La miglior reggae band italiana da sempre, fra le nostre preferite a
livello nazionale e non solo per il sound espresso in questi 25 anni
di carriera. E’ con vero piacere che ci accingiamo a conversare
con Madaski un po’ a tutto campo, senza per forza dover parlare
esclusivamente del loro ultimo album, del tour promozionale ecc…
RadioClash
Partiamo dall’inizio. Primi anni ’80.Come è arrivato
il reggae in quel di Pinerolo, quali sono stati i vostri primi ascolti
legati a questo sound ?? E perché proprio il reggae ??
Madaski
IL reggae,è arrivato .penso, come in ogni altra parte del mondo,
attraverso la spinta di B.Marley,la sua musica ha conquistato molti
paesi per la sua freschezza e novità ritmica,per il suo essere
insieme militante e divertente,profonda nel significato e preziosa per
il ballo.Anche noi siamo stati vittime del contagio…
RadioClash
In quegli anni c’era ancora qualcuno disposto a scommettere davvero
sulla nuova scena di band nazionali emergenti. Quale è stato
il contatto giusto per cominciare a fare sul serio, a far diventare
una professione l’amore per la musica reggae ??
Madaski
In quegli anni si assisteva alla nascita del nuovo rock italiano Firenze
era il fulcro,vi operavano LITFIBA DIAFRAMMA NEON PANKOW,si era in piena
New Wave,nascevano i primi club dove suonare ,c’era grande fermento
e anche noi trovammo una collocazione.Ho sempre pensato che in Italia
la distinzione tra generi sia più sfumata che altrove ,qui si
combatteva e ancora si combatte contro l’ignoranza della musica
stupido sanremese o della oradizione italcantautorale,anche se qualcuno
ha smarrito la via.
RadioClash
Che Marley sia stato un grande punto riferimento per la band è
fuor di dubbio. Però a essere sinceri io trovo che sia nel sound
sia nel vostro impegno civile e sociale si possano trovare contatti
con una reggae band inglese fantastica in auge dopo la metà degli
anni ’70 : gli Steel Pulse. Loro erano della generazione dei “black
british”, i nati in Inghilterra da genitori emigrati dai caraibi.
Suonavano reggae e cantavano dei loro problemi vissuti all’interno
della società inglese, parlavano di cose vissute sulla loro pelle,
non solo e non più il richiamo a Jah ed alla terra natia ma voglia
di lottare in quel momento, nel paese nel quale stavano vivendo. Trovo
ci sia molto di questo nel vostro approccio alla musica reggae, con
le dovute differenze date dal contesto.
Madaski
Hai già risposto tu.Tutto vero STEEL PULSE sono molto importanti
nella formazione musicale di A.U. e sono tutt’ora il mio gruppo
reggae preferito,per la loro tecnica e per il trattamento vocale che
usano.
RadioClash
A completamento di quanto sopra : vi sentite in qualche modo coinvolti
nella religione rastafari, oppure mantenete una posizione rispettosa
ma cosciente che si tratta di materia troppo legata alla “loro”
tradizione ??
Madaski
Io sono ateo,totalmente,la religione rastafari è insalvabile
da qualsiasi punto di vista la si rigiri,è poco praticata in
Etiopia,in Jamaica è frutto più di una manipolazione storicomistica
che di un effettivo movimento religioso,sicuramente amplificata dalla
musica,e la musica è potente nel manipolare le coscienze.Nel
nostro sistema sociale e culturale mi sembra assolutamente inapplicabile,chi
conosce la storia difficilmente può trarre insegnamenti dall’identificazione
mistica con personaggi del calibro dell’imperatore Haile Selassie,mi
parrebbe quantomeno strano…comunque non mi addentro troppo in
particolari che conosco solo superficialmente.Preferirei che ci si concentrasse
di più sulla nostro cattolicesimo inculcato e deleterio e su
tutti i soprusi che vigliaccamente il Vaticano ha commesso e commette
,nei secoli dei secoli e così sia.
RadioClash
Nel 1991 avete suonato a Negril in Giamaica. Qual’è stato
il vostro impatto con i rasta giamaicani, quelli che quando vedono un
bianco suonare reggae lo guardano male, che marcano le differenze, e
non solo con gli sguardi.
Madaski
Non ci sono satti grossi problemi anche se ci hanno fatto suonare tre
giorni in prova per capire se eravamo capaci o no,poi tutto è
andato bene.
