PUNK
MEETS REGGAE
Breve storia di un amore possibile |
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Aveva capito tutto Chris Blackwell, proprietario della Island Records,
già dal 1972. In quell'anno infatti , d opo aver promosso lo ska nei ghetti
neri di Londra, produsse il primo disco dei Wailers di Bob Marley.
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Venne
intelligentemente concessa a Bob Marley ogni libertà possibile nella riproduzione
del reggae giamaicano, nel proporre gradatamente un look più rasta, nello
scrivere testi di protesta con alti contenuti sociali. Mixato con suoni
puliti dal quale emergeva la voce di Bob Marley, uscì così "Catch a Fire".
La promozione venne realizzata sulle coordinate di qualsiasi altro disco
rock o pop e gradatamente la musica reggae cominciò ad incontrare il consenso
ricercato del pubblico bianco. Nel 1974 la versione di "I Shot the Sheriff" di Eric Clapton balzò al primo posto in classifica , contribuendo ad aprire la strada ad un successo sempre più crescente. Non più quindi solo star bianche ricche e boriose, ma rasta aggrappati alle loro radici che cantavano di povertà, emarginazione e rivolta, argomenti cari alle giovani generazioni proletarie inglesi. Questo era lo scenario di fondo che mise in contatto la cultura reggae con un'altra importante forma di cultura giovanile esplosa a Londra nel 1975: il punk. "Faremo una festa, è una festa punk reggae. Ci saranno i Wailers, le Slits, i Feelgoods ed i Clash. Respinti dalle società, trattati con impunità, protetti dalla loro dignità". (Da "Punky Reggae Party" - Babylon by Bus Live - Bob Marley & The Wailers - 1978). |
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Con
queste parole Marley ricambiava l'affetto che parte del movimento punk
aveva tributato alla musica reggae. Alcune delle migliori punk-band degli
esordi: Clash - Slits - Ruts… avevano quasi da subito cercato il
contatto con la musica giamaicana. Nonostante gli stili musicali fossero
molto distanti fra di loro, c'erano parecchie vicinanze tematiche fra
punk e reggae.
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Nel
1977 i Clash fecero uscire la bellissima versione di "Police and Thieves
di Junior Marvin. Nei sobborghi di Londra molti inglesi erano cresciuti
con i neri provenienti dalle colonie giamaicane e quando questi ultimi vennero
provocati dal National Front di destra, i giovani bianchi (punk e non) presero
una dura posizione aderendo al Rock Against Racism (RAR), una associazione
che combatteva le discriminazioni razziali contro i neri sia nel rock, che
nella società. Nell'Aprile del 1977 ci fu un grande raduno rock al Victoria
Park ad Hackney, dove manifestarono e suonarono insieme gruppi punk e reggae. (Clash - live 1977 Victoria Park) Il positivo rapporto fra queste due culture musicali, aprì ancora di più le porte alla diffusione della musica reggae in occidente. La Virgin nel 1978 produsse una compilation reggae nella quale spiccavano gruppi come U Roy, Mighty Diamonds, Gladiators. |
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Ma
la cosa interessante era che la seconda generazione di giamaicani nata in
Inghilterra suonava reggae con testi che riguardavano le condizioni di vita
della gente nera in Inghilterra, e non più solo il richiamo alle origini
(Etiopia, Haile Selassie…) Le reggae bands inglesi come Steel Pulse,
Aswad, Cimarons cantavano dei disagi e delle privazioni della loro gente
in quello che ormai era il loro paese. Il reggae inglese raggiunse a mio avviso il massimo della sua espressione (musica e testo) attraverso le gesta del poeta di ritorno Linton Kwesi Johnson. Il quale nato in Giamaica si trasferì nel Regno Unito all'eta di 10 anni. Il suo cantato caratteristico, profondo, i suoi testi durissimi inseriti in tappeto martellante di dub e reggae ne hanno fatto un punto di riferimento per i giovani neri. Johnson si convinse presto che i Rastafarian non avevano tutte le risposte ai problemi dei neri inglesi. Disse : "Bisogna accettare che la vera casa è il luogo in cui si è in ogni singolo momento. E bisogna decidersi ad affrontare la vita così come si presenta". Presa di coscienza definitiva. |
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Al
termine dell'epoca punk, mentre la new wave prendeva campo nella musica
inglese, ci fu un altro fenomeno importante che coinvolse molti giovani
mods e skinheads: il ritorno dello ska e del rocksteady. Questi generi
musicali, che rappresentano la radice della musica reggae, tornarono alla
ribalta con gruppi che hanno fatto epoca come Specials, Selecter, Beat.
Il ritmo frizzante e ballabile dello ska, unito al look da gangster delle
bands ,ottenne un grande successo fra il pubblico giovane, creando una
vera e propria moda.
(The Specials) |
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Gli
Specials, la band più matura e politicizzata fra quelle in evidenza in quel
periodo, fondarono nel 1978 una etichetta, la Two Tone, nata per sviluppare
un nuovo rock basato su ska, rocksteady e reggae. Il manager della Two Tone,
nonché leader degli Specials, Jerry Dammers aveva capito che si doveva unire
l'energia e la vitalità del punk con il movimento e la scorrevolezza dello
ska e del dub. La gente ai concerti doveva ascoltare i testi e ballare con
entusiasmo. Fu una scelta che venne premiata. I nuovi gruppi ska, pur provenendo quasi tutti da esperienze punk, affrontarono il nuovo, difficile scenario inglese dei primi anni 80, con nuova energia. Gli obbiettivi dichiarati erano inferiori a quelli punk, ma puntuali : disoccupazione, la Thatcher, la polizia. In quel drammatico periodo, nel quale tutti le peggiori profezie del punk si erano avverate, nel pieno della crisi economica e sociale della classe lavoratrice, il lavoro multietnico delle ska-band fu molto importante. (The Selecter) |
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Le bands della Two Tone dimostrarono che a livello visivo, musicale e di intenti esisteva una perfetta armonia fra bianchi e neri , perlomeno fra i giovani delle classi meno agiate. Nonostante le pressioni della polizia e di gruppi razzisti la festa punk- reggae di Bob Marley non era ancora finita. C'era ancora un tratto di cammino da percorrere insieme. Mauro Zaccuri |
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