Line
Up :
Chris Dean - Voce, Chitarra
Martin Hewes - Basso, Voce
Nick King - Batteria (dal 1985 Paul Hookham)
Sezione
Fiati : Ray Carless (Sax) , Kevin Robinson (Tromba), Trevor Edwards (Trombone)
REDSKINS,
UNA SPLENDIDA METEORA ROSSA
"Possiamo parlare di rivolte, molotov e rivoluzioni tutto il giorno,
ma se non riusciamo ad organizzarci distruggeremo le nostre vite sulle
canzoni di protesta". Così disse Chris Dean e su queste coordinate
visse la sua intensa esperienza con i Redskins.
Chris Dean, militante del Socialist Workers Party insieme al compagno
di band Martin Hewes, portò le sue istanze di socialismo rivoluzionario
(ma assolutamente non schiacciato sulle posizioni del più bieco
comunismo ortodosso filosovietico) nella musica pop inglese. Lo ha fatto
mettendo tutto se stesso nella contesa, attivandosi con la band in una
serie di concerti e tour a favore dello sciopero dei minatori inglesi
e contro il razzismo e l'apartheid. Sincero, credibile, efficace, il messaggio
dei Redskins è arrivato a colpire in quegli anni, tanti ragazzi
del proletariato inglese. "Volevamo essere popolari, non per viaggiare
in limousine o farci riconoscere per strada, ma per creare un contesto
che partisse dalla musica per aggregare più gente possibile e fare
in sostanza, politica" (M.Hewes).
Tre
skinheads rossi dalla testa ai piedi, armati di coraggio ed animati da
una passione politica commovente, i ragazzi da York provarono a sensibilizzare
l'opinione pubblica cercando di costruire una difficile opposizione sociale
nell'era funesta di Margareth Thatcher. Fecero tutto questo con un pugno
di fantastiche canzoni dai testi impegnati e non di maniera, proponendole
attraverso una musica tosta, stilosa e tremendamente coinvolgente, un
mix fra soul - rithm'n'blues - e forte attitudine punk, che ci fece pensare
per qualche anno di aver trovato un gruppo potenzialmente in grado di
prendere il posto dei Clash nei nostri cuori.
Non che a loro questo interessasse molto, anzi. Il sentimento che i Redskins
nutrivano per i Clash (almeno leggendo qualche dichiarazione di metà
'80 di Dean e Hewes sull'argomento) era di odio-amore. Nonostante ad inizio
carriera lo stesso Dean riconobbe l'enorme influenza che Strummer ebbe
sulla sua decisione di cominciare a fare musica, i successivi discorsi
pubblici della band presero un'altra piega. Quello che i tre skin rossi
rimproveravano a Strummer e compagnia era che i Clash si sarebbero fermati
a metà del discorso, pensando di essere al centro di una battaglia,
allo stesso tempo sanguinosa e simbolica, contro il mondo intero senza
però riuscire a concretizzare nulla, perdendosi in contraddizioni
sempre più evidenti fino ad implodere clamorosamente. Non è
questo il luogo in cui perdersi nelle solite argomentazioni assolutamente
pro-Clash molte volte ribadite nel sito.
Quello che noi vorremmo evidenziare invece, è che la "terra
fertile" nella quale crebbero i Redskins, è la stessa ben
coltivata dai Clash sin dal 1976. Su questo ci pare non possano esserci
dubbi. Che i poi i Redskins abbiano preso una strada più politica
e rigorosamente militante rispetto ai Clash è un altro affare,
che peraltro mette ancor più in risalto la fortissima personalità
di questa originale band e del suo leader. Ma senza i Clash difficilmente
sarebbero nati i Redskins, questa è la verità. Come spesso
accade, il tempo rimette le cose a posto. In una recentissima intervista
Martin Hewes ha avuto modo di dichiarare : "Sono triste per la scomparsa
di Joe Strummer perché nessuno lo potrà sostituire. Non
c'è niente di sbagliato nel mettere sul piedistallo le persone
che ci hanno trasmesso qualcosa di positivo. Joe Strummer ed i Clash ci
hanno mostrato che era possibile fare grande musica con un messaggio politico
forte".
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Dean
(che con lo pseudonimo di X Moore collaborava con il NME) e Hewes formarono
nel 1981 a York la loro prima band, chiamata No Swastikas. Insieme al
batterista Nick King nel 1982 si trasferirono a Londra cambiando il nome
in Redskins. Durante i primi concerti nella capitale il loro look ed i
loro testi fecero notizia. E cominciarono i problemi. Ci furono naturalmente
interruzioni e botte durante i gigs, provocazioni di ogni tipo da parte
degli skinheads di destra, accadimenti che in ogni caso non demoralizzarono
la band che nel luglio '82 realizzò il primo singolo dal titolo
"Lev Bronstein". Qualche mese dopo venne introdotta nel gruppo
una stabile sezione fiati.