RadioClash
Nel 1993 con “Babilonia e Poesia” avete cominciato a scrivere
testi in italiano. Nel 2003 con l’eccellente “Mentre Fuori
Piove” avete, almeno a mio parere, concentrato i vostri migliori
testi di sempre, quelli più maturi, quelli più politici,
perché in grado di cogliere bene la realtà dei nostri
giorni. Quanto ha contribuito a stringere, a rafforzare il legame con
il vostro pubblico la scelta del cantato in italiano nel corso di questi
anni ??
Madaski
Sicuramente molto,ed anche in modo naturale,è la nostra lingua
dunque più facile è l’espressione anche di contenuto.Mi
piace scrivere e me ne occupo in prima persona ,la musica è espressione
e linguaggio,penso che il testo, possa essere persino più importante
del suo commento musicale, quindi mi applico in maniera particolare
per trovare forme e argomenti interessanti cercando di evitare la banaliltà
di certa canzone italiana.
RadioClash
Sempre nel 2003 avete lasciato la Universal per tornare ad una sorta
di autoproduzione, ed il citato “Mentre Fuori Piove” è
stato il primo frutto di questa scelta. Situazione imposta oppure decisa
consensualmente ?? Come cambiano le cose quando non si ha più
una major alle spalle?? Esce più l’orgoglio o la preoccupazione
??
Madaski
Assolutamente consensuale,rimane addirittura in piedi l’accordo
editoriale con Universal con la quale conserviamo ottimi rapporti.Il
nostro percorso è molto lungo ,molto orgoglio,sicuramente ,la
preoccupazione è solo artistica:coerenza e cose da dire rinnovandosi
sempre.
RadioClash
Dal particolare al generale. Lo stato della musica in Italia. E’
un quesito che rivolgo sempre ai professionisti del settore, perché
mi interessa avere un punto di vista che venga da dentro questo mondo.
Premesso che la musica “rock” in Italia non viene considerata
come prodotto culturale (vedi iva al 20% anziché al 4% come per
i libri), mi chiedo se e quando la politica si prenderà carico
di questo settore a livello legislativo. Il governo Prodi ha parlato
in campagna elettorale di legge sulla musica, di un’attività
legislativa che faccia riferimento a finanziamenti agevolati, alle regole,
alle strutture, al supporto non occasionale di progetti meritevoli.
Voi ci credete, oppure dobbiamo rassegnarci a lasciare in mano questo
povero settore (mi pare lo specchio del paese) a gente inaffidabile,
incompetente, senza un progetto e senza un briciolo di passione ??
Madaski
Se ci saranno finanziamenti sicuramente pescecani e grossi agenzie se
li procureranno ci lucreranno e potenzieranno le loro strutture per
proporci nomi nuovi e interessanti come Vasco Liga Britti e i Pooh così
trionferà la culura musicale e la ricerca che da anni li contraddistingue.
RadioClash
Parlando di competenze ed incompetenze. In effetti è la storia
del mondo, la storia di sempre, ma mi ha fatto effetto leggere che come
unica rappresentante italiana al concerto per i 60 anni di Marley ad
Addis Abeba (2005) c’era Carmen Consoli. E gli Africa Unite? Nessuna
band o musicista italiano sarebbe stato più indicato di voi ad
apparire sul quel palco. Immagino che ci avreste tenuto tantissimo.
Madaski
Sinceramente penso che la Sig.ra Marley dovrebbe piantarla di far soldi
con l’icona del marito. Ne ha già fatti abbastanza. Quella
manifestazione era una farsa,come le decine di raccolte e dischi postumi
del ns eroe,alla popolazione era praticamente impossibile avvicinarsi
al palco il biglietto era assolutamente improponibile per gli etiopi,
cordoni di polizia dividevano lo stage dalla folla piuttosto incazzata,questo
dal racconto di Bunna che era presente. Che dire di C.Consoli la sua
agenzia avrà avuto qualche inciucio particolare con l’organizzazione,
non mi risulta che abbia mai cantato reggae, perfortuna,non ne avrebbe
proprio le qualità vocali,anzi per conto mio potrebbe proprio
fare a meno di cantare,trovo la sua voce fastidiosissima, ma è
solo questione di gusti.
RadioClash
Torniamo agli Africa. Voi non siete una band pigra a livello artistico
(vedi progetto Architorti, vedi ultimo album di cui parleremo). Personalmente
apprezzo questo modo di essere, di rischiare, di rimettersi costantemente
in gioco. Sarebbe più semplice riproporre lo stesso materiale
con qualche tinteggiatura a fresco, ma forse sarebbe l’inizio
della fine dello spirito di una band. E’ per “continuare
a vivere”, a dare un senso al vostro essere musicisti che provate
a diversificare ??
