THE DEAD 60S
“ The Dead 60S” (Deltasonic/Sony - Ottobre 2005)

Line Up :
Matt McManamon – Voce, chitarra
Ben Gordon – Tastiera, Chitarra
Charlie Turner – Bass
Bryan Johnson - Drums

Track List : Riot Radio – A Different Age – Train To Nowhere – Red Light – We Get Low – Ghostfaced Killer – Loaded Gun – Control This – Soul Survivor – Nationwide – Horizontal – The Last Resort – You’re Not The Law

Buon vecchio sound non tradisce, e non finisce di fare adepti un po’ in tutto il mondo. Uno spicchio delle sonorità che furono dei Clash, degli Specials, dei Gang Of Four le ritroviamo (compreso nel caso specifico qualcosa degli A Certain Ratio) anche nei Dead 60s, nuova giovane band da Liverpool dalla visibilità in crescita, almeno per le cronache made in UK. Davvero buono il loro album d’esordio, alle prese con dub, ska e reggae resi più grevi e seriosi dall’attitudine elettrica di quattro ragazzi bianchi che vedono (e “sentono”) pioggia per 300 giorni all’anno. Il punto di riferimento risiede in quel nucleo di band citate e protagoniste in Inghilterra a cavallo fra gli anni ’70 e ’80 : dalla musica, alle scelte stilistiche (il video di “Riot Radio” sembra quasi far parte delle scene tagliate da Rude Boy dei Clash), a quelle legate ai testi, tutto si richiama a quelle memorabili esperienze. Loro (i Dead 60S) la chiamano “novità”; cioè diventa novità un sound che non è più facile sentire in giro riprodotto in modo così vicino all’originale, quasi si volessero ricreare i presupposti di quella scena, di quel modo di vivere e di fare musica.

I Dead 60S ci stanno, lo potrete capire, naturalmente molto simpatici ed il loro disco è tagliato a pennello rispetto alle nostre esigenze in campo musicale. Ci piacciono anche le loro dichiarazioni quando dicono “di non sapere granchè della scena di Liverpool, perché non frequentiamo locali alla moda. Siamo stati molto tempo in garage a costruire il feeling giusto per fare canzoni che possano parlare delle nostre esperienze personali, dello stato di abbandono che ci circonda. Il nostro comunque è album urbano, viene dalla città che abbiamo conosciuto camminando paranoicamente nel quartiere di notte dopo le registrazioni”.
L’unica trappola per loro potrebbe essere la fedele, seppur non programmata, citazione dei modelli. La band possiede di sicuro un buon talento compositivo e sa suonare, varrebbe davvero la pena spingere sull’accelleratore per provare a differenziarsi maggiormente. Detto questo, si riafferma tutta la positività di un siffatto album d’esordio.

“Riot Radio” è l’anthem ska, elettrico e nervoso per l’apertura delle danze, “Train To Nowhere” è un reggae ipnotico carico di riverberi ed effetti, “Red Light” segue anch’essa questa linea sfiorando le tracce dub dei PIL nel cantato che fotografa le squallide scelte metropolitane da dopo lavoro : bar-discoteca-pastiglie- perversioni-solitudine. Notevole “We Get Low” che ha tutto per essere considerata la sorella minore di “Armagideon Time” di clashiana memoria, ascoltare per credere. “Ghostfaced Killer” è invece un godevolissimo, brillante tributo agli Specials ed alla loro 2Tone, con la tastiera a lavorare sulle basi ska in modo perfetto. Una pausa con le due non esaltanti “Loaded Gun” (tipo Gang Of Four non ispirati) e “Control This” un dub prescindibile, per poi arrivare ad una serie di pezzi tutti di ottimo livello, con citazione particolare per “Nationwide” (la cui linea melodica assomiglia alle cose migliori dei B.A.D. di zio Mick), per “Horizontal” dal tiro punk ’77 e per “The Last Resort” dove il funk incontra il dub sulle parole amare relative al degrado urbano, morale ed industriale della loro città.
Partono le sirene e l’album si chiude con “You’re Not The Law”, notevole ska pieno di energia e di pathos che rivendica autonomia di scelte e di percorsi. Guardando il video live di questo pezzo (disponibile sul sito della Deltasonic) sono intuibili le potenzialità di una band che seguiremo con sempre maggior interesse.


Mauro Zaccuri


Voto : 7,5

Web : www.thedead60s.com

www.deltasonic.co.uk