Mi
è piaciuto questo nuovo lavoro dei Manic. Pur non innovativo dal punto
di vista strettamente musicale, si tratta di album solido, vivo, composto
da buone, ed in alcuni casi , ottime, canzoni.
Ribadito il proprio impegno politico-sociale, anche attraverso la presentazione
in anteprima del disco a Cuba di fronte a Fidel Castro, la band mantiene
la propria identità anche nel sound proposto.
La miscela è fatta di punk-rock, new wave, power-rock, pop; le atmosfere
appaiono quindi variegate, senza per questo togliere unitarietà al disco,
con rapidi passaggi dalla durezza punk di "Found that Soul" alla lucente
dolcezza di "Ocean Spray" (veramente un grande pezzo).
La musica prosegue con il power- rock di "Intravenous Agnostic" e "The
Convalescent" e la new wave alla Joy Division-New Order riscontrabile
nella cattiva "Dead Martyrs", forse il miglior brano di tutto Know Your
Enemy.
I Manic hanno l'indubbia capacità di costruire giri armonici accattivanti,
che restano in testa. Da questo punto di vista è necessario segnalare
"Let Robeson Sing"(elettrica ballata rock), "His Last Painting" (altro
gioiello pop) , "Epicentre" e "Baby Elian" (con un ottimo chorous) dove
si affronta il tema del mondo infantile indifeso di fronte alla pressione
del mondo adulto (argomento ripreso anche in "Freedom of Speech" che chiude
l'album).
Trovo invece strana la scelta del singolo "So Why So Sad", un brano pop
anni 60 piuttosto incolore, a mio avviso fra le peggiori songs del disco.
Per concludere : i Manic tengono duro, superano tutte le loro traversie
interne, e sfornano un album sincero, diretto e potente di quelli che
piacciono a me.
VOTO:
7,5
Mauro Zaccuri
|
|