SALERNO 
          - 1 MAGGIO 2004 - "DALTROCANTO FESTIVAL"
         | 
     
      ![]()  | 
  |||||||||||||||||||
|  
       Premessa 
          : nella cronaca che seguirà mi è risultato impossibile 
          scindere il ruolo di gestore di RadioClash da quello di componente dei 
          Linea. Di comune accordo con gli altri del gruppo abbiamo quindi scelto 
          di scrivere "a otto mani" il report di queste giornate per 
          noi davvero speciali.  
 In 
          piazza Amendola alle 10,00 per vedere com'è il palco e l'ambientazione. 
          Tutto ok, bella location, il palco è spazioso, posto in fondo 
          alla piazza, la quale, pur non corrispondendo al centro topografico 
          di Salerno, è il "cuore politico" della città, 
          con la villa comunale, la prefettura, ecc... La veste grafica dello 
          striscione "DaltroCanto Festival", che campeggia in fondo 
          al palco, è veramente ben riuscita.  
 
 
 
 Billy 
          Bragg arriva poco prima di mezzogiorno insieme alla famiglia. Lo salutiamo 
          immediatamente e lo "carichiamo" di complimenti e materiale 
          vario. Foto e autografi di rito; Bragg si dimostra disponibile e cordialissimo 
          come ce lo aveva descritto Sandro Zangarini dei Radio Brixton dopo averlo 
          incrociato qualche anno fa a Torino. Insomma una bella persona sul palco 
          e fuori dal palco il menestrello da Barking. Dai comportamenti quasi 
          più mediterranei che anglosassoni. Infatti ci dice che nel pomeriggio 
          andrà a Minori, sulla costiera amalfitana, a visitare il paese 
          natale di sua trisnonna (aahh ecco
.) e che vorrebbe rientrare 
          nel tardo pomeriggio (sarà troppo tardo purtroppo) per vedere 
          il nostro concerto. Il check sound di Bragg è piuttosto rapido, 
          si esibirà da solo chitarra e voce (il repertorio non gli manca) 
          ed il fonico di fiducia al suo seguito sistema in fretta le cose. Arriva 
          anche la variopinta carovana del talentuoso Daniele Sepe, che, utilizzando 
          svariati strumenti, ha bisogno di più tempo per concludere le 
          prove. 
 
 Finalmente tocca a noi e sono quasi le 2 di pomeriggio. Il suono è già abbastanza buono, almeno sul palco, qualche correzione per equilibrare le voci e tutto si chiude. Ci buttiamo a cercare un posto in cui fare uno spuntino, cosa nella quale abbiamo alta specializzazione (lo "spuntino" si trasformerà in realtà in un pranzo di due ore nel ristorante di fronte alla piazza, dove familiarizziamo con i proprietari). Ritorniamo all'ostello per uno sciacquo veloce e poi via, in Piazza Amendola fra poco tocca a noi. Il 
          tempo di ascoltare qualche brano del folk etnico dei Melisma (bella 
          la voce della cantante che poi sarà la presentatrice della serata) 
          ed eccoci, intorno alle 18,00, sul palco. Non c'è ancora molta 
          gente a dire il vero, ma quella che c'è rimane e segue il concerto 
          con attenzione e buon entusiasmo. Si attacca con la velocità 
          di Jack Daniel's Midnight seguita da "Gas". Con la successiva 
          "Ossigeno", il fonico sistema definitivamente i suoni e da 
          quel momento il gig sale di tono. Al termine del pezzo si avvicina al 
          palco un vecchio trombone con i gradi di maresciallo dei vigili urbani. 
          Ci intima di suonare a volumi più bassi, ma non se lo fila nessuno 
          e si becca pure qualche fischio. Ritorna a cuccia sulle note de "Il 
          Coro". 
 
