Track
List : B.B. Baby Boy – Coccodè – E’ solo un sogno
– Tartamudo Ska – Rose Of Passion – No Tav – Amo
la mia città – Revolution Rock – U.S.A. (United Snakes
Of Amerika) – La Vie En Flamme – Fuji Rock – Cammina
Senza Tempo – Lontano Andrei – Gabino Barrera
Dopo
un paio d’anni dall’ottimo “Amore e Odio”, torna
la Banda Bassotti, tornano i “vecchi cani bastardi”, come
si sono definiti loro stessi. Personaggi “au naturel” quelli
della Banda, operai di cantiere con la coscienza a posto, rudeboys dalle
periferie romane con tanta vita da insegnare, tanta umanità da
dispensare.
E
se la vita, quella vera, è un susseguirsi di gioia, dolore, speranza,
incertezza , orgoglio, smarrimento e positività, questo nuovo disco
riflette tutto questo, ma proprio tutto. A metà fra il combat di
classica matrice Bassotti (con il punk lo ska il rock ecc…) e la
canzone d’autore, “Vecchi Cani Bastardi” non è
un disco facile, nel senso che non sempre affiora come elemento primario
la forza trascinante del sound della band romana. E’ un album che
piuttosto bisogna saper aspettare, e provare ad interpretare aldilà
della musica. Con il passare degli ascolti, capirete che per la Banda
il fuoco brucia ancora, che la voglia di resistere è un dato di
fatto, che l’ironia, i giudizi taglienti, la rabbia, sono una costante,
ma che i tempi sono sempre più duri e gli spazi più ristretti.
Almeno questa è la nostra personale sensazione tratta dall’ascolto
di un disco capace di coinvolgere in modo diverso rispetto ai precedenti.
Anche
in “Vecchi Cani Bastardi” la qualità del suono è
eccellente (la produzione è sempre di Kaki Arkarazo), come il lavoro
dei fiati, davvero pregevole in alcuni pezzi.
Se “B.B. Baby Boy” è la rappresentazione del cuore
sempre giovane della band, il punk tirato di “Coccodè”
è una presa per il culo dello star-system televisivo, il peggio
dell’Italia elevato a modello di vita. “Tartamudo Ska”
è il sogno di una serata dopo lavoro al pub (de Roma of course)
Sally Brown con Joe Strummer, Pauline Black, Marley e Tosh (non male vero
??), la cover di “Rose Of Passion” dei giapponesi The Blue
Hearts vuole probabilmente essere anche un segno di ringraziamento verso
i devotissimi fan giapponesi, “No Tav” (apertura funk e poi
ska-core potente) è solidarietà espressa all’ opposizione
popolare in Val di Susa, vero esempio di insurrezione “trasversale”
che ha coinvolto in modo massiccio la gente di quelle valli.
“Amo la mia città”, con bel testo scritto da David
Cacchione, è una dichiarazione d’amore per la Roma del popolo,
quella che non passa dalle prime pagine, ma che costituisce il vero tessuto
della città, mentre la bella versione (bravo Picchio nel cantato)
di “Revolution Rock” di Jackie Edwards, portata alla ribalta
dai Clash, è qui velocizzata in chiave ska. “U.S.A.”
e “La Vie En Flamme” sono attacchi all’amministrazione
Bush e a quella di Parigi che ha lasciato in isolamento sociale e culturale
i giovani delle banlieu alle porte della città. Prima della chiusura
con il bel tradizionale messicano “Gabino Barrera”, arriva
uno dei migliori pezzi dell’album, “Lontano Andrei”.
Reggae-rock di ottima fattura, confessione a cuore aperto, orgogliosa
e amara, di un futuro incerto ma non per questo non degno di essere vissuto
con l’usuale passione e determinazione.
Mauro Zaccuri
Voto : 7,5
Web
: www.bandabassotti.org
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