THE 101’ERS
“ Elgin Avenue Breakdown - Revisited”

(Emi Records – Maggio 2005)

Track List :
Letsagetabitarockin’– Silent Telephone – Keys To Your Heart (V.1) – Rabies – Sweet Revenge – Motor Boys Motor – Steamgauge 99 – 5 Star R’n’R – Surf City – Keys To Your Heart (V.2) – Sweety Of The St.Moritz – Hideaway – Shake Your Hips – Lonely Mother’s Son – Don’t Let It Go – Keep Taking The Tablets – Junco Partner – Out Of Time – Maybelline – Gloria.

Musicisti Principali :
Joe Strummer – Voce. Chitarra ritmica
Clive Timberley – Chitarra Solista, Voce
Dan Kelleher – Basso, Voce
Richard Dudansky – Batteria , Voce
Mole – Basso

Per chi volesse approfondire la conoscenza, ancorché indiretta del musicista e dell’uomo Joe Strummer, i 101’ers rappresentano un punto di passaggio obbligato. Per Joe i 101’ers non furono solo una onesta band di rock’n’roll nella quale farsi le ossa per poi spiccare il grande salto nei Clash, ma rappresentarono prima di tutto una importante esperienza umana e comunitaria che lasciò un segno indelebile. John Graham Mellor entrò nel punk rock e ne diventò punto di riferimento politico, contribuendo in modo fondamentale allo sviluppo di un movimento essenzialmente libertario e di rottura. Eppure egli conservò sempre, e gelosamente, dentro di sé lo spirito del rocker popolare (che aveva le radici ben piantate nella popular music americana dei Woody Guthrie e Bo Diddley) e della “way of life” hippie, derivante proprio dagli anni passati negli squat londinesi a far musica, a socializzare, a far politica. Già, perché il movimento squatters, attraverso la “riappropriazione” degli immobili sfitti in diversi quartieri londinesi, dava un’ impronta anche politica al proprio agire. Ma sull’argomento torneremo a tempo debito ed in modo più organico.
Con l’ingresso nei Clash, alcuni degli elementi sopra descritti si stemperarono, al contatto con diverse e radicali sottoculture giovanili distanti dal background di Strummer, per poi riapparire in modo netto con il passare degli anni.

La premessa è a nostro avviso utile per andare necessariamente oltre l’aspetto musicale di questo “Elgin Avenue Breakdown”, rivisitato da Emi con l’inserimento di inediti e di live version, rispetto all’originale uscito postumo, nel 1981, per Andalucia Records. Perché se ci si dovesse soffermare sulla cifra musicale dei 101’ers dovremmo uscircene con questa sintesi : grande vocalist (la voce dello Strummer che abbiamo conosciuto ed amato nei Clash è già tutta lì, bella impostata), musica grintosa e diretta (sia nella riproposizione di cover che nei pezzi originali, qualche frammento lo si ritroverà anche nei Clash), più R&B che rockabilly, qualche spunto oltre la media rispetto a quella scena tutta inglese definita dalla critica pub-rock, alla quale il punk rock deve certamente qualcosa . Non molto più di questo, to be honest. Ma la ripubblicazione del disco ci offre la possibilità di andare a scavare fra le prime apparizioni di un certo spessore del giovane Strummer nell’arena del rock’n’roll (anno di grazia 1974).

Lo squat londinese al 101 di Walterton Road era una “casa per musicisti”, come ebbe a dire Richard Dudansky. Musicisti di nazionalità diversa : spagnoli, irlandesi, sudamericani. Strummer, che aveva sin da piccolo incrociato varie culture a causa degli spostamenti per lavoro di suo padre funzionario del Foreign Office, proseguì il suo personale “viaggio” in questa direzione approfondendone anche le istanze politiche. Un membro della prima formazione dei 101’ers era infatti il sassofonista Alvaro, cileno, fuggito dal suo paese per la repressione del generale Pinochet .Il primo concerto della band, al Telegraph di Brixton nel settembre ’74, vide proprio la raccolta fondi per una campagna di solidarietà a favore delle vittime della dittatura cilena. Dopo breve tempo la band cominciò a suonare in modo stabile al Chippenham Pub, situato a poche centinaia di metri dal proprio squat.

Folgorato dall’atteggiamento on stage di Wilco Johnson, istrionico chitarrista dei Dr.Feelgood, Strummer riuscì a comprarsi una nuova Telecaster, che lo accompagnerà per tutta la sua vita, e qualche mese dopo, siamo nel marzo del ’75, si diede anche un nuovo nome di battaglia, Joe Strummer per l’appunto, in luogo del precedente Woody Mellor. Uno “strimpellatore” che ci sapeva davvero fare sul palco, un frontman magnetico ed energico, che passo dopo passo stava diventando una sorta di “poeta di strada del rock’n’roll” dal look intrigante e personale (vedi foto in b/n di Jules Yewdall relative a quel periodo).
A metà del 1975 i 101’ers erano già una band che suonava con regolarità in vari pub zona nord e ovest della capitale, cominciando ad inserire sempre più pezzi propri nel set in luogo delle cover di Chuck Berry, Them, Larry Williams, Stones, Bo Diddley, Eddie Cochran, Small Faces, che facevano parte delle loro precedenti scalette.


