Il dj dei Clash, intervista a Barry Myers
tratta da "Rolling Stone" di Luglio 2006


“IL DJ DEI CLASH” di Maurizio Zoja – tratto da Rolling Stone del Luglio 2006

Barry Myers, in arte Scratchy, che apriva i concerti di Strummer, non dimentica il maestro

Dice che ascoltare Blitzkrieg Bop dei Ramones gli ha cambiato la vita. Ma per tutti è e sarà sempre “il dj dei Clash”. La storia di Barry Scratchy Myers con il quartetto londinese è iniziata nel 1978 ed è proseguita fino ai dj set in apertura dei concerti dei Mescaleros, l’ultima band di Joe Strummer.

Furono i Clash in persona a chiedergli di aprire i loro concerti con la sua miscela di reggae, ska, garage, soul, rockabilly e inni dei progenitori del punk (Iggy Pop, MC5, i Velvet, Bowie ed i New York Dolls), accompagnando la svolta di Strummer e Jones verso un suono sempre più vario, sfociato in capolavori come London Calling (1979) e Sandinista (1980). “E’ stato un periodo davvero speciale” ricorda oggi, di passaggio in Italia per un affollato dj set al milanese Leoncavallo, “ci rendevamo conto che nella musica stava accadendo qualcosa di importante e che tutti noi , sia pure a livelli diversi, ne eravamo parte. Io ero felice di avere la possibilità di portare i suoni che amavo a un pubblico che spesso non aveva mai ascoltato i dischi che suonavo”.

Un entusiasmo che oggi, a 30 anni di distanza dalla rivoluzione punk, è ancora immutato. “Il mio miglior dj set deve sempre essere il prossimo, cerco sempre di farmi venire idee nuove”. Oggi la band che gli ha preso il cuore sono i Gogol Bordello, la cui definizione apparsa sulle pagine del New Yorker (“Un incrocio fra una band per matrimoni gitani, i Sex Pistols, King Tubby e i Kraftwerk”) ben si adatta agli show di Myers. “Cerco sempre di fare in modo che il pubblico possa ballare”, spiega, “ma che non si annoi se non ha voglia di farlo : non è musica per ballare, è musica che si può ballare”.

Durante la sua carriera, Scratchy si è esibito nei club di mezza Europa, con puntate in luoghi non convenzionali come il Museo delle Culture del Mondo di Francoforte e la London City Hall, l’equivalente londinese del Campidoglio o di Palazzo Marino : “Ma a rendere speciale una serata non è il posto dove si tiene”, dice, “la cosa più importante è l’atteggiamento delle persone e la loro apertura a ciò che propongo loro. E’ come nei concerti : il risultato finale, quello che ti porti a casa, è un mix di musica, folla e divertimento”.

Proprio come avviene una volta al mese al londinese Big Chili Bar, dove Myers è di casa e dove risuonano i brani che lui stesso ha insegnato in Scratchy Sound, compilation curata per conto della Trojan, etichetta di riferimento per tutti gli amanti del suono in levare. In copertina, un po’ stilizzato ma ben riconoscibile, c’è lui stesso impegnato ai piatti. Sullo sfondo, a ribadire un legame che non verrà mai meno, la sagoma inconfondibile di Joe Strummer, fondatore dei Clash e guida spirituale per milioni di rocker.