Torino,
15 marzo 2004
Da poche ore sono uscito dalla sala dove proiettavano l'ultima fatica
di Jim Jarmush, uno dei miei registi favoriti. Di nuovo in bianco e
nero, di nuovo ad episodi e di nuovo con tanti protagonisti molto noti
e amici del regista.
JIM
JARMUSH
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Ho avuto l'opportunità di assistere alla versione originale sottotitolata,
con mia enorme soddisfazione: auspico che tutti i film stranieri vengano
distribuiti in questa forma, anche solo per la ragione che, se si ha
la malaugurata sventura di capitare accanto ad un coglione che al cinema
parla (ma sta gente non puo' affittarsi una videocassetta e andare a
fare in culo?!?!) , quantomeno non si perde nulla dei dialoghi. Nel
caso specifico in sala eravamo una trentina scarsa e, grazie al cielo,
tutti appassionati e "muti"!
Dove sta la grandezza di Jarmush? Sta nel rendere interessanti situazioni
e discorsi ed ambienti che, nella realtà quotidiana, quasi tutti
giudicheremmo noiosi e squallidi.
Il film consta di ben undici mini episodi che hanno come tema cardine
il consumo di caffè e sigarette, vizi antichi di noi bipedi.
A proposito, pare che negli States il film sia vietato ai minori, per
il messaggio negativo che potrebbe dare il consumo delle succitate sostanze.
Ho assistito ad una breve intervista al Tg nazionale rilasciata da Jarmush,
il quale sosteneva che i film violenti (con stupri, uccisioni e quant'altro)
non sono soggetti alla censura quanto questo suo ultimo lavoro. Parole
sante.
Durante il consumo di caffè e sigarette, si susseguono dialoghi
più o meno sensati che, nella maggior parte dei casi, si chiudono
d'improvviso e lasciano spazio all'episodio seguente. In puro stile
Jarmush, sono poi le connessioni e i richiami tra una vicenda e l'altra,
il tutto legato ad un filo invisibile.
Chicche particolari da segnalare, per esempio, il duetto tra Tom Waits
e Iggy Pop, nel ruolo di sè stessi - come altri protagonisti
- oppure quello tra i due componenti White Stripes. Ragazzi, come calzano
a pennello questi personaggi nelle trame di Jim!!!
In questo contesto, ottimamente si sarebbe calato Joe Strummer, già
amico dell'autore ed attore in Mistery Train ( se non l'avete visto,
fate il possibile per procurarvelo ) : anche lui personaggio fuori dal
tempo, di un mondo che non esiste più.
Di fronte a questa accozzaglia di squinternati e, in genere al cospetto
di ogni produzione di Jarmush, non so veramente se commuovermi o ridere
di gusto; una sensazione agro-dolce mi pervade, facendomi sentire in
bilico tra ironia e malinconia. Non credo di essere l'unico a provare
queste vibrazioni.
Per citare altri personaggi, alcuni dei quali già presenti in
film passati, ricordo Steve Buscemi, Cinque Lee (fratello di Spike),
Bill Murray, Alfred Molina, ed il Benigni nazionale ( sembra un personaggio
dei fumetti: non invecchia mai).
Ottima prova, insomma. Correte a vederlo e sarete certamente d'accordo
con l'ultima frase dei titoli di coda:
LONG LIVE JOE STRUMMER !
Il ricordo sentito di Jim Jarmush per un caro amico che non c'è
più.
Alessandro
Zangarini