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       "Tricia 
        Ronane, la moglie dell'ex bassista dei Clash, è stata la vera artefice 
        del disco di incisioni live e del documentario grazie ai quali si stanno 
        riaccendendo i riflettori sul gruppo. Mentre il marito continua le sue 
        passioni private, lei si prepara a gestire commercialmente il prevedibile 
        ritorno dell'iconografia punk." 
      Dietro 
        una canzone o un disco è facile che si celi una storia, un aneddoto, 
        un incontro fortuito e decisivo. I fan dei Clash, splendidi quarantenni 
        intenti ora a rimuovere la naftalina dai jeans sdrucidi e dalla vecchia 
        giubba di pelle, probabilmente ignorano a chi si deve realmente la pubblicazione 
        della raccolta di incisioni live del gruppo "From here to Eternity" 
        e la realizzazione del documentario televisivo "Westway To The World". 
        La "leggenda" narra come tutto sia nato dal ritrovamento di 
        alcuni nastri nella cantina di Joe Strummer, mentre questi era intento 
        a impacchettare roba per il trasloco. 
        Ma il ritorno dall'oblio di quei preziosi materiali non avrebbe comportato 
        necessariamente la pubblicazione dei medesimi. Occorreva un catalizzatore, 
        un elemento in grado di far collimare la volontà della casa discografica 
        con le sensibilità dei membri del gruppo.  
        Quest'ultimo essendo sicuramente il compito più arduo , visto che 
        Mick Jones, Joe Strummer, Paul Simonon e Topper Headon non sono stati 
        più capaci di essere d'accordo su nulla dal giorno in cui, quattordici 
        anni fa, la stella del dinamitardo rock dei Clash smise di emanare la 
        propria luce. 
         
        Ebbene, per buona sorte di chi ha amato la band politicamente più 
        impegnata della storia della musica d'Albione, il catalizzatore è 
        intervenuto, materializzandosi nelle forme conturbanti di una donna : 
        Trincia Ronane, la bellissima moglie di Paul Simonon. Alta, capelli corvini, 
        l'ex modella si è dimostrata nell'occasione un autentico genio 
        della diplomazia , riuscendo in un impresa in cui la sua bellezza non 
        avrebbe di certo giocato un ruolo decisivo. 
        Tricia ha potuto contare soprattutto sul fatto di conoscere bene la personalità 
        di Mick Jones, essendone stata addetta stampa nella sua avventura con 
        i B.A.D..  
        In questa veste incontrò il suo futuro marito, subendone la corte 
        spietata senza cedere sino al 1987, quando Paul le salì addosso 
        con una Harley-Davidson pur di strapparle la promessa di un appuntamento. 
        Che si sarebbe trasformata di lì a poco in una promessa di matrimonio. 
        "Paul era noto come il punk che si vestiva meglio, ricorda Tricia, 
        ma all'epoca io avevo una sorta di fobia per le rockstar". 
        Dal suo punto di vista assolutamente privilegiato, la signora Simonon 
        ha potuto cogliere tutti i dettagli della vicenda Clash, quelli su cui 
        difficilmente i media riescono a mettere le mani, sviluppando l'innata 
        capacità di cogliere i segnali e gli umori che sottostavano alle 
        dinamiche interne della band. "I Clash si sono sempre rifiutati di 
        effettuare operazioni-nostalgia solo per accontentare i fan che glielo 
        chiedevano", afferma Tricia, "ed io rispettavo la loro volontà 
        di conservare i ricordi solo per se stessi. Ma stavolta sembrava che tutti 
        fossero orientati verso la stessa direzione. Per superare le indecisioni 
        ho preso io l'iniziativa di affrontare la Sony, ma solo quando sono stata 
        sicura che era quello che loro volevano". 
         
        E così Tricia ha marciato sul palazzo della multinazionale discografica, 
        uscendone con un insperato accordo finanziario. "Era importante far 
        capire ai dirigenti dell'etichetta che i Clash potevano tornare ad essere 
        una sorta di stendardo da sventolare, perché essi godono del rispetto 
        di tutte le giovani band che animano la scena attuale", chiarisce 
        l'intraprendente signora. 
        Ed i fatti dimostrano che la bella manager è riuscita nel suo scopo. 
        Ma si può trattare con i marpioni di una multinazionale improvvisando 
        le necessarie doti di astuzie ed intuito ? Certamente no. E Tricia non 
        fa eccezione, avendo un background di tutto rispetto anche in tal senso. 
        Il business le è entrato nel sangue da ragazzina, quando a 16 anni 
        accompagnava il padre al mercato di Southall per comprare e rivendere 
        cavalli. 
         
