SANDINISTA TRENTENNALE


THE CLASH : IL SOGNO RIVOLUZIONARIO DI SANDINISTA NEL SUO TRENTENNALE (1980-2010)

Il più controverso ed alla stesso tempo il più influente. Questo rappresenta “Sandinista!”, il triplo album dei Clash pubblicato in UK il 12 Dicembre 1980. Nel suo trentennale è lecito chiedersi quali tracce abbia lasciato un lavoro di questo genere, talmente anarchico, schizzofrenico, ma certamente affascinante che, quando uscì, spiazzò tutti, addetti ai lavori e fan. Almeno due possono essere gli elementi di “Sandinista!”che hanno avuto maggiore influenza sul modo di pensare e suonare la musica delle successive generazioni. Il primo è stato quello di utilizzare il rock’n’roll per informare politicamente i giovani , il secondo fu quello di costruire un nuovo orizzonte musicale attraverso l’uso di generi radicalmente diversi fra loro, tenuti insieme dall’attitudine della band.

“Volevamo far riflettere la gente e dare alla gente informazioni, affinchè potessero prendere coscienza delle cose. Anche il titolo Sandinista!, fu visto al tempo come qualcosa di istruttivo. La gente si chiedeva : cos’è questa cosa?? E’ la prima volta che la sento nominare. Notava che qualcosa di grosso era accaduto” (Mick Jones). Era accaduto in Nicaragua nel Luglio 1979, data in cui i Sandinisti del FSLN entrarono trionfalmente a Managua, dopo aver abbattuto la dittatura di Somoza. I Clash scelsero di mettere al centro dell’attenzione di una moltitudine di giovani questo vittorioso movimento popolare e socialista, intitolandogli il loro triplo album. Il significato simbolico di un popolo che si riappropriava del proprio destino era assai importante, ed andava ad alimentare quel sogno rivoluzionario, idealista e romantico tanto caro ai Clash. Fu probabilmente il primo esempio di globalizzazione attraverso la musica di un messaggio rivoluzionario così esplicito. Come non ricondurre alla strada percorsa in tal senso dai Clash, un nutrito numero di musicisti come Rage Against The Machine, Indigo Girls, Fermin Muguruza, Manu Chao, Anti Flag,che hanno appoggiato la causa del movimento zapatista nel Chiapas ?? L’orizzonte musicale : forse sarebbe stato meglio che Sandinista uscisse come doppio album, forse. I Clash per farne un triplo inserirono pezzi sperimentali e remake, ma la band voleva un triplo di 36 brani (che uscì al prezzo di un album singolo) e così fu. La ricchezza di Sandinista rimane comunque un dato di fatto, ogni membro del gruppo portò nell’album le proprie passioni musicali per unirle insieme a quelle degli altri membri. Nessuna regola precostituita, come il punk insegnava. Mick Jones ed il suo rap in auge nei sobborghi di NYC di fine anni ’70, Simonon con il reggae, Strummer con r&b e rock’n’roll, Topper Headon con soul e funk. Ne uscì un lavoro assolutamente fresco e godibile ancora oggi, che univa tante sonorità attraverso una parola chiave : attitudine. Perché era l’attitudine, l’impasto fra modo di suonare ed idee, che dava comunque a “Sandinista!” una propria identità. Un disco anticipatore, avanti almeno dieci anni rispetto ai tempi in cui venne realizzato. Band come Mano Negra, la scena inglese denominata “Madchester” dei primi anni ’90 con a capo Stone Roses ed Happy Mondays e la loro fusione fra pop, acid house, rock psichedelico, ed hip hop, pagarono senz’altro un tributo al triplo dei Clash.

I Clash fecero la loro prima registrazione (“Shepherds Delight”) ai Pluto Studio di Manchester nel febbraio 1980. Assente Simonon, la band cominciò a registrare al Power Station di New York , per poi trasferirsi dopo pochi giorni all’Electric Lady. Qui, raggiunti da Mickey Gallagher e dal bassista Norman-Watt Roy, vennero registrati una serie di pezzi. Forse non tutti sanno che le linee di basso di “The Magnificent Seven”, “Lightning Strikes” e “Charlie Don’t Surf” sono state registrate proprio dal virtuoso Norman-Watt Roy, ed anche “Hitsville UK” nacque da quelle sessioni. Fu un lavoro molto intenso, i Clash non uscivano molto dallo studio, che veniva da loro scherzosamente chiamato “Spliffbunker”, il cui significato pare chiarissimo. “Buona la prima. Ogni cosa veniva suonata e registrata in presa diretta. Eravamo a New York negli studi che erano stati di Hendrix, fu il miglior periodo di sempre” (Joe Strummer). Il ritorno di Paul Simonon coincise invece con il trasferimento ai Channel One Studios a Kingston, Giamaica. Non fu un viaggio fortunato : riuscirono solo a registrare una grande versione reggae di “Junco Partner”, e poi furono costretti a scappare a gambe levate da Kingston. Perché ?? Perché l’ultima rock band bianca passata di lì, i Rolling Stones, aveva abituato bene i rudeboys giamaicani, pagandoli profumatamente per tenerli tranquilli e non avere rogne. I Clash evidentemente non fecero la stessa cosa, ed un giorno Mickey Dread entrò in sala con gli occhi sgranati gridando “dobbiamo andare, dobbiamo scappare, stanno arrivando uomini armati, e vengono per noi.” Così i Clash rientrarono frettolosamente nella vecchia e più sicura Inghilterra, terminando le registrazioni al Wessex studio di Londra. Nonostante spostamenti, cambi di programma, avventure varie, “Sandinista!” rappresenta il periodo di massima creatività artistica dei Clash, con eccellenti testi e grande musica, principalmente black music in tutte le diramazioni, classiche ed innovative, sempre coniugate al verbo Clash. Un viaggio imperfetto, scorbutico, non sempre facile da interpretare, ma proprio per questo di quelli che non si dimenticano facilmente.

Mauro Zaccuri