Ray Gange "I think the Clash should not be political, y'know, most
left wing politics(...)follow the left wing, the left wing is the truth,
the left wing is gonna fuck everybody up, expecially the socialist,
they are all communist"
Joe Strummer "I know how you feel alike, cos in Russia it is the
new it was exactly the same it was before the Revolution: a lot of people
drive around in the black cars, and the other people are walking, just
the same it was before... why i think the left wing is better than the
right wing, it's because it was not follow at the few, while the many
are slaving for the few...It's all of us or none"
Per
entrare nell'argomento. E' abbastanza delicato, a dire il vero, non
si può dire "Erano comunisti" nè tantomeno "Erano
sempre coerenti nelle loro scelte", tutto è complicato,
e (soprattutto all'inizio) la loro coscienza politica era spesso poco
chiara, e alcuni atteggiamenti discutibili (vedi l'indossare una maglietta
con su scritto Brigade Rosse da parte di Joe, ma ne parlo in seguito).
Sono
stata a lungo convinta che la mente politica dei Clash fosse solo Joe
Strummer, ma devo dire di essermi sbagliata, in quanto sia Mick che
Paul portavano il loro apporto, e non so se influenzati da Joe o meno,
si interessavano di politica. (Mick lo dimostra tutt'ora, con dei testi
di un certo livello-mi viene in mente ora The Global War on Culture,
dove parla di una vera e propria guerra civile sul campo culturale,
dove echeggia la memoria di Straight to Hell, citando Vietcong e compagnia).
Influenzati tutti in massa da Bernie Rodhes, il loro manager a più
riprese, un adepto di Bakunin, sostenitore accanito dell'anarchia, tutti
iniziarono a leggere giornali, ad informarsi (famosa e suggestiva è
l'immagine di Joe malato di epatite in ospedale, con La Rivoluzione
Russa in tre volumi sul comodino, giallo come un limone.)
Loro, pure essendo ragazzi, pur vivendo in un clima certamente scoraggiante,
non accettarono il nichilistico NO FUTURE dei Sex Pistols. hanno sempre
creduto che qualcosa si potesse fare per questo mondo, e con le loro
canzoni hanno spinto tanta gente ad agire, si sono messi in gioco in
una battaglia che aveva obiettivi precisi.
Il primo contatto con la riot, la rivolta, è stato il Carnival
di Notting Hill del 1976: in quell'anno c'erano pressioni particolarmente
pressanti da parte della polizia sulla comunità giamaicana che
risiedeva in quel quartiere e che dava vita ogni anno a quel carnevale
pieno di colori e musica e sound system. allora iniziò lancio
di mattoni, macchine furono incendiate, e casini di questo genere. Paul
e Joe si trovarono proprio lì, all'inizio della rivolta della
comunità giamaicana. e ne rimasero davvero impressionati: erano
consapevoli del fatto che si trattasse di una rivolta di gente di colore,
anche se anche loro vi parteciparono, rappresentando i ragazzi disadattati
e disoccupati di Londra, che successivamente incoraggiarono con la famosa
White Riot, dove Joe auspicava lo scoppio di una rivoluzione dei sobborghi
di Londra contro un governo repressivo che faceva uso della violenza
per sedare qualsiasi tipo di manifestazione di dissenzo nei confronti
dello Stato e della Corona.
E' interessante, perchè mentre i Sex Pistols si proclamavano
anarchici e anticristi, loro descrivevano la Londra del 1976, con tutti
rincoglioniti davanti alla tv (London's Burning), o si interrogavano
sulle opportunità di carriera, dichiarando che non si sarebbero
mai abbassati a fare thè per la televisione nazionale, nè
tantomeno aperto lettere-bomba e morire per salvare qualche politico.
come tralasciare poi la mia adorata I'm so bored with the U.S.A.: l'Inghilterra
targata anni '70 subiva l'egemonia della cultura (oddio, cultura...)
americana, e soprattutto della televisione americana, che a poco a poco
avrebbe schiacciato le culture nazionali (anche l'Italia se è
per questo aveva subito questo processo a partire dalla fine della Seconda
Guerra Mondiale, legata con doppio spago con l'America grazie all'azione
di De Gasperi e della DC). parlare del soldato yankee che vuole soltanto
guadagnare, o dei film polizieschi, o dei troppi McDonalds che infestano
le città... ci vuole coraggio per ribellarsi ad un tentativo
di manipolazione mentale e di sopraffazione di questo tipo, e denunciarlo
apertamente. e loro l'hanno fatto, in una canzone che ora è di
estrema attualità.
