“La Musica può fare la differenza ?” di Billy Bragg

Articolo passato sulla rivista statunitense “Democratic Left” e tratto dal sito www.braggtopia.com

M


Per essere onesti, questa domanda perpetua, “Può la musica fare la differenza ?”, è una di quelle che io non considero molto. Anche se la musica non fosse in grado di fare la differenza, nessuno ci potrebbe distogliere dal provarci comunque. In ogni caso, quando hai scritto una canzone politica, come potrai mai valutare se questa ha potuto fare la differenza? Mi sembra che la relazione fra musica e cambiamento sia più complessa del semplice fatto di cantare canzoni.

Per esempio, al concerto a New York di uno o due anni fa, un ragazzo venne da me e mi diede il suo biglietto da visita. Era un avvocato del lavoro e mi disse che la sua scelta lavorativa era una diretta risultante della mia musica. Chiaro che fu una dichiarazione che mi inorgoglì un po’ al momento. Ma dopo averci riflettuto, sentii che questo tipo di accadimenti possono essere letti in modi differenti. Ad esempio, la mia abilità come songwriter ha prodotto e assicurato migliori e corrette relazioni nel mondo del lavoro nell’area di New York, oppure ha solo provveduto a costruire la colonna sonora per la vocazione di questo ragazzo ? Dopotutto non ci sono io la fuori a difendere la gente nei posti di lavoro, non è vero ?

Quel procuratore legale era un’attivista che si è avvicinato a Billy Bragg o Billy Bragg lo ha fatto diventare un’attivista ? Ponete a voi stessi la stessa questione : scommetto che la vostra risposta sarà simile alla mia. Mi avvicinai ai Clash perché avevo una certa visione del mondo e volevo che fosse riflessa nella musica che ascoltavo. Lessi le loro interviste ed i loro testi, ma sospetto che fu Margaret Thatcher ad avere la più grande influenza, non i Clash, sul mio personale sviluppo politico.

Questo non vuol dire rimuovere gli effetti politici del punk. I Clash aprirono la mia mente sulle possibilità dinamiche della cultura politica popolare e, facendo questo, hanno indubbiamente cambiato le cose per me. Loro non hanno cambiato il mondo ma hanno cambiato la mia percezione del mondo. E fu il disappunto nel vedere il fallimento di band come i Clash nel tentativo di cambiare il mondo, che mi spinse a diventare un musicista preparato a prendere posizione contro il Thatcherismo.

Tutto ciò significa che la Musica non ha l’impatto di un evento, che cambia il mondo in modo istantaneo e tangibile, ma è più simile a un’idea, che lavora in un modo graduale, facendo piccoli penetranti cambiamenti che si consolidano nel tempo. In questo senso, la musica può essere il catalizzatore per il cambiamento, in modo particolare per i mutamenti sociali. Pensate ad Elvis ed al mix fra cultura nera e bianca a Memphis nel 1954, oppure il movimento ska della Two Tone che emerse come diretta risposta ai successi del movimento neo-nazi del National Front in Inghilterra nel 1979. Comunque la musica può solo sostenere questo ruolo, in congiunzione con le genuine forze di cambiamento esistenti all’interno della società.

Può essere che una mia canzone possa cambiare la percezione del nostro amico avvocato di New York. Può essere che si sia solo divertito ad ascoltare “Help Save The Youth Of America” nella sua camera. Da qualsiasi angolatura voi guardiate questo, un solo e semplice fatto rimane: è il pubblico che è in grado di cambiare il mondo, non il musicista.

Billy Bragg

(traduzione Radioclash.it)