Micky Foote (lo ritroveremo poi nei Clash come roadies e tecnico) che Joe aveva conosciuto a Newport anni prima, divenne l’uomo in più della band, colui che faceva il fonico ai concerti, ed organizzava un po’ tutto dal punto di vista logistico. Insieme a loro altri gruppi inclusi nella scena pub-rock (probabilmente senza che l’esistenza di questa scena fosse percepita dai gruppi stessi) suonavano in modo sporco e veloce il R&B, tipo Eddie and the Hot Rods e Count Bishops. Il nome dei 101’ers cominciò a girare, fino ad arrivare alle orecchie di Mick Jones e del suo fido Tony James, che li videro dal vivo nell’autunno del 1975 al Windsor Castle Pub mentre già eseguivano pezzi compresi in questo “Elgin Avenue Breakdown”, come “Letsagetabitarockin’”, “Motor Boys Motor”, “Steamgauge 99”. Era un Joe Strummer maledettamente convincente quello che si vedeva in quel periodo, e ancora non aveva dato tutto quel che aveva, come sappiamo. Ted Carroll, boss della piccola Chiswick Records, si entusiasmò per il suo modo di cantare e di stare sul palco. Propose subito al gruppo di incidere un singolo invitandolo anche a registrare sessioni musicali presso i Pathway Studios nel marzo 1976. Da quelle ore in studio nacque la decisione di scegliere “Keys To Your Heart” come possibile singolo, una love song con qualche riferimento all’uso di droghe “I used to be a teenage drug taker”. Successivamente ci furono altre sessioni al BBC radio studio in Maida Vale, i cui risultati vennero ritenuti superiori ai provini di cui sopra per Chiswick.

Paradossalmente, mentre la band cresceva in termini di consensi e di opportunità, un uragano si stava abbattendo sul gruppo e su Joe in particolare. Nell’aprile del ’76 i 101’ers vennero infatti chiamati a suonare al Nashville con il supporto di un gruppo chiamato Sex Pistols, di cui Strummer aveva letto qualcosa sul NME. La crew dei Pistols, il famoso Bromley Contingent, era qualcosa di speciale, di mai visto prima : a partire dall’atteggiamento arrogante e di sfida perenne, dal look aggressivo e provocatorio, dalla genuina fierezza working – class (di Cook e Jones in particolare). C’era anche Sid Vicious quella sera, splendidamente vestito sul modello dei rocker anni ’50.


Sembravano due band provenienti da due pianeti diversi, specialmente per ciò che riguardava l’attitudine e per quello che riuscivano ad esprimere sul palco. “Keys To Your Heart” non poteva resistere a “Pretty Vacant”, e questo Joe lo intese immediatamente : “Dopo aver visto i Pistols in azione, ho realizzato che noi eravamo il passato”. Poche settimane dopo Strummer aveva già intrapreso idealmente una nuova strada, sempre più belligerante ed al passo con quello che stava accadendo fra i giovani inglesi. Al concerto al Red Cow dei 101’ers c’erano ancora a vederlo Mick Jones, Paul Simonon e Keith Levene : “Clash Calling”. Nel giugno del 1976 Joe lascia i 101’ers ed entra nei Clash, il resto della storia lo conoscete già. Quello che preme sottolineare è che non fu affatto una scelta facile come si potrebbe dedurre visto il successivo successo dei Clash. Nel giugno ’76 i 101’ers erano infatti un gruppo di discreto successo, almeno a Londra, e stavano per pubblicare un singolo e poi forse un album. Non era poco per giovani squattrinati innamorati della musica. Ed in effetti la band pubblicò il singolo “Keys To Your Heart” per Chiswick nel luglio 1976, ma quando Strummer era già uscito dal gruppo decretandone in buona sostanza la fine. L’impeto della rivoluzione culturale del punk-rock stava travolgendo storie e persone che percepivano la necessità di un cambiamento radicale. E Joe Strummer era fra questi, pronto a gettarsi in un nuovo progetto più passionale e spiccatamente politico, a stretto contatto con le problematiche dei ragazzi inglesi.

In questo “Elgin Avenue Breakdown Revisited” troviamo un po’ tutto il repertorio della band. Si va dal veloce attacco di “Letsagetabitarockin” alla più compassata “Silent Telephone” (entrambe registrate nel 1975), al velato r’n’b di “Keys To Your Heart” (riproposta in una diversa versione anche dai Clash nel famoso gig natalizio alla Acklam Hall nel ’79). La bella “Sweet Revenge” ha un taglio quasi latino, mentre “Motor Boys Motor” e “Steamgauge ‘99” (inedito) sono r’n’r di buon spessore. Con “Shake Your Hips”, una live version di un brano r’n’b di Slim Harpo, ci si può fare una buona idea di come fossero i 101’ers dal vivo, con Joe in grande spolvero alla voce. “Lonely Mother’s Son”, composta all’inizio del ’76 e qui in versione “soft” diventerà successivamente nei Clash “Jail Guitar Doors” che la rivisitarono da par loro. Ma non è il solo pezzo che i fan dei Clash riconosceranno subito fra i 20 che compongono il disco, c’è ovviamente kanche “Junco Partner” un blues tradizionale composto da Robert Ellen e registrato dal vivo da Micky Foote, poi ripreso dai “quattro cavalieri” in versione reggae sotto l’influenza di Mikey Dread. La chiusura è per la cover di “Gloria” dei Them, che pare fosse il brano con il quale la band terminava le proprie esibizioni. Nello specifico questa versione venne registrata al Cellar Club il 22 maggio del ’76, un paio di settimane prima che il gruppo si sciogliesse.

Terminiamo col dire che il booklet è interessante, con belle foto (edite) in b/n (guardatevi Joe in seconda pagina…) , la riproduzione dei testi da lui battuti a macchina nel 1975 (concessi dalla moglie Luce), ed una biografia dei 101’ers scritta da Allan Jones (già giornalista del Melody Maker ed ora editore di Uncut).

5 Star Rock’n’Roll, bei tempi Joe.

Mauro Zaccuri


Voto : 7 al disco, 10 al documento storico.