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Devo
essere onesto, il richiamo del bar ed il costante flusso di bevute insieme
ai vecchi amici dei tempi dei Mescaleros, ha ridotto di molto la mia
visione degli accadimenti sul palco, comunque Rory McLeod si è
dimostrato un talentuoso folk singer e ovviamente Rankin’ Roger
e The Beat non erano da perdere, ed hanno coronato una grande giornata.
La
giornata di domenica ha visto Pablo Cook suonare di mattina (l’orario
più anticipato di tutta la sua illustre carriera) alle 11.15
le versioni di Mondo Bongo e Yalla Yalla insieme alla grande band degli
Infidels. Il tardo pomeriggio ha visto invece i grandi The Vibrators
suonare uno dei loro migliori set da molto tempo a questa parte, dedicando
una sentitissima “White Riot” a Joe. I Vibrators hanno poi
lasciato il palco ad una giovane indie band (tutti intorno ai 20 anni),
chiamata The Paddingtons che, anche se ha raggiunto di recente un certo
successo, difetta forse di un po’ di esperienza per riuscire ad
esprimersi completamente.
I
Goldblade hanno probabilmente realizzato la più tosta performance
dell’intero festival, mentre il top della serata è stato
raggiunto con gli Specials e la loro fantastica “Ghost Town”. Anthony
Davie
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