Nel 1983 esce il secondo singolo, "Lean On Me", un grandissimo
pezzo, "un classico del soul moderno". I commenti della stampa
specializzata sono entusiasti. "Lean On Me" viene definito come
il miglior singolo inglese del 1983. La musica dei Redskins suona più
o meno come quella dei Jam di "Town Called Malice", meno elegante
e virtuosa rispetto al trio capitanato da Paul Weller ma più rabbiosa
e militante. La bella voce di Chris Dean canta di solidarietà ed
unione per la working class, niente è perso, è ancora possibile
lottare insieme e vincere, "aggrappati" l'uno con l'altro. "Lean
on Me" frutta ai Redskins un contratto con la Decca Records all'inizio
del 1984. La carriera della band si sviluppa parallelamente al grande
sciopero dei minatori (il più importante di tutta la storia sindacale
inglese), che verrà seguito dai Redskins con una passione del tutto
particolare. Esce il singolo "Keep On Keepin'On" ed è
un altro anthem dedicato all'orgoglio della classe lavoratrice, "meglio
morire in piedi , piuttosto che vivere sulle ginocchia", "i
boss ci fanno pagare tutti i costi delle loro crisi, ci accusano di essere
troppo sfrontati nel voler discutere le cose".
Nel marzo 1985 esce un altro singolo, "Bring It Down". Nel frattempo
c'è stato il cambio di batterista e l'amara sconfitta dei minatori
che aprirà la strada alla privatizzazione dell'industria del carbone
inglese. Il drummer Nick King esce dalla band e viene sostituito per un
breve periodo dal magnifico Steve White (Style Council e Paul Weller)
e poi definitivamente da Paul Hookham.
A novembre i Redskins organizzano una serie di 12 date denominate "Anti
Apartheid Tour" culminate con un happening finale a Londra al quale
parteciperanno Billy Bragg (ricordiamo che la versione dei Redskins di
"Levi Stubbs Tears" è da sempre la sua preferita) e Jerry
Dammers (Specials). Escono nel giro di pochi mesi "Kick Over The
Statues!" e "The Power Is Yours". Finalmente, nel febbraio
1986, viene pubblicato il primo ed unico album dei Redskins, "Neither
Washington Nor Moscow". Una dichiarazione, quella contenuta nel titolo,
che evocava una "Terzavia" (please, niente a che fare con quella
buffonata proposta da Blair o D'Alema) fuori dallo schema USA-URSS, impregnata
di un socialismo internazionale che metteva al primo posto la solidarietà
e l'emancipazione della classe lavoratrice. "Neither Washington Nor
Moscow" è un disco di grandissimo livello, a parere di chi
scrive fra i migliori degli anni '80.
A prescindere dai forti contenuti politici, l'album è grande anche
nella parte squisitamente musicale. I Redskins sono riusciti benissimo
a filtrare la loro "punk attitude" con la verve dinamica e sensuale
della soul music. Con loro si poteva ballare ed urlare insieme, si potevano
ascoltare canzoni politiche nel totale coinvolgimento di un sound fantasioso
e vibrante. Rare volte il connubio canzone politica-musica hanno trovato
una sintesi così perfetta come nel caso dei Redskins. Loro non
hanno mai voluto chiudersi nel ghetto delle band di culto come Crass o
Discharge. Hanno sempre guardato avanti ed hanno cercato di aprirsi ad
un pubblico sempre maggiore senza mollare i propri ideali, nella tradizione
dei "black soul rebels", prendendo a riferimento i Jam (dicono
loro) ma anche i Clash (diciamo noi). Nell'album sono presenti una dozzina
di brani tutti di alto livello, fra i quali citiamo, ma solo per dovere
di sintesi : "The Power is Yours", "Kick over the Statues",
"Let's Make it Work", "It can be Done", "Keep
on Keepin' On", "Take No Heroes", "Lean On Me!".
Nel
maggio 1986 viene realizzato l'ultimo 45 giri del gruppo, una nuova versione
di "It Can Be Done!". Nel corso di uno dei loro ultimi tour
i Redskins toccarono anche l'Italia, con un passaggio all'Arena di Milano
del quale siamo stati testimoni. Nonostante una non perfetta amplificazione
la band dimostrò anche in quell'occasione tutta la sua forza e
tutta la sua "specificità".
Una caratteristica questa che probabilmente anticipò lo scioglimento
del gruppo sul finire del 1986. I Redskins erano legati a doppio filo
alla condizione ed alla lotta della classe lavoratrice. La sconfitta del
sindacato e la svolta a destra nella politica inglese tolsero probabilmente
alla band quello slancio creativo e quell'urgenza sociale che avevano
caratterizzato i loro esordi e la loro carriera. Non seppero e probabilmente
non vollero proseguire oltre, lasciandoci il rammarico di non aver potuto
osservare più a lungo quella che fu una splendida meteora rossa.
Mauro Zaccuri
Sul web (per conoscerli più a fondo e per acquisti) :
http://www.geocities.com/neither_washington_nor_moscow/
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