Sinead O'Connor che racconta di violenze sulle donne e del loro desiderio di riscatto e vera emancipazione. Un brano che speriamo possa rappresentare un punto di riferimento per il futuro ADF (ottimo anche nel suo remix in versione dancehall).
Appaiono invece meno riusciti episodi come "19 Rebellions" un rap in portoghese (dedicato alle rivolte nelle carceri brasiliane) scarsamente efficace, "Power to the small massive" che riprone senza mordente formule conosciute ed anche la title track "Enemy of The Enemy", il cui testo richiama la necessità "della grande potenza" di individuare nemici da combattere; nemici un tempo amici ed ora demonizzati.
Meglio, molto meglio, brani come "Cyberabad" uno strumentale elettro-dub avvolto da sonorità indiane, o l'hip-hop ben lavorato di "2 Face".
Dopo 10 anni di attività gli ADF con "Enemy of the Enemy" fanno intravedere segnali di cambiamento che potrebbero portare ad un ulteriore salto di qualità della loro proposta musicale. Il loro impegno sociale, le loro battaglie civili, la diffusione della musica fra i giovani rimangono al centro del loro progetto di "community". Per noi che li abbiamo sempre seguiti con grande interesse restano una band eccellente con parecchie cose ancora da dire.

Mauro Zaccuri

Voto : 7

www.asiandubfoundation.com