Nuova tappa della patchanka musicale di Manu Chao.
Una miscela di generi, linguaggi, atmosfere, viaggi, lotte, iniziata ai
tempi della rimpianta Mano Negra (1988) e proseguita sino ad oggi. L'uomo
Manu Chao matura esperienze e mantiene i caratteri espressivi conosciuti
da sempre. Terzomondismo, Internazionalismo,Vitalità, Resistenza, Denuncia,
Speranza, sulla rotta preferita Algeri - Marsiglia - Barcellona - Mexico
City - Bogotà - Buenos Aires. Il collegamento musicale con il precedente
"Clandestino" risulta evidente, quasi la b-side dello stesso disco. Voci
sudamericane campionate, atmosfere latine, motivi che si stampano in testa
indelebilmente.
"Proxima Estacion : Esperanza" è un disco quindi con il marchio Manu,
dove troviamo al solito un incrocio di lingue : inglese, francese, spagnolo,arabo,
portunòl (lingua di frontiera del sudamerica) ed una serie di brani assolutamente
coinvolgenti. Infatti, nonostante io consideri questo lavoro inferiore
per intensità e compattezza a "Clandestino", è impossibile non cadere
nella rete del brano che verrà più ballato nel mediterraneo (e non solo)
quest'estate : il tormentone ritmato di "Me Gustas tu".
L'intelligenza e le grandi capacità di musicista di Manu sfornano anche
pezzi come "Denia", ballata dolce ed evocativa tessuta su cori maghrebini
che denuncia l'impossibilità, la tristezza di non poter vivere normalmente
in Algeria. E poi "Mr.Bobby": atmosfere reggae dedicate a Bob Marley legate
dall'incedere di Je ne t'aime plus…, "Mi Vida" ballata lenta con cadenze
latine di grande pathos, "Eldorado 1997" con i fiati dei Radio Bemba in
evidenza , "La Marea" con accelerazioni di ritmi sudamericani ed un cantato
molto efficace. Chiude, quasi in contraddizione con il titolo dell'album,
"Infinita Tristeza" dove ,al refrain musicale di "Me Gustas" vengono inserite
frasi di chissà quali radio latinoamericane.
Manu Chao continua quindi la sua avventura musicale legata a doppio filo
con quello che è la sua natura di essere umano. Analizzare solo la sua
musica , slegandola dal suo modo di vivere e vedere le cose sarebbe estremamente
riduttivo. Da lui, artista sensibile e per niente superficiale, sembra
arrivare, tramite questo disco, un messaggio : ragazzi questo mondo è
una merda, ma esiste sempre, nei percorsi individuali e collettivi , una
prossima stazione chiamata speranza.
Siamo noi a decidere quando è il momento di scendere.
Voto : 7
Mauro
Zaccuri
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