THE STAB
"Punk 77 : The Stab Discography"
(City Of The Dead Records - Novembre 2003)

Line up:
Romano Bedetti - Voce, Chitarra
Davide Bernardi - Basso
Marco Barbieri - Batteria


Parlare di gente come gli Stab è imbarazzante, perché è quasi come parlare di noi stessi, di quelli della nostra generazione nata nella prima metà degli anni '60, alla quale la storia ha in parte "negato" veri punti di riferimento culturali e politici. Non ci si conosce ma si possono intravedere alcuni percorsi comuni. In un periodo in cui la politica che contava veniva fatta da Reagan o dalla Thatcher, c'era poco da stare allegri. Lontano il '68, svanito l'effetto del 1977, c'era per fortuna la musica che canalizzava la rabbia e l'urgenza di comunicare : Clash, Stiff Little Fingers, Angelic Upstarts….. tutto a manetta, nella propria camera (per chi l'aveva), nella macchina, dove si poteva. Quasi sempre poche, se non pochissime, le persone con le quali poter condividere questa passione che ovviamente non riguardava esclusivamente le sette note. Poi le varie diramazioni : chi ha provato a mettere su una band, chi è riuscito a creare una "scena orgogliosa" insieme ai "suoi simili", chi è andato in curva allo stadio, chi si è rovinato con le "polveri" pagando un prezzo altissimo, chi ha mollato tutto preferendo una dignitosa ritirata . Allora eccoci qui : aggrappati alla musica per "non morire"? Sì, è questa la sostanza. "Garageland" : migliaia di ore passate a suonare, a sudare, ad inventarsi musicisti. Ne è valsa la pena di sicuro, ne verrà sempre la pena, anche perché non si può fare a meno dell'ossigeno. Gli Stab da Bologna hanno probabilmente partecipato in tutto o in parte a questo "vissuto", ecco perché li sentiamo vicini pur senza conoscerli.

Emersi dalla scena punk bolognese degli anni '80 e membri in periodi diversi degli storici Nabat , gli ormai disciolti Stab vengono riproposti all'attenzione dalla piccola ma appassionata etichetta City Of The Dead attraverso la raccolta di tutto il materiale da loro registrato. "Punk 77: The Stab Discography" ripercorre l'attività della band bolognese a partire dall'ep "Punk 77" (1991) per finire all'album "Nessun Ribelle…" del 1994. Il sound è un solido punk-rock che, come da manuale , non corre mai troppo, che ricerca il riff chitarristico e la melodia, puntellato da una efficace sezione ritmica. "Ora chi sei punk 77, dov'è la voglia di libertà", i testi sono diretti, senza fronzoli e sinceri. "Indifferenza" , "Punk 77", "Notte" sono i pezzi degli esordi che più ci sono piaciuti , ben costruiti ed eseguiti, marchi di fabbrica di un sound che non riesce ad abbandonare le nostre preferenze. Ma le migliori cose sono, a nostro avviso, riscontrabili proprio nell'ultima produzione del gruppo . "Tempi Moderni", "Come i nostri vecchi", "Rap Cola" (con Steno dei Nabat all'armonica), "Top and Bottom", "Just a little bird", il reggae di "Carnevale da Pazzi" offrono sound maturo, melodie, ed una band in forma,eclettica, padrona dei propri mezzi. "Nessun Ribelle" è una delle cose migliori della raccolta: "sono come te, nessun eroe, siamo come te, non sono migliore" una fotografia del degrado urbano dove la salvaguardia della "dignità personale" diventa un tratto distintivo. "Boots" (qualche spunto iniziale alla "Gates of The West" dei Clash) è l'identità urlata, "vanno lontano i miei nuovi boots…", mentre "The Boys of the old brigade" è una gran bella versione in italiano di un classico folk irlandese (sembra quasi di sentire i Pogues). L'ultima traccia è una cover di "Groovy Times" dei Clash realizzata per l'occasione. Cosa dire ancora ? Beh che "The Stab Discography" un bel disco, che si muove nel solco profondo di quella tradizione punk più volte richiamata. Qui non si inventa niente,ma si testimonia, si riafferma, si consolida. Ancora una volta Rudie non ha fallito. Fuck the rest.

Mauro Zaccuri

Voto : 7

Web : http://stab.cityofthedead.net
www.cityofthedead.net