Nel
corso del Tour "Rock Against The Rich" promosso dall'organizzazione
anarchica Class War, Joe Strummer ed i suoi Latino Rockabilly War si fermano
a Londra per qualche data. Questa recensione documenta uno dei periodi
migliori, musicalmente parlando, di Joe dopo il definitivo abbandono dell'esperienza
Clash. La band è di ottimo livello, in particolare nel gran lavoro
chitarristico (suono caldo e pastoso, riff mai scontati e carichi di energia)
dell'ex Circle Jerks (storica punk band californiana) Zander Schloss e
nei due percussionisti messicani Poncho Sanchez e Ramon Banda. E poi c'è
la voce di Strummer, sulla quale non è il caso di sproloquiare.
A 36 anni il timbro è quello dei bei tempi.
Un gruppo capace di affrontare il rock, il folk, il reggae, lo ska, la
musica latina ed un po' di punk-rock senza problemi, ma anzi con una personalità
(sempre interessanti e curati gli arrangiamenti) ed una efficacia non
comuni. Peccato che la band sia durata poco; in caso contrario, Joe avrebbe
potuto anticipare di molto il proprio ritorno (serio e convinto) sulle
scene.
Line
Up :
Joe Strummer - Voce , Chitarra
Zander Schloss - Chitarra
Jim Donica - Basso
Willie Mac Neil - Batteria
Joe Altruda - Tastiere
Poncho Sanchez - Percussioni
Ramon Banda - Percussioni
Set
List :
Oye Como Va - Love Kills - Nothin' Bout Nothin - Sightsee M.C.! - W La
5 Brigada - Keys to your Heart - Armagideon Time - Somebody Got Murdered
- The Unknow Immortal - This is England - Police and Thieves - V Thirteen
- Ride Your Donkey - If I Should Fall From Grace With God - Brand New
Cadillac - Love of the Common People - Trash City - Ubangi Stomp - Police
On My Back - Junco Partner - I Fought The Law - Straight To Hell - London
Calling.
Il
concerto allo storico Electric Ballroom inizia inaspettatamente con una
version di "Oye Como Va" (già ripresa da Carlos Santana)
con le percussioni in evidenza , e prosegue con il rock più grintoso
di "Love Kills" e con "Nothin' Bout Nothing" (ottima
la chitarra di Schloss) tratta da Permanent Records.
Il concerto sale decisamente di quota con la band che cresce visibilmente
attraverso il brano dei B.A.D. "Sightsee M.C.!" ( scritto a
due mani da Strummer e Jones), poi con il canto degli anarchici spagnoli
durante la guerra civile del '39 "W La 5 Brigada" ed infine
con il profondo reggae di "Armagideon Time", intervallata dal
vecchio singolo dei 101'ers "Keys to your Heart" . Poche parole
per introdurre "Somebody Got Murdered" (cori del pubblico),
alla quale fa seguito il ritmo latino e coinvolgente di "The Unknow
Immortal". Il concerto è ormai lanciato : ottima "This
is England", la quale, depurata dagli assurdi missaggi di studio,
appare per quello che è : un gran bel pezzo, che non sfigurerebbe
assolutamente nella discografia dei "veri Clash". Ancora reggae
con Police and Thieves acclamata e cantata a squarciagola dal pubblico,
ed ancora Big Audio Dinamite con la bellissima "V.Thirteen".
Poi il folk frenetico di "If I Should Fall From Grace With God"
dei Pogues, il rock'n'roll di "Brand New Cadillac", la ska version
di "Love of The Common People", il rock energico di "Trash
City". Di tutto di più.
"Police on my back" fa felice i ragazzi sotto il palco, che
continuano a ballare al ritmo della successiva, bellissima "Junco
Partner", e non si fermano neppure con l'immancabile versione di
"I Fought The Law" (con assoli rabbiosi e blueseggianti).
Molto ben arrangiata in chiave latin-rock la stupenda, triste ed affascinante
"Straight To Hell" da Combat Rock, l'album che ha chiuso l'avventura
Clash. Dopo una serie di ringraziamenti sinceri al pubblico ed alla band,
Joe attacca "London Calling" che conclude il concerto.
Un commiato dal suo pubblico che durerà parecchio tempo e che in
seguito riserverà al grande Joe poche pagine felici a livello artistico.
Ma la vita , si sa, concede quasi sempre altre occasioni. Quando il buio
sembra calare inesorabile, c'è sempre una luce visibile in fondo
al tunnel.
Anno 1999 : "This album is dedicated to all the Freedom Fighters"
(Rock Art and The X-Ray Style). Il vecchio leone ruggisce ancora.
Lunga vita a Joe Strummer.
Mauro
Zaccuri
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