THE
101’ERS (Emi
Records – Maggio 2005)
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Track
List : Musicisti
Principali : Per
chi volesse approfondire la conoscenza, ancorché indiretta del
musicista e dell’uomo Joe Strummer, i 101’ers rappresentano
un punto di passaggio obbligato. Per Joe i 101’ers non furono solo
una onesta band di rock’n’roll nella quale farsi le ossa per
poi spiccare il grande salto nei Clash, ma rappresentarono prima di tutto
una importante esperienza umana e comunitaria che lasciò un segno
indelebile. John Graham Mellor entrò nel punk rock e ne diventò
punto di riferimento politico, contribuendo in modo fondamentale allo
sviluppo di un movimento essenzialmente libertario e di rottura. Eppure
egli conservò sempre, e gelosamente, dentro di sé lo spirito
del rocker popolare (che aveva le radici ben piantate nella popular music
americana dei Woody Guthrie e Bo Diddley) e della “way of life”
hippie, derivante proprio dagli anni passati negli squat londinesi a far
musica, a socializzare, a far politica. Già, perché il movimento
squatters, attraverso la “riappropriazione” degli immobili
sfitti in diversi quartieri londinesi, dava un’ impronta anche politica
al proprio agire. Ma sull’argomento torneremo a tempo debito ed
in modo più organico. La premessa è a nostro avviso utile per andare necessariamente oltre l’aspetto musicale di questo “Elgin Avenue Breakdown”, rivisitato da Emi con l’inserimento di inediti e di live version, rispetto all’originale uscito postumo, nel 1981, per Andalucia Records. Perché se ci si dovesse soffermare sulla cifra musicale dei 101’ers dovremmo uscircene con questa sintesi : grande vocalist (la voce dello Strummer che abbiamo conosciuto ed amato nei Clash è già tutta lì, bella impostata), musica grintosa e diretta (sia nella riproposizione di cover che nei pezzi originali, qualche frammento lo si ritroverà anche nei Clash), più R&B che rockabilly, qualche spunto oltre la media rispetto a quella scena tutta inglese definita dalla critica pub-rock, alla quale il punk rock deve certamente qualcosa . Non molto più di questo, to be honest. Ma la ripubblicazione del disco ci offre la possibilità di andare a scavare fra le prime apparizioni di un certo spessore del giovane Strummer nell’arena del rock’n’roll (anno di grazia 1974). Lo
squat londinese al 101 di Walterton Road era una “casa per musicisti”,
come ebbe a dire Richard Dudansky. Musicisti di nazionalità diversa
: spagnoli, irlandesi, sudamericani. Strummer, che aveva sin da piccolo
incrociato varie culture a causa degli spostamenti per lavoro di suo padre
funzionario del Foreign Office, proseguì il suo personale “viaggio”
in questa direzione approfondendone anche le istanze politiche. Un membro
della prima formazione dei 101’ers era infatti il sassofonista Alvaro,
cileno, fuggito dal suo paese per la repressione del generale Pinochet
.Il primo concerto della band, al Telegraph di Brixton nel settembre ’74,
vide proprio la raccolta fondi per una campagna di solidarietà
a favore delle vittime della dittatura cilena. Dopo breve tempo la band
cominciò a suonare in modo stabile al Chippenham Pub, situato a
poche centinaia di metri dal proprio squat.
In questo “Elgin Avenue Breakdown Revisited” troviamo un po’ tutto il repertorio della band. Si va dal veloce attacco di “Letsagetabitarockin” alla più compassata “Silent Telephone” (entrambe registrate nel 1975), al velato r’n’b di “Keys To Your Heart” (riproposta in una diversa versione anche dai Clash nel famoso gig natalizio alla Acklam Hall nel ’79). La bella “Sweet Revenge” ha un taglio quasi latino, mentre “Motor Boys Motor” e “Steamgauge ‘99” (inedito) sono r’n’r di buon spessore. Con “Shake Your Hips”, una live version di un brano r’n’b di Slim Harpo, ci si può fare una buona idea di come fossero i 101’ers dal vivo, con Joe in grande spolvero alla voce. “Lonely Mother’s Son”, composta all’inizio del ’76 e qui in versione “soft” diventerà successivamente nei Clash “Jail Guitar Doors” che la rivisitarono da par loro. Ma non è il solo pezzo che i fan dei Clash riconosceranno subito fra i 20 che compongono il disco, c’è ovviamente kanche “Junco Partner” un blues tradizionale composto da Robert Ellen e registrato dal vivo da Micky Foote, poi ripreso dai “quattro cavalieri” in versione reggae sotto l’influenza di Mikey Dread. La chiusura è per la cover di “Gloria” dei Them, che pare fosse il brano con il quale la band terminava le proprie esibizioni. Nello specifico questa versione venne registrata al Cellar Club il 22 maggio del ’76, un paio di settimane prima che il gruppo si sciogliesse. Terminiamo col dire che il booklet è interessante, con belle foto (edite) in b/n (guardatevi Joe in seconda pagina…) , la riproduzione dei testi da lui battuti a macchina nel 1975 (concessi dalla moglie Luce), ed una biografia dei 101’ers scritta da Allan Jones (già giornalista del Melody Maker ed ora editore di Uncut). 5 Star Rock’n’Roll, bei tempi Joe. Mauro Zaccuri
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