Madaski
Non sono un musicista reggae,mi piace e lo suono i miei interessi musicali
sono piuttosto a 360 gradi per cui mi viene naturale ‘diversificare’.
Amo la musica industriale l’elettronica ed anche il metal,penso
che i Bauhaus facessero dub,la musica è la mia vita non un suo
stile ma il suo essere.
RadioClash
La recente fuoriuscita di elementi importanti confluiti nel progetto
Bluebeaters ha creato qualche crepa nei vostri rapporti interni oppure
la solidità dello storico binomio Bunna-Madaski è inattaccabile?
In altri termini : la scelta primaria è sempre Africa Unite e
lo sarà anche per il futuro ??
Madaski
Inattaccabile anzi potenziato,in quanto è entrato a far parte
di africa un elemento come Paolo Baldini,bassista E mente di BRSTYLERS
che è polo creativo di grande importanza.Ha coprodotto il disco,creato
molto suono,entrato di prepotenza e con moltissime idee musicali concrete.
RadioClash
Arriviamo al nuovo album, “Controlli”, uscito lo scorso
aprile. Disco mica facile, anche se a mio parere denso di spunti interessanti
(Watch Out e Amantide, ad esempio), con alcuni notevoli testi duri e
combattivi (leggi Beatkilla) . Addio ai fiati e maggiore spazio concesso
alle “macchine”, all’elettro-dub, alla dancehall.
Siete soddisfatti del risultato finale ?? Le scelte sono state pienamente
condivise fra di voi ??
Madaski
Come ho anticipato nella precedente risposta,io e Paolo abbiamo svolto
un gran lavoro con le macchine per questo disco,poi,come al solito tutti
gli altri hanno dato la loro,le scelte vengono sempre prese da me e
Bunna,Ru Catania è un altro personaggio creativo,per quanto riguarda
il suo modo di suonare e nella stesura di alcuni testi,siamo tutti molto
felici di Controlli che riteniamo uno dei migliori dischi da noi prodotti
e la nuova formazione esprime le cose migliori dal vivo,dove elettronica
e sudore si fondono molto bene.
RadioClash
In “Controlli” noto la collaborazione ( molto importante
a quanto sembra) di Paolo Baldini, bassista proveniente dai Br Stylers
da Pordenone, probabilmente la migliore dub band italiana, che abbiamo
con piacere recensito a suo tempo sulle pagine del sito. Se nei progetti
futuri ci fosse una sorta di fusione fra le sonorità dub degli
Stylers ed il classic sound degli Africa, troverei una mossa di questo
tipo assolutamente azzeccata e promettente. Forse in “Controlli”
questa opportunità non si è ancora concretizzata completamente,
siete ancora in una prima fase. D’accordo con questa ultima valutazione
??
Madaski
Gli A.U. hanno un loro stile particolare che nasce dalla peculiarità
della voce di Bunna,filo conduttore del sound,qualsiasi cosa ci si metta
sotto rimane sempre come tatuata dalla sua vocalità,così
diventa Africa Unite.
RadioClash
Alla luce delle novità intervenute nell’assetto della band,
ci saranno cambiamenti nel modo di presentarvi dal vivo, e ancora, come
stanno reagendo i vostri fan quando presentate i nuovi pezzi ??
Madaski
Bene ,il live è ,da sempre ,punto di forza della ns attività,vogliamo
suonare il più possibile,a volte i fans ci chiedoni brani vecchi,il
repertorio è molto esteso e ,per forza ,bisogna operare alcune
scelte,ne abbiamo inclusi molti ma inevitabilmente qualcuno non trova
il suo pezzo preferito.Sarà per il prossimo tour…
RadioClash
Da parte mia non poteva mancare una domanda sui Clash. A sensazione
penso che alcuni di voi non siano stati insensibili in passato alla
grandezza di questa band (a naso mi rivolgerei principalmente a Papa
Nico…). Cosa mi potete dire dei Clash, una band che per prima
ha saputo unire il punk al reggae, facendo un operazione non solo musicale
??
Madaski
Purtroppo sono io a risponderti e faccio parte degli insensibili,non
mi pare cmq che nella band ci siano grandi Fans dei Clash,tutti li stimiamo
e conosciamo i brani più famosi ma essere fan significa certo
qualcosa di più.
Grazie, Madaski