RADIOCLASH
INTERVISTA IN ESCLUSIVA A MADASKI DEGLI AFRICA UNITE

A cura di Mauro Zaccuri
- Giugno 2006


La miglior reggae band italiana da sempre, fra le nostre preferite a livello nazionale e non solo per il sound espresso in questi 25 anni di carriera. E’ con vero piacere che ci accingiamo a conversare con Madaski un po’ a tutto campo, senza per forza dover parlare esclusivamente del loro ultimo album, del tour promozionale ecc…


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Partiamo dall’inizio. Primi anni ’80.Come è arrivato il reggae in quel di Pinerolo, quali sono stati i vostri primi ascolti legati a questo sound ?? E perché proprio il reggae ??

Madaski
IL reggae,è arrivato .penso, come in ogni altra parte del mondo, attraverso la spinta di B.Marley,la sua musica ha conquistato molti paesi per la sua freschezza e novità ritmica,per il suo essere insieme militante e divertente,profonda nel significato e preziosa per il ballo.Anche noi siamo stati vittime del contagio…

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In quegli anni c’era ancora qualcuno disposto a scommettere davvero sulla nuova scena di band nazionali emergenti. Quale è stato il contatto giusto per cominciare a fare sul serio, a far diventare una professione l’amore per la musica reggae ??

Madaski
In quegli anni si assisteva alla nascita del nuovo rock italiano Firenze era il fulcro,vi operavano LITFIBA DIAFRAMMA NEON PANKOW,si era in piena New Wave,nascevano i primi club dove suonare ,c’era grande fermento e anche noi trovammo una collocazione.Ho sempre pensato che in Italia la distinzione tra generi sia più sfumata che altrove ,qui si combatteva e ancora si combatte contro l’ignoranza della musica stupido sanremese o della oradizione italcantautorale,anche se qualcuno ha smarrito la via.

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Che Marley sia stato un grande punto riferimento per la band è fuor di dubbio. Però a essere sinceri io trovo che sia nel sound sia nel vostro impegno civile e sociale si possano trovare contatti con una reggae band inglese fantastica in auge dopo la metà degli anni ’70 : gli Steel Pulse. Loro erano della generazione dei “black british”, i nati in Inghilterra da genitori emigrati dai caraibi. Suonavano reggae e cantavano dei loro problemi vissuti all’interno della società inglese, parlavano di cose vissute sulla loro pelle, non solo e non più il richiamo a Jah ed alla terra natia ma voglia di lottare in quel momento, nel paese nel quale stavano vivendo. Trovo ci sia molto di questo nel vostro approccio alla musica reggae, con le dovute differenze date dal contesto.

Madaski
Hai già risposto tu.Tutto vero STEEL PULSE sono molto importanti nella formazione musicale di A.U. e sono tutt’ora il mio gruppo reggae preferito,per la loro tecnica e per il trattamento vocale che usano.

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A completamento di quanto sopra : vi sentite in qualche modo coinvolti nella religione rastafari, oppure mantenete una posizione rispettosa ma cosciente che si tratta di materia troppo legata alla “loro” tradizione ??

Madaski
Io sono ateo,totalmente,la religione rastafari è insalvabile da qualsiasi punto di vista la si rigiri,è poco praticata in Etiopia,in Jamaica è frutto più di una manipolazione storicomistica che di un effettivo movimento religioso,sicuramente amplificata dalla musica,e la musica è potente nel manipolare le coscienze.Nel nostro sistema sociale e culturale mi sembra assolutamente inapplicabile,chi conosce la storia difficilmente può trarre insegnamenti dall’identificazione mistica con personaggi del calibro dell’imperatore Haile Selassie,mi parrebbe quantomeno strano…comunque non mi addentro troppo in particolari che conosco solo superficialmente.Preferirei che ci si concentrasse di più sulla nostro cattolicesimo inculcato e deleterio e su tutti i soprusi che vigliaccamente il Vaticano ha commesso e commette ,nei secoli dei secoli e così sia.

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Nel 1991 avete suonato a Negril in Giamaica. Qual’è stato il vostro impatto con i rasta giamaicani, quelli che quando vedono un bianco suonare reggae lo guardano male, che marcano le differenze, e non solo con gli sguardi.

Madaski
Non ci sono satti grossi problemi anche se ci hanno fatto suonare tre giorni in prova per capire se eravamo capaci o no,poi tutto è andato bene.