Ovviamente col passare del tempo la loro coscienza politica si fece
più solida, e passarono dal gridare rivolta bianca! a prendere
posizioni di rilievo nel panorama politico nazionale (e successivamente
internazionale). il punto focale di questo processo è lo spettacolo
organizzato al Victoria Park dall'AntiNazi League e Rock Against Racism.
altro che Live Aid, gente. in Inghilterra la scalata del Fronte Nazionale
era forte come se non di più di quella dei gruppi neofascisti
(che poi, le file di questi ultimi lo sappiamo che eran tirate comunque
da Almirante) in Italia. le lotte e le proteste in strada erano all'ordine
del giorno, e nel movimento punk la situazione era particolarmente difficile,
in quanto molti erano dichiaratamente anti-nazi, ma altri affondavano
le loro radici nel movimento skinhead (anche qui, parentesi, all'inizio
questo movimento era profondamente legato alla musica reggae-pensare
che si vestivano, nonostante il loro abbigliamento riecheggiasse quello
dei Teddy Boy, con caviglie e polsi scoperti, pantaloni quindi corti,
proprio come i Rude Boys giamaicani-ma poi via via le cose cambiarono,
e skinhead divenne sinonimo di violenza e razzismo, paradossalmente),
e quindi erano sostanzialmente neonazisti (vogliamo dimenticare le svastiche
di Sid? oppure Siouxsie che si rifiutò di salire una sera sul
palco perchè i Clash a cui faceva di supporto le impedirono di
legarsi al braccio una fascia con una svastica? cristo...). il live
al Victoria Park fu molto importante e aiutò a politicizzare
parecchi ragazzini, che avevano le idee confuse. in questa occasione
Joe portava indosso la famosa tshirt con la scritta Brigade Rosse e
al centro un fucile con le iniziali di Rote Armee Fraktion, il gruppo
terroristico tedesco, molto simile alle Brigate italiane. questa maglietta
destò molti commenti, perchè la indossò proprio
quando Aldo Moro fu rapito dalle Brigate (mi pare che ancora non si
fosse avuta la notizia del suo assassinio, devo ricontrollare la data),
e lì per lì sembrò come se volesse manifestare
la sua solidarietà nei confronti di questi movimenti terroristici.
ma successivamente egli dichiarò di averlo fatto solo per focalizzare
l'attenzione del pubblico su questa realtà italiana, ma che non
ne approvava i metodi e gli ideali. per scusarsi pare scrisse Tommy
Gun, Tommy Cecchino, dove descrive in maniera lucidissima la psiche
del terrorista.
Uno dei momenti più importanti per quanto riguarda questo argomento
è certamente la pubblicazione del doppio album London Calling,
che è in grado di dare uno dei quadri più suggestivi e
veritieri della Londra che si apprestava ad entrare nell'era thatcheriana,
con scioperi, salari bassi, proteste, crescita del Fronte Nazionale.
la Londra dove non c'è più nessuno swing (ovvio riferimento
alla famosa swinging London), tranne il roteare dei manganelli della
polizia. iniziano i riferimenti alla Seconda Guerra Mondiale, infatti
"London Calling" è una delle espressioni utilizzate
dal Generale Charles DeGaulle, padre della Resistenza, ai microfoni
di Radio Londra (Londra chiamava i ragazzi e le ragazze per lottare
contro il regime nazista e la fasulla Rapubblica di Vichy). in tutto
l'album c'è questo eco, come nella meravigliosa Clampdown, che
inizia con una frase, "Togliendogli il turbante, dissero "E'
un ebreo questo?", che, oddio non so se è provato, ma ho
ritrovato in un passo del Mein Kampf di Hitler (in una biografia dei
Clash ho letto che effettivamente un roadie lo aveva letto, quindi non
mi stupirebbe che Joe l'abbia sfogliato o letto addirittura). con questo
verso inizia una canzone nella quale Joe, attraverso questo riferimento
storico al nazismo, denuncia apertamente i metodi violenti e repressivi
delle forze dell'ordine inglesi nel periodo thatcheriano, ponendosi
in una posizione di netta contrapposizione nei confronti di Corona e
governo (non si limita a sperare che Dio salvi la Ragina e il suo regime
fascista, à la Johnny Rotten, ma fa un'attenta analisi, come
solito, di tutta la situazione). una delle mie canzoni preferite in
assoluto è Spanish Bombs, nella quale trovano posto Federico
Garcia Lorca, ucciso dalle truppe di Franco nel '36, e i freedom fighters,
i combattenti per la libertà morti sulle colline, che cantavano
Bandiera Rossa ma portavano quella nera: questo verso è meraviglioso,
in quanto descrive in pochissime parole la situazione del Fronte Repubblicano,
dove lottavano fianco a fianco comunisti (che cantavano Bandiera Rossa)
e anarchici (che portavano quella nera, vessillo dell'anarchia). (ovviamente
prima che anche il Fronte Repubblicano si spaccasse in due fazioni contrapposte).
