IL VENTO CHE ACCAREZZA L’ERBA – KEN LOACH

"È facile sapere contro cosa si combatte.
Più difficile è sapere in cosa davvero si crede"

Assistere ad un film di Ken Loach vuole dire essere disposti a stare male, a viverle noi in prima persona. Certo, al cinema ci si immedesima ma la magia di questo regista (è una sensazione che provo ad ogni sua opera) è proprio rendere vero, crudo e diretto il racconto che vuole presentare.
Non fa eccezione “Il vento che accarezza l’erba”- titolo tratto da una canzone tradizionale - il quale ci trasporta nell’Irlanda dell’inizio ‘900, dove un giovanissimo medico è in procinto di lasciare il paese per lavorare in un famoso ospedale di Londra.
Accade che dopo l’ennesimo atto di prepotenza delle truppe inglesi ai danni di un suo amico, trucidato senza pietà per aver risposto in gaelico alle domande dei soldati, il protagonista decide di rimanere con gli amici per opporsi all’occupa-zione britannica ed entra nell’I.R.A.
Da qui in avanti inizia la lotta armata che lo vede sempre più coinvolto e tormentato al tempo stesso: infatti, se da un lato si fa’ strada la consapevolezza di essere in guerra contro gli invasori inglesi per una giusta e nobile causa, dall’altro vengono fuori le “incombenze” militari che lo costringono a compiere esecuzioni spietate.
Suo fratello maggiore, già affiliato all’esercito repubblicano irlandese, è forse la persona che più lo spinge a partecipare all’insurrezione armata, ma la vita è strana ed accade l’imprevedibile: il medico in erba, razionale e posato, diventa un vero rivoluzionario, determinato ad andare fino in fondo; il fratello, nota testa calda e ben conosciuto dall’esercito inglese come un pericoloso elemento eversivo, arriva a fare parte di quella fazione che accetta l’accordo con gli inglesi. Non proseguo nel racconto, andate a vedere il film.

Qualche cenno sul periodo in cui il film è storicamente ambientato mi pare doveroso. Nel 1918 il Sinn Féin vince le elezioni con la maggioranza dei seggi ma si rifiuta di presenziare a Westminster, formando in seguito un parlamento nazionale con sede a Dublino e proclamando la propria autonomia.
Seguirà una guerra d’indipendenza che porterà al trattato anglo-irlandese, aspramente criticato dai repubblicani dell’I.R.A., i quali continueranno la lotta armata questa volta anche verso gli ex alleati, rei di avere accettato di giurare fedeltà alla corona britannica, in cambio del ritiro delle truppe dal territorio irlandese. Se si aggiunge che parte del trattato regala praticamente l’Irlanda del nord (le sei contee) a Londra, potete ben immaginare le motivazioni dell’opposizione.
Una realtà molto complessa quella di questo paese, bagnato dal sangue di molte vite spesso giovani, dove la differenza tra la religione cattolica e protestante è stata spesso pretesto per uccidere senza pietà. Proprio per capirne di più, qualora ne aveste bisogno e voglia, mi permetto di consigliarvi un libro splendido su questi accadimenti: “Per una libera Irlanda”, scritto da Gerry Adams, leader del Sinn Fèinn (Gamberetti Editrice).
Coraggioso come al solito Ken Loach , anche più del solito, perchè essendo inglese non credo sia facile parlare di questo argomento. Non è comunque la prima volta, se ricordiamo “L’Agenda nascosta” del 1990, ambientato nell’Irlanda degli anni ’70, quando il conflitto era asprissimo.
Per affrontare queste tematiche occorrono conoscenza dei fatti e gran pelo sullo stomaco, qualità che Loach possiede da sempre.
Manca il lieto fine, nei suoi lavori non c’è mai: la vita sarà anche meravigliosa ma sa essere anche tanto triste, inutile prenderci in giro. Ecco la forza che trascina i suoi film, il realismo delle cose.


Torino, Alessandro Zangarini