THE
DEAD 60S |
|||||
Line
Up : Track List : Riot Radio – A Different Age – Train To Nowhere – Red Light – We Get Low – Ghostfaced Killer – Loaded Gun – Control This – Soul Survivor – Nationwide – Horizontal – The Last Resort – You’re Not The Law Buon vecchio sound non tradisce, e non finisce di fare adepti un po’ in tutto il mondo. Uno spicchio delle sonorità che furono dei Clash, degli Specials, dei Gang Of Four le ritroviamo (compreso nel caso specifico qualcosa degli A Certain Ratio) anche nei Dead 60s, nuova giovane band da Liverpool dalla visibilità in crescita, almeno per le cronache made in UK. Davvero buono il loro album d’esordio, alle prese con dub, ska e reggae resi più grevi e seriosi dall’attitudine elettrica di quattro ragazzi bianchi che vedono (e “sentono”) pioggia per 300 giorni all’anno. Il punto di riferimento risiede in quel nucleo di band citate e protagoniste in Inghilterra a cavallo fra gli anni ’70 e ’80 : dalla musica, alle scelte stilistiche (il video di “Riot Radio” sembra quasi far parte delle scene tagliate da Rude Boy dei Clash), a quelle legate ai testi, tutto si richiama a quelle memorabili esperienze. Loro (i Dead 60S) la chiamano “novità”; cioè diventa novità un sound che non è più facile sentire in giro riprodotto in modo così vicino all’originale, quasi si volessero ricreare i presupposti di quella scena, di quel modo di vivere e di fare musica. I
Dead 60S ci stanno, lo potrete capire, naturalmente molto simpatici ed
il loro disco è tagliato a pennello rispetto alle nostre esigenze
in campo musicale. Ci piacciono anche le loro dichiarazioni quando dicono
“di non sapere granchè della scena di Liverpool, perché
non frequentiamo locali alla moda. Siamo stati molto tempo in garage a
costruire il feeling giusto per fare canzoni che possano parlare delle
nostre esperienze personali, dello stato di abbandono che ci circonda.
Il nostro comunque è album urbano, viene dalla città che
abbiamo conosciuto camminando paranoicamente nel quartiere di notte dopo
le registrazioni”.
“Riot
Radio” è l’anthem ska, elettrico e nervoso per l’apertura
delle danze, “Train To Nowhere” è un reggae ipnotico
carico di riverberi ed effetti, “Red Light” segue anch’essa
questa linea sfiorando le tracce dub dei PIL nel cantato che fotografa
le squallide scelte metropolitane da dopo lavoro : bar-discoteca-pastiglie-
perversioni-solitudine. Notevole “We Get Low” che ha tutto
per essere considerata la sorella minore di “Armagideon Time”
di clashiana memoria, ascoltare per credere. “Ghostfaced Killer”
è invece un godevolissimo, brillante tributo agli Specials ed alla
loro 2Tone, con la tastiera a lavorare sulle basi ska in modo perfetto.
Una pausa con le due non esaltanti “Loaded Gun” (tipo Gang
Of Four non ispirati) e “Control This” un dub prescindibile,
per poi arrivare ad una serie di pezzi tutti di ottimo livello, con citazione
particolare per “Nationwide” (la cui linea melodica assomiglia
alle cose migliori dei B.A.D. di zio Mick), per “Horizontal”
dal tiro punk ’77 e per “The Last Resort” dove il funk
incontra il dub sulle parole amare relative al degrado urbano, morale
ed industriale della loro città.
Web
: www.thedead60s.com
|
|||||