Ecco, adoro Joe Strummer, si sa, e tra tutti i motivi per cui l'adoro
uno dei più importanti è proprio il fatto che avesse una
grandissima coscienza politica, che fosse una persona molto informata,
e amante della storia.
Sandinista! invece è un triplo album, venduto al prezzo di uno
(come London Calling d'altronde): questo rientra in una precisa visione
politica della band, è facilmente reperibile sul web un'intervista
dell'81 fatta da Tom Snyder al gruppo, che inizia proprio con l'intervistatore
che definisce i Clash (da una loro definizione) non un rock'n'roll group,
bensì un news giving group, un gruppo che da informazioni, che
fa controinformazione. spesso mi viene da pensare che ascoltare un album
dei Clash sia come sfogliare un'enciclopedia, ci sono tantissimi riferimenti,
è come avere un quadro storico davanti ai tuoi occhi, il che
credo sia impareggiabile. con Sandinista questo processo viene portato
al suo apice massimo, è ricco di tantissime suggestioni, soprattutto
politiche. passiamo da The Magnificent Seven, nella quale Joe dimostra
di avere una grandissima conoscenza storica con un testo strepitoso,
nel quale cita... che so, Marx ed Engels (strano, perchè prima
di studiare effettivamente Marx il verso "Marx era al verde ma
aveva buon senso, e Engels gli ha prestato gli spiccioli necessari"
mi era oscuro, poi studiandone la vita ho appreso che Engels ha mantenuto
economicamente Marx per tutto il corso della sua vita!), o Martin Luther
King e Gandhi, e descrive la giornata tipo di un operaio, incitando
più o meno velatamente a prendere in mano la propria vita e ribellarsi
al sistema capitalistico, per il quale "il nostro profitto"
(degli operai) sarebbe "la sua rovina" (del capo).
Per tutto l'album gli uomini vengono incitati a diventare consapevoli
della propria situazione, a imbracciare le armi dell'intelletto e lottare
contro la repressione, soprattutto quella mentale, che spesso può
essere peggiore rispetto a quella fisica. e quindi The Call Up è
contro la "chiamata" contro il servizio di leva, "sta
a te non dare retta alla chiamata", in un periodo nel quale la
guerra contro le Falklands si prospettava minacciosa all'orizzonte,
per troncare la vita di migliaia di ragazzi, che secondo Joe non dovevano
agire secondo l'educazione che era stata loro impartita, perchè
chi conosce le ragioni per cui sei cresciuto, chi conosce i progetti
e le ragioni per cui sono stati fatti?
Credo non me la finirò più di parlare di Sandinista...
perchè non si può tralasciare una canzone come Charlie
don't surf, ispirata ad Apocalypse Now (all'inizio infatti si sente
il rumore degli aerei che caratterizza tutto il film) e alla guerra
in Vietnam, che da ora in avanti diventerà uno degli argomenti
preferiti dei testi di Strummer. le atrocità della guerra in
Vietnam vengono denunciate apertamente in un periodo nel quale ancora
bruciava per l'America la scena dell'ultimo soldato che arrotolava l'ultima
bandiera americana da Saigon nel '75. oppure Ivan meets G.I. Joe, ancora
qui, in piena Guerra Fredda parlano apertamente dello scontro tra America
e URSS! gente, ci vuole coraggio, e questi ragazzi l'hanno avuto, e
parlando dello scontro tra un cosacco e il soldatino giocattolo americano
che corrisponde all'europeo Action Man hanno informato tanti ragazzi
che di politica se ne sbattevano, che si trovavano proprio in mezzo
ad uno scontro culturale senza precedenti.
