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Joseph
Dahan (il bassista), Thomas Darnal (il tastierista) e Phillipe Teboul
(il percussionista) si sono messi di buzzo buono ed hanno tirato fuori
un prodotto che centra perfettamente lo spirito e le motivazioni di una
band che è stata abbondantemente contaminata dai seminali Clash,
e che ha saputo imparare la lezione a tal punto da forgiare un nuovo ed
irresistibile stile musicale : la cosiddetta “patchanka”,
un’insieme di pulsioni elettriche e ritmiche in grado di tenere
insieme disinvoltamente il punk e la rumba. “Noi suoniamo reggae,
musica latina, ma fondamentalmente siamo un rock band”, diceva Manu
Chao ad un organizzatore peruviano cercando di spiegare il genere del
gruppo. Già, loro avevano le carte giuste ed hanno giustamente
osato : Manu viene da una famiglia di musicisti di origine spagnola in
“confidenza” con i ritmi latino-americani , Philippe Teboul
portava con se un pezzo di tradizione araba, Daniel Jamet era quello con
la più spiccata attitudine punk votata ad apprendere velocemente
qualsiasi trama sonora. Nel
documento filmato intitolato “Pura Vida”, in primo piano c’è
la storia della band, con interviste, immagini, spezzoni live. Si parte
dal ’79 con i concerti nei centri sociali di gruppi come The Flappers,
The Hot Pants, Los Carayos, tutte band che hanno contribuito, con idee
e componenti, alla graduale formazione del gruppo definitivo costituente
la Mano Negra. Poi, nel 1988, la svolta. Manu Chao rimane affascinato
dai Les Casses Pieds, una band che suonava dappertutto ed aveva il genio
dell’improvvisazione. Unite le forze con il nucleo storico, nasce
la line-up definitiva della Mano Negra. Prove in studio, idee a go-go,
primo disco (“Patchanka”) e successo immediato, esplosivo.
La Mano Negra diventa un gruppo richiestissimo nella scena rock alternativa
francese. Dopo il secondo disco, “Puta’s Fever”, la
band si lancia in un tour in Sudamerica toccando l’Ecuador (Quito)
ed anche il Perù, con un concerto a dir poco avventuroso a Cuzco,
nel primo gig concesso ad un gruppo straniero da Sendero Luminoso. Insomma
band vera la Mano Negra, istintiva e naturalmente portata a scelte contro
corrente rispetto ai ben maggiori (e facili) guadagni che un normale menage
commerciale avrebbe garantito. Basti ricordare la scelta di rinunciare
ai mega concerti in terra di Francia per suonare in piccoli club a Pigalle,
il quartiere parigino a luci rosse. Poi ancora dischi e live act (15 strepitose
e seguitissime date) nelle banlieu della capitale ed il trionfale (a Parigi
, gratuito) concerto finale alla Defense davanti a 50.000 persone. L’ultima
avventura parte è datata 1992 e parte da Nantes diretta a Caracas,
in nave, insieme alla compagnia teatrale francese dei Royal De Luxe. Musica
e teatro portati nei paesini sudamericani in culo al mondo ma anche nelle
grandi capitali del continente desaparecido, come testimonia la performance
a Rio de Janeiro quando la Mano Negra suona insieme a Jello Biafra una
versione di “Too Drunk Too Fuck”. A guardare la sezione “Rock’n’Roll Band” si percepisce, quasi fisicamente, l’impatto fisico ed emotivo della Mano Negra dal vivo. Due esempi su tutti : il palco invaso dal pubblico a Monaco (!!) durante l’esecuzione di “Sidi ‘H Bibi” e la carica di “Killing Rats” suonata a L’Avana al teatro Karl Marx con Manu che calma il servizio d’ordine di fronte alla pressione della gente e si butta subito dopo fra i kids. Poi c’è molto altro in questo doppio dvd, c’è il filmato “Putas Fever”, che alterna gag , in cui sono protagonisti i componenti della band, a immagini del tour sudamericano sopracitato, c’è il documentario “Tournee Generale”, girato nel 1990, che immortala ancora una volta la Mano Negra nella dimensione live, e ancora clips e bonus tracks. Grande documento quindi, in perfetta linea con la grandeur senza frontiere della Mano Negra.
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