 
 
 La 
          piazza nel frattempo si riempie sempre di più. Mentre parte il 
          blues dei salernitani Okies (strano personaggio davvero il cantante-chitarrista 
          che rispondeva al cellulare durante il concerto !! Ma via, ma su
) 
          , il colpo d'occhio è già notevole. Antonio Giordano ci 
          assicura che fra un'ora la piazza sarà stracolma, anche perché 
          è posta di fronte ad un viale pieno di pizzerie, ristoranti, 
          pub, con tantissimo movimento notturno. Intorno alle 20,00 è 
          l'ora dei Gang. I fratelli Severini arrivano dritti dritti dal Salento, 
          e quindi si sono attraversati in largo lo stivale. Nonostante la tirata, 
          il loro show è al solito efficace, la band è una garanzia. 
 
 
 
 Si 
          cambia la struttura della formazione : saremo noi dei Linea adesso a 
          suonare, insieme a Billy Bragg, Marino e Sandro Severini alle chitarre. 
          Partono le note di "Garageland" e per noi sono brividi lungo 
          la schiena. Bragg chiama il tempo ad ogni cambio che anticipa il ritornello 
          (un - dos- tres - quater) in un idioma che sta fra il catalano ed il 
          milanese. Bella versione, anche ben eseguita se vogliamo, nonostante 
          fosse praticamente improvvisata, ma in questi casi sono altri i fattori 
          che contano. Al termine del pezzo Bragg si avvicina a Mauro e gli dice 
          girandosi verso Claudio : "Good drummer!" Aahh
anche 
          tu Billy te ne sei accorto ! 
 
 
 
 E' 
          la volta di Billy Bragg. Come detto solo voce e chitarra per lui. Camicia 
          nera e bretelle, è in piena forma il nostro folk-singer di protesta 
          preferito. Corrono via fra le altre "Sexuality", "Help 
          Save The Youth America", "All You Fascist Bound To Lose", 
          "Ingrid Bergman ", un brano che Woody Guthrie aveva dedicato 
          all'attrice svedese, una particolare versione di "NPWA", la 
          stupenda, storica e sempre attuale "There is Power in a Union" 
          che infiamma la tanta, tanta gente che ormai affolla la piazza. Bragg 
          piazza i suoi colpi uno dopo l'altro, con spartana semplicità 
          e sicurezza, facendo leva sull'innata capacità di comporre canzoni 
          folk, rock, pop ad altà intensità emotiva. Grande personaggio, 
          a metà fra l'essere cantautore e street rocker, dal volto ora 
          intimo, ora militante. Fuori dal mainstream ma dentro i cuori. Ecco 
          la sua teoria : "Io non sono un songwriter politico, io sono un 
          songwriter onesto. Cerco di scrivere onestamente quello che vedo intorno 
          a me". Ci sembra ci sia tutto Billy Bragg in questa sintesi. Mauro 
          dal pubblico grida "Take Down The Union Jack !", Bragg si 
          gira e sorride approvando. Lui l'ha già fatto da tempo, e chiude 
          lo show fra applausi scroscianti. 
 
 La 
          fame comincia a prendere il sopravvento. Ci perdiamo una parte del concerto 
          di Daniele Sepe, ma torniamo verso la piazza per assistere al gran finale 
          del poliedrico musicista partenopeo che si esibisce con una band tecnicamente 
          ineccepibile. Il pubblico dimostra affetto per Sepe ed entusiasmo per 
          un sound che miscela jazz, pop, sonorità arabe, mediterranee, 
          percussioni che rievocano il continente africano. Termina forse un po' 
          presto il DaltroCanto Festival (intorno a mezzanotte), perché 
          la sensazione è che la gente ne voglia ancora, la piazza è 
          gremitissima, la notte è appena cominciata. L'evento è 
          comunque pienamente riuscito, good music for good people. Grazie di cuore anche ai Gang dei fratelli Severini per averci dato l'opportunità e l'onore di vivere momenti di passione purissima come quelli che abbiamo provato a descrivere. A loro potranno sembrare cose normali, ma per noi non lo sono. Back in the garage all night !! Last but not least, il ringraziamento ad Antonio Giordano, all'Associazione Arci Mumble Rumble di Salerno, a tutti i "good fellas" che abbiamo incrociato. Viva il Sud, Viva il Rock'N'Roll. Silvio Calesini, Gianmarco Pirro, Mauro Zaccuri, Claudio Sitta 
 
 
 
  | 
  ||||||||||||||||||||