E poi, veniamo davvero al titolo di questo album: Sandinista!. Il titolo
prende spunto dall'organizzazione di guerriglieri del Nicaragua, i sandinisti,
che l'anno precedente avevano destitutito il presidente Anastasio Somoza
Debayle. Successivamente, il gruppo dichiarò che l'ispirazione
per il titolo gli venne data dal tentativo dell'allora premier Margaret
Thatcher, di proibire l'uso della parola sandinista. la parola viene
utilizzata in Washington Bullets, una canzone con un testo che merita
di essere riportato in toto
Oh ! Mamma, mamma guarda là !
I tuoi bimbi giocano di nuovo in quella strada
Non sai che cosa è capitato là ?
Hanno sparato a un giovane di 14 anni
Le pistole di kokaina dalla Città Ingorgata
I pagliacci assassini, gli uomini del denaro insanguinato
Sparano ancora quelle pallottole di Washington Come può raccontare
ogni cella del Cile
Il grido degli uomini torturati
Ricordati Allende ed i giorni precedenti
Prima che arrivasse l'esercito
Ricordati ti prego di Victor Jara
Nello stadio di Santiago Es Verdas (è vero)
Ancora quelle pallottole di Washington
La Baia dei Porci, nel 1961
Avana per i playboy nel sole di Cuba
Perché Castro è un colore
Più rosso del rosso
Quelle pallottole di Washington vogliono Castro morto
Perché Castro è il colore…
….Che vi offrirà una sventagliata di piombo
Per la primissima volta in assoluto
Quando hanno fatto la rivoluzione in Nicaragua
Non c'è stata interferenza americana
Diritti umani in Amerika !
Così la gente ha combattuto il dittatore
E lui se l'è filata…
Senza pallottole di Washington che altro poteva fare ?
E se riesci a trovare un ribelle afgano
Scampato alle pallottole di Mosca
Domandagli se pensa di votare comunista….
Chiedi al Dalai Lama sui monti del Tibet
Quanti monaci sono stati presi dai cinesi
Ferma un mercenario qualunque in una palude straziata dalla guerra
E controlla quante pallottole britanniche ha nel suo arsenale
Que ? (Cosa?)
Sandinista !
Quindi?
la prima rivoluzione senza che ci siano state in mezzo those Washington
bullets, e per questo, cacchio, ne vale la pena chiamare un album in
questa maniera, ed è qualcosa di incredibile, è un vero
e proprio catalizzatore, è un metodo per attirare l'attenzione
su una vicenda che veniva tenuta segreta, che non veniva pubblicizzata,
non veniva sponsorizzata. come ben sappiamo già Kennedy aveva
iniziato una politica per la quale si prevedeva un sostegno concreto
per combattere contro la povertà e il sottosviluppo e che mettesse
gli Stati Uniti in grado di entrare in concorrenza con l'influenza comunista
nel Terzo Mondo: venne lanciato il progetto di un'Allenza per il progresso,
che doveva sostenere le democrazie dell'America Latina: un progetto
di grande apertura ma anche di grande ambiguità, dal momento
che si trasformò in un sostegno ai governi più allineati
alla politica americana, indipendentemente dalla loro politica e in
appoggio quindi ai dittatori e ai regimi più illiberali. nel
'79/'80 la situazione era sempre la stessa di vent'anni prima, l'Inghilterra
era sempre legata all'America, con l'esplosivo binomio Reagan-Thatcher,
quindi era normale che il Primo Ministro inglese non volesse che la
rivolta sandinista, ovvero rivolta ad un regime dittatoriale appoggiato
dall'America, venisse resa nota in tutto il mondo, obiettivo al quale
miravano apertamente i Clash.
Combat
Rock. ultimo album dei Clash con formazione classica Strummer-Jones-Simonon-Headon,
prima insomma che Topper venisse mandato via, e che la stessa sorte
a distanza di poco toccasse a Mick. Combat Rock, rock da combattimento,
il titolo è già di per sè programmatico. mi muoverei
su tre canzoni principalmente, Know your rights, che apre l'album, Rock
the Casbah e Straight To Hell.
