THE PADDINGTONS
“First Comes First”( Poptones – Ottobre 2005)

Visto il forte legame con Pete Doherty verrebbe da pensare ad una band clone dei Libertines o dei Babyshamble . Non è esattamente così, anche se il brodo di cottura (o cultura) è il medesimo dei disciolti libertini. I party etilici, il codazzo di modelle, gli sconvolgimenti in abiti firmati Christian Dior, l’interesse del NME, la Poptones di Alan McGee, tutto sembra costruito per farne una band destinata a bagni mediatici in crescita esponenziale.

Esaurite però le considerazioni di origine sospettosa che oggi potrebbero riguardare molti altri gruppi scapestrati e dalle sembianze bohemienne, rimane l’ascolto di un album d’esordio, “First Comes First”, che non esitiamo a definire di ottimo livello per questo genere. Chi ha sempre apprezzato un sound diretto, elettrico, efficace nelle melodie, che riesca ad abbinare la verve energica e rabbiosa del punk rock con la perenne freschezza del r’n’r, non potrà esimersi dall’approfondire la conoscenza dei Paddingtons e non ne rimarra deluso. La band inglese da Hull, è infatti , in attesa di verifiche live, absolutely rock’n’roll. Non tanto per le dichiarazioni rese alla stampa specializzata (“amiamo Pistols, Ramones, Clash, Saints e of course …Libertines”), o per aver suonato insieme a Glen Matlock per il trentennale del primo concerto dei Sex Pistols, ma soprattutto dopo aver ascoltato le 11 tracce del loro disco.

Difficile infatti trovare momenti di stasi nell’inquietudine riottosa che pervade la loro musica, guidata dalla punk-attitude del bravo vocalist Tom Atkins (sentite “Sorry” e vi ricorderete un po’ di John Lydon). Un sound che come detto si rifà alla genuina irruenza del punk targato ’77, senza disdegnare incursioni nella new wave anni ’80, come nel pezzo di apertura “Some Old Girl” (le tastiere ricordano i Modern English o i Magazine di Howard Devoto), e nella reggae music, come in “Alright in The Morning”.
Molto efficaci , ancorché semplici nella costruzione, pezzi come “First Comes First” che unisce forza e melodia, “50 to A £” dove le sonorità a la Libertines vengono arricchite dalla “presa rapida” del punk rock, “Worse For Wear” vero inno alla vita da gang, ed anche “Loser” punk al 100% senza un attimo di sosta. Una corsa a perdifiato fra testi che esprimono una profonda irrequietezza e disagio, e che vanno alla ricerca di una identità estremamente difficile da costruire. Le scarica ad alto voltaggio punk di “21” e le atmosfere elettriche di “Sorry” chiudono un disco dal notevole potenziale e dalla freschezza invidiabile.

Mauro Zaccuri


Voto : 8

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