      "Così 
        ho imparato tutto quello che c'è da sapere sul mondo degli affari 
        ", ricorda la Ronane, "non c'è niente di meglio di una 
        esperienza nella compravendita dei cavalli per affrontare il music business". 
        Oggi, mentre Paul continua a dipingere ed a prendersi cura dei due figli, 
        la signora Simonon è intenta a portare a termine la propria missione. 
        In questi giorni sta incontrando i dealer dei canali televisivi di tutto 
        il mondo per piazzare al meglio il documentario sui Clash. 
        Ma, in previsione del punk revival, soprattutto iconografico, che la pellicola 
        potrebbe determinare fra il giovane pubblico, Tricia sta anche mettendo 
        a punto il lancio di una adeguata linea di moda ideata dagli stilisti 
        di Copperwheat Blundell. 
        Difficile a questo punto immaginare un suo ritorno ai fornelli. 
         
         
         
      
      Note 
        RadioClash : 
      Tricia 
        Ronane è stata certamente fondamentale nel portare a compimento 
        il progetto di ritorno alla ribalta dei Clash. Il successo commerciale 
        dell'operazione (che ha dato meritato "ossigeno" alle non proprio 
        brillanti condizioni finanziarie di alcuni componenti del gruppo) dimostra 
        , se ancora ce ne fosse bisogno, l'inossidabile amore dei fan verso i 
        nostri. 
        Per quanto riguarda il live "From Here To Eternity", 
        tutto è partito dal ritrovamento, a casa di Strummer come cita 
        l'articolo, di alcune vecchie cassette riguardanti i gigs allo Shea Stadium 
        di New York del 1982. Il primo ascolto stupì positivamente sia 
        la Ronane che Hugh Attwooll (della Sony Music di Londra). Il sound che 
        usciva dai nastri , registrato benissimo dall'ingegnere del suono Glyn 
        Johns, era veramente molto forte, dinamico. 
         
         
        Anche i tre Clash interpellati (Jones, Simonon, Strummer) si dichiararono 
        d'accordo sull'ottima qualità delle registrazioni, ma non volevano 
        fare uscire un live unicamente impostato sul concerto allo Shea Stadium, 
        come inizialmente la Sony aveva proposto. Scattarono così le ricerche 
        ad altre registrazioni sia negli States che in Inghilterra. Venne contattato 
        Bruce Dickinson , che aveva lavorato alla CBS negli anni 70 ed 80, ed 
        era un fan dei Clash.  
        Lui conosceva una società specializzata nell'archivio di live tapes. 
        Si trovarono così due registrazioni dei Clash al Bonds ed altri 
        due concerti a Boston.  
         
       
        Nel giugno del 1998 Attwool volò a New York e dedicò tre 
        giorni a raccogliere, ascoltare e selezionare tutti i nastri ritrovati. 
        Alla fine vennero inserite anche registrazioni del 1978 (London's Lyceum 
        e Music Machine), altre relative al concerto di Lewisham del 1980, ed 
        altre ancora tratte dal film Rude Boy con annesso concerto al Victoria 
        Park. 
        I Clash hanno avuto la possibilità di esercitare il controllo delle 
        registrazioni recuperate e, una volta selezionate le 17 canzoni finali 
        (sulle 23 inizialmente proposte) , hanno consegnato il materiale per il 
        mix al fido Bill Price. 
         
        Anche il video "Westway to the World" è stato 
        affidato all'amico della prima ora Don Letts (storico dj al Roxy e regista 
        dei principali video dei Clash incluso quello fantastico di London Calling). 
        Don è stato una scelta naturale dettata dall'amicizia, dalla stima 
        e dalla conoscenza reciproca di fatti, situazioni, personaggi. Inoltre 
        Don Letts disponeva di molto materiale video ancora inedito; non conosciuto 
        neppure dagli stessi Clash. Tutta la band si sottopose così volentieri 
        alle interviste fatte singolarmente ad ogni componente, attraverso le 
        quali prende corpo l'epopea dei Clash, anche negli aspetti più 
        intimi ed individuali. Un film vero, emozionante, partecipato. 
        Ha detto Don Letts alla fine delle registrazioni : "Ogni generazione 
        ha bisogno di una colonna sonora, ed i Clash gliela hanno fornita". 
         
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