La prima prende il titolo da una frase tratta dalla Dichiarazione dei
Diritti Umani, e effettivamente Joe va ad elencare alcuni diritti, tra
quelli che lui reputa fondamentali:
1. hai il diritto di non essere ucciso... l'assassinio è un crimine
( a meno che non venga commesso da un poliziotto o da un aristocratico).
---> qui ovviamente muove una critica, piuttosto pesante, al sistema
di giustizia occidentale.
2. hai il diritto di procurarti i soldi per mangiare
3. hai il diritto di parlare liberamente (finchè non sarai così
stupido da provarci per davvero).
l'idea è quella di informare la gente, di rendere un servizio
pubblico, con le chitarre...
Rock the Casbah, nonostante sia stata prostituita come canzone anche
nelle discoteche, nasce con buoni propositi: il primo verso "Il
Re disse ai babau: dovete lasciar perdere quel 'raga'", è
una frase ispirata a Bernie Rodhes, il manager del gruppo, che sosteneva
che in quel periodo la loro musica era tutto un "raga" (tipo
di musica indiana). da questo verso Strummer poi sviluppa un testo che
era di incredibile attualità, riguardo al fatto che Khomeini
aveva proibito d'ascoltare musica pop e rock nella Repubblica Islamica.
il ritornello infatti recita: "The shareef don't like it - rockin'
the casbah", quindi "allo sceriffo non piace che si suoni
il rock nella Casbah". da notare l'incredibile somiglianza fonetica
tra 'sharif' e 'scià'... ovviamente non a caso. il video è
geniale, uno dei miei preferiti, con un ebreo ortodosso con tanto di
cornecchi che da un passaggio ad un muezzin: i due dopo uno sguardo
di fuoco iniziano a divertirsi insieme, ballando a ritmo della musica
dei Clash, ad un concerto dei quali si recando alla fine del video.
ovviamente non sto a sottolineare quanto fosse (e sia!) concettualmente
importante l'idea sostenuta da questo video. purtroppo la canzone è
stata spesso fraintesa, e considerata una sorta di posizione antiaraba
(lungi da Joe farsi veicolo di un messaggio del genere!) e durante la
prima (che in realtà è la seconda) Guerra del Golfo i
soldati americani sparavano e combattevano con questa canzone nelle
orecchie. luride teste di cazzo. (n.d.A. eheh)
(ah
ho dimenticato di dire nella seconda parte che la Thatcher impedì
ai suoi soldati inglesi che combattevano nelle Falklands di ascoltare
le canzoni dei Clash eh!)
Straight
to Hell invece raccoglie il testimone di Charlie don't surf, riprendendo
le atmosfere rarefatte di Apocalypse Now e continuando a parlare della
Guerra in Vietnam, e a condannarla ancora come ingiusta. Si narra la
storia di un bambino nato in seguito ad uno stupro di una vietnamita
operato da un soldato americano. Lasciami parlare del tuo sangue, bambino
di bambù, non è Coca Cola ma riso...
Concluderei
riportando una delle parti conclusive del libro di Gilbert, che a mio
parere rendono benissimo tutta la vicenda (molto più di quanto
potrei fare io).
"Sotto
il profilo politico, l'impatto dei Clash è stato sismico. Si
sono schierati con enorme entusiasmo al fianco di Rock Against Racism
e della Anti-Nazi League, chiarendo così a tutti la loro posizione
multiculturale: in quel periodo le questioni dell'immigrazione e del
razzismo stavano dividendo pericolosamente il Paese. I Clash hanno convinto
migliaia di ragazzi britannici bianchi in età scolare - i quali
altrimenti avrebbero perpetuato i pregiudizi razziali dei loro genitori
- che bisognava capire e ammirare la cultura nera: questo è probabilmente
uno dei più grandi obiettivi raggiunti dalla band. In America,
poi, i Clash potrebbero aver aperto gli occhi ai teenager del Midwest
sulle atrocità che il loro governo stava compiendo in loro nome
in Nicaragua e El Salvador.
Indubbiamente i Clash, pur usando strumenti antiquanti come i concerti
dal vivo e la pubblicazione di LP in vinile, hanno politicizzato migliaia
di individui. I loro dischi erano lezioni di storia culturale, sociale
e militare."
Ornella Olivieri