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Nel 1993 con “Babilonia e Poesia” avete cominciato a scrivere testi in italiano. Nel 2003 con l’eccellente “Mentre Fuori Piove” avete, almeno a mio parere, concentrato i vostri migliori testi di sempre, quelli più maturi, quelli più politici, perché in grado di cogliere bene la realtà dei nostri giorni. Quanto ha contribuito a stringere, a rafforzare il legame con il vostro pubblico la scelta del cantato in italiano nel corso di questi anni ??

Madaski
Sicuramente molto,ed anche in modo naturale,è la nostra lingua dunque più facile è l’espressione anche di contenuto.Mi piace scrivere e me ne occupo in prima persona ,la musica è espressione e linguaggio,penso che il testo, possa essere persino più importante del suo commento musicale, quindi mi applico in maniera particolare per trovare forme e argomenti interessanti cercando di evitare la banaliltà di certa canzone italiana.

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Sempre nel 2003 avete lasciato la Universal per tornare ad una sorta di autoproduzione, ed il citato “Mentre Fuori Piove” è stato il primo frutto di questa scelta. Situazione imposta oppure decisa consensualmente ?? Come cambiano le cose quando non si ha più una major alle spalle?? Esce più l’orgoglio o la preoccupazione ??

Madaski
Assolutamente consensuale,rimane addirittura in piedi l’accordo editoriale con Universal con la quale conserviamo ottimi rapporti.Il nostro percorso è molto lungo ,molto orgoglio,sicuramente ,la preoccupazione è solo artistica:coerenza e cose da dire rinnovandosi sempre.

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Dal particolare al generale. Lo stato della musica in Italia. E’ un quesito che rivolgo sempre ai professionisti del settore, perché mi interessa avere un punto di vista che venga da dentro questo mondo. Premesso che la musica “rock” in Italia non viene considerata come prodotto culturale (vedi iva al 20% anziché al 4% come per i libri), mi chiedo se e quando la politica si prenderà carico di questo settore a livello legislativo. Il governo Prodi ha parlato in campagna elettorale di legge sulla musica, di un’attività legislativa che faccia riferimento a finanziamenti agevolati, alle regole, alle strutture, al supporto non occasionale di progetti meritevoli. Voi ci credete, oppure dobbiamo rassegnarci a lasciare in mano questo povero settore (mi pare lo specchio del paese) a gente inaffidabile, incompetente, senza un progetto e senza un briciolo di passione ??

Madaski
Se ci saranno finanziamenti sicuramente pescecani e grossi agenzie se li procureranno ci lucreranno e potenzieranno le loro strutture per proporci nomi nuovi e interessanti come Vasco Liga Britti e i Pooh così trionferà la culura musicale e la ricerca che da anni li contraddistingue.

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Parlando di competenze ed incompetenze. In effetti è la storia del mondo, la storia di sempre, ma mi ha fatto effetto leggere che come unica rappresentante italiana al concerto per i 60 anni di Marley ad Addis Abeba (2005) c’era Carmen Consoli. E gli Africa Unite? Nessuna band o musicista italiano sarebbe stato più indicato di voi ad apparire sul quel palco. Immagino che ci avreste tenuto tantissimo.

Madaski
Sinceramente penso che la Sig.ra Marley dovrebbe piantarla di far soldi con l’icona del marito. Ne ha già fatti abbastanza. Quella manifestazione era una farsa,come le decine di raccolte e dischi postumi del ns eroe,alla popolazione era praticamente impossibile avvicinarsi al palco il biglietto era assolutamente improponibile per gli etiopi, cordoni di polizia dividevano lo stage dalla folla piuttosto incazzata,questo dal racconto di Bunna che era presente. Che dire di C.Consoli la sua agenzia avrà avuto qualche inciucio particolare con l’organizzazione, non mi risulta che abbia mai cantato reggae, perfortuna,non ne avrebbe proprio le qualità vocali,anzi per conto mio potrebbe proprio fare a meno di cantare,trovo la sua voce fastidiosissima, ma è solo questione di gusti.

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Torniamo agli Africa. Voi non siete una band pigra a livello artistico (vedi progetto Architorti, vedi ultimo album di cui parleremo). Personalmente apprezzo questo modo di essere, di rischiare, di rimettersi costantemente in gioco. Sarebbe più semplice riproporre lo stesso materiale con qualche tinteggiatura a fresco, ma forse sarebbe l’inizio della fine dello spirito di una band. E’ per “continuare a vivere”, a dare un senso al vostro essere musicisti che provate a diversificare ??

Madaski
Non sono un musicista reggae,mi piace e lo suono i miei interessi musicali sono piuttosto a 360 gradi per cui mi viene naturale ‘diversificare’. Amo la musica industriale l’elettronica ed anche il metal,penso che i Bauhaus facessero dub,la musica è la mia vita non un suo stile ma il suo essere.

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La recente fuoriuscita di elementi importanti confluiti nel progetto Bluebeaters ha creato qualche crepa nei vostri rapporti interni oppure la solidità dello storico binomio Bunna-Madaski è inattaccabile? In altri termini : la scelta primaria è sempre Africa Unite e lo sarà anche per il futuro ??

Madaski
Inattaccabile anzi potenziato,in quanto è entrato a far parte di africa un elemento come Paolo Baldini,bassista E mente di BRSTYLERS che è polo creativo di grande importanza.Ha coprodotto il disco,creato molto suono,entrato di prepotenza e con moltissime idee musicali concrete.

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Arriviamo al nuovo album, “Controlli”, uscito lo scorso aprile. Disco mica facile, anche se a mio parere denso di spunti interessanti (Watch Out e Amantide, ad esempio), con alcuni notevoli testi duri e combattivi (leggi Beatkilla) . Addio ai fiati e maggiore spazio concesso alle “macchine”, all’elettro-dub, alla dancehall. Siete soddisfatti del risultato finale ?? Le scelte sono state pienamente condivise fra di voi ??

Madaski
Come ho anticipato nella precedente risposta,io e Paolo abbiamo svolto un gran lavoro con le macchine per questo disco,poi,come al solito tutti gli altri hanno dato la loro,le scelte vengono sempre prese da me e Bunna,Ru Catania è un altro personaggio creativo,per quanto riguarda il suo modo di suonare e nella stesura di alcuni testi,siamo tutti molto felici di Controlli che riteniamo uno dei migliori dischi da noi prodotti e la nuova formazione esprime le cose migliori dal vivo,dove elettronica e sudore si fondono molto bene.

RadioClash
In “Controlli” noto la collaborazione ( molto importante a quanto sembra) di Paolo Baldini, bassista proveniente dai Br Stylers da Pordenone, probabilmente la migliore dub band italiana, che abbiamo con piacere recensito a suo tempo sulle pagine del sito. Se nei progetti futuri ci fosse una sorta di fusione fra le sonorità dub degli Stylers ed il classic sound degli Africa, troverei una mossa di questo tipo assolutamente azzeccata e promettente. Forse in “Controlli” questa opportunità non si è ancora concretizzata completamente, siete ancora in una prima fase. D’accordo con questa ultima valutazione ??

Madaski
Gli A.U. hanno un loro stile particolare che nasce dalla peculiarità della voce di Bunna,filo conduttore del sound,qualsiasi cosa ci si metta sotto rimane sempre come tatuata dalla sua vocalità,così diventa Africa Unite.

RadioClash
Alla luce delle novità intervenute nell’assetto della band, ci saranno cambiamenti nel modo di presentarvi dal vivo, e ancora, come stanno reagendo i vostri fan quando presentate i nuovi pezzi ??

Madaski
Bene ,il live è ,da sempre ,punto di forza della ns attività,vogliamo suonare il più possibile,a volte i fans ci chiedoni brani vecchi,il repertorio è molto esteso e ,per forza ,bisogna operare alcune scelte,ne abbiamo inclusi molti ma inevitabilmente qualcuno non trova il suo pezzo preferito.Sarà per il prossimo tour…

RadioClash
Da parte mia non poteva mancare una domanda sui Clash. A sensazione penso che alcuni di voi non siano stati insensibili in passato alla grandezza di questa band (a naso mi rivolgerei principalmente a Papa Nico…). Cosa mi potete dire dei Clash, una band che per prima ha saputo unire il punk al reggae, facendo un operazione non solo musicale ??

Madaski
Purtroppo sono io a risponderti e faccio parte degli insensibili,non mi pare cmq che nella band ci siano grandi Fans dei Clash,tutti li stimiamo e conosciamo i brani più famosi ma essere fan significa certo qualcosa di più.

